Cinquant’anni fa, l’8 agosto 1965, venivano benedette le nuove campane della chiesa di Cencenighe Agordino. Lo stesso giorno, a distanza di mezzo secolo, le campane suoneranno a distesa a mezzogiorno e nel pomeriggio, alle ore 16, per ricordare quell’anniversario. Un atto di affetto e di riconoscenza verso le campane che, nel bene e nel male, hanno accompagnato la vita della popolazione che all’epoca contribuì con piccole ma generose donazioni al loro acquisto.
Quel caldo pomeriggio di mezzo secolo fa, furono molti i parrocchiani che si radunano nella parte marginale di Avoscan, verso le Vallesine, ancora coperta da conifere, per partecipare alla cerimonia presieduta dal vescovo Gioacchino Muccin. L’allora parroco don Renzo Olivotto scrisse sul bollettino parrocchiale: «Le campane sono di bronzo, una lega di rame con l’aggiunta di altri metalli preziosi per farle sonore e squillanti; pesano dai tre ai sette quintali. Non sono tutte uguali ma sono come cinque sorelle in scala, dalla più grossa, la “Conciliare” con la sua scritta piena di teologia, alla più piccola, la vecchia “Lourdiana” del 1958. Hanno il loro nome: “Conciliare”, “Patronale”, “Civica”, “Dolorosa” e “Lourdiana”. Così le ha battezzate il parroco pensando alle parole che portano sulla schiena e all’uso che ne faremo.»
Ma le campane non servirono solo per chiamare i parrocchiani alle funzioni ma per altri scopi ben più laici, come quello di avvertire la popolazione di un pericolo e per farla accorrere in caso di necessità. Appena un anno dopo, ai primi di novembre del 1966, le nuove campane avrebbero suonato a martello per avvisare la popolazione della minaccia rappresentata dalla tracimazione dei torrenti Biois, Cordevole e degli altri corsi d’acqua ingrossati dalle piogge insistenti di quell’alluvione.
Com’era tradizione le campane ricevettero la benedizione alla presenza di padrini e madrine scelti tra chi rappresentava nel modo migliore le frazioni e le professioni esistenti in parrocchia. La “Conciliare” fu benedetta alla presenza di Aldo Manfroi, Cristina De Biasio, Tiziano Baiolla e Donato Manfroi; la “Patronale” da Antonio Bogo, Vito Fontanive ed Emma Tissi; la “Civica” da Adolfo Orzes, Lazzaro Faè e Doretta Romanel; la “Dolorosa” da Gabriele Groppa, Aladino Mazzarol e Graziella Fontanive mentre la “Lourdiana” ebbe il battesimo ufficiale con l’assistenza di Battista Chenet, Antonio Manfroi e Adelia Baiolla.
Le nuove sostituirono le vecchie campane fuse nel marzo 1921 dalla ditta Daciano Colbacchini di Padova e collocate sul campanile qualche mese dopo, ottenendo la consacrazione il 24 ottobre 1921 dal Vescovo, Giosuè Cattarossi. Dopo oltre quarant’anni, nel giugno 1965, i vecchi bronzi furono tolti dalla loro sede e trasportati a Vittorio Veneto dove furono fusi dalla ditta De Poli per dare origine alle nuove e attuali campane che, dopo la solenne benedizione, furono issate sul campanile per fare sentire il loro primo concerto la festa dell’Assunta.
Sabato 8 le campane di Cencenighe saranno di nuovo protagoniste e faranno sentire il loro concerto come quel giorno di cinquant’anni fa.
Luisa Manfroi