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INTERVISTA NEL GIORNALE RADIO PRINCIPALE DI SABATO 27 GENNAIO.
FALCADE La Croce Verde Val Bois dal futuro incerto, per il mese di febbraio garantirà il servizio, navigando a vista gennaio è stato superato senza traumi. A garantire l’emergenza nel soccorso con la Croce Verde c’erano i volontari di Alleghe, Rocca Pietore, Arabba ed Eva Alpago ma anche per loro è arrivato il momento di rientrare nei ruoli consueti.
“Abbiamo gestito le situazioni in modo eccellente per 15 giorni – dice Felice Gaiardo, presidente del coordinamento ambulanze agordino-zoldano – la collaborazione tra le cinque associazioni di volontariato ha dato i frutti ipotizzati. Tra l’altro questa è una stagione importante, da incorniciare, con tanto turismo e quindi con molti incidenti sulle piste”.
Situazione tamponata nell’immediato, per febbraio il presidente della Croce Verde Stefano Murer i suoi volontari sono riusciti a far quadrare i conti in relazione alla disponibilità a garantire il soccorso nelle 24 ore. “Auspichiamo – dice Gaiardo – che si possa arrivare ad una conclusione dignitosa, se non eccellente, grazie all’operato dei volontari della Valle del Biois”.
Secondo Gaiardo, ma non solo, nelle due settimane appena trascorse si è rivelata indispensabile la presenza degli automezzi delle 5 associazioni di volontariato “Infatti -continua – è stato dimostrato come il pronto soccorso di Agordo non sia in grado di gestire il servizi con solo le proprie forze. Cioè siamo indispensabile e tutti assieme lavoriamo affinchè le associazioni continuino ad esistere”.
Della crisi nel volontariato agordino ne è a conoscenza anche il Suem di Pieve di Cadore da dove partono le richieste di intervento. In un recente incontro con il dottor Giovanni Cipollotti, Stefano Murer e Felice Gaiardo hanno evidenziato le enormi difficoltà del momento, il medico responsabile del Suem ha confermato il supporto per l’attività formativa. Servono forze fresche, l’età media dei volontari è elevata e nel giro di 6-9 anni usciranno dal giro molti di loro per i limiti di età abbondantemente superati. “Per questo è necessario un accordo con gli enti pubblici e una politica di condivisione dei problemi da parte di tutte le associazioni, procedere su fronti separati è molto poco proficuo. Alle istituzioni abbiamo chiesto di impegnarsi presso l’Ulss e altri enti guardando al futuro a lungo termine. Infine stiamo anche valutando l’opportunità che le associazioni inizino a pensare alla possibile assunzione di dipendenti che possano garantire la sopravvivenza dei sodalizi, l’esempio della vicina associazione della Croce Bianca Arabba-Bolzano è noto e i risultati evidenti”.