DAL SAP BELLUNO I DUBBI SU SCELTE DEFINITE VIRTUOSE
La visita del Capo della Polizia Prefetto Franco Gabrielli a Belluno per inaugurare la nuova sede della Digos bellunese, oltre ad essere stata un’utile occasione per sentire dalla sua autorevole voce cosa pensa di questioni importanti che attengono il nostro apparato della sicurezza debilitato, come Lui stesso ha evidenziato da un mancato turn over ormai decennale, ha posto in evidenza, a nostro avviso, due aspetti: il primo relativo allo stile, alla forma; il secondo gli aspetti di merito, la sostanza.
Il nostro Capo ci ha sinora abituati ad uno stile espositivo vivace ed intelligente, spesso pungente ed efficace, mai banale.
Proprio per questo sorprende che a margine di legittime e qualificate lamentele del Sap e di altre Organizzazioni Sindacali si sia lasciato scivolare con i giornalisti presenti un poco elegante “non ho bisogno che i sindacati mi sottopongano questioni che ahimè conosco meglio di loro”, proseguendo poi esortando le organizzazioni sindacali a “lavare i panni sporchi in casa” ed ad evitare clamori mediatici circa le inefficienze del nostro apparato di sicurezza. Una doglianza quest’ultima che ha il sapore della sordina di medievale memoria che stentiamo credere appartenga alla finezza riflessiva del nostro Capo.
Inutile dire che ci spiace che il nostro Capo non abbia bisogno dei sindacati per conoscere la realtà della nostra Polizia di Stato.
Eppure ha più volte affermato di credere nell’importanza delle Organizzazioni Intermedie – categoria che comprende i sindacati – nel contesto della nostra società: sarebbe bizzarro dar loro credito quando dicono e fanno cose che piacciono e delegittimarli quando danno fastidio. Anche perché non far tesoro di quanto segnala un soggetto che ha cognizione di causa e possiede un particolare spirito di appartenenza, per conoscere la nostra realtà lavorativa sarebbe davvero un delitto.
Di questo prendiamo atto e ce ne faremo una ragione.
Sugli aspetti di merito relativi alle varie problematiche della Polizia di Stato, altrettanto ci sorprendiamo che il Capo ritenga virtuosa la scelta di chiudere le Sezioni di Polizia Postale, Belluno compresa, ben sapendo – dato che “ahimè la realtà il Capo la conosce meglio di noi sindacati” – che a Belluno esistono almeno 4 Sale Operative (una per ogni Forza di Polizia…) con un dispendio enorme di risorse umane ed economiche, almeno 3 mense ed almeno 4 uffici Tecnico Logistici, uno per ogni Forza di Polizia, che si occupano di automezzi, telecomunicazioni ed equipaggiamenti. Sull’utilità dei mancati accorpamenti ci piacerebbe sentire cosa ne pensa e magari vedere anche maggiore impegno per realizzarli prefigurandosi un enorme e sicuro beneficio per tutto l’apparato della sicurezza italiana che invece la chiusura delle sezioni di Polizia Postale non porta, facendo per converso inesorabilmente arretrare lo Stato.
Ci sorprende oltretutto che il nostro Capo, alla sua 60° visita presso le nostre Questure d’Italia, nel portare la sua autorevole e gradita vicinanza al personale, non porti anche qualche efficace soluzione ai numerosi e fastidiosi problemi che affliggono i nostri colleghi e che Lui dice di conoscere bene.
Potremmo cominciare per esempio con l’annosa questione delle pulizie dei nostri locali, ormai giunti ad un livello indecente, dato che tutti gli appalti che vengono fatti dal Dipartimento che il Prefetto Gabrielli dirige sono banditi al massimo ribasso, con il risultato che le imprese che se lo aggiudicano riescono a mala pena a svuotare i cestini. Certo il Dipartimento ha ottenuto il risultato di risparmiare, purtroppo però sulle spalle dei colleghi e della loro dignità. Poiché ciò è noto al Capo confidiamo che alla sua prossima visita, data la sua riconosciuta abilità manageriale, annunci che il problema della scopa lo ha definitivamente risolto.
Alla stessa stregua sappiamo che è noto al nostro Capo che un oscuro quanto gravissimo guasto ai sistemi informatici del Cenaps (il cervellone elettronico che elabora le nostre retribuzioni) impedirà ai colleghi di riscuotere il “premio produttività” nel mese di maggio, come previsto.
Saremo ben lieti anche in questo caso di apprendere al più presto che i nostri sistemi informatici saranno dotati, come previsto, di un efficiente sistema di back up dati che impedisca il verificarsi di episodi simili.
Infine su un delicatissimo aspetto della nostra professione che sicuramente il Capo conosce meglio di noi, vorremmo sentire battere in questi giorni i suoi autorevoli pugni alla toscanaccia maniera: l’imminente conclusione dell’iter parlamentare per l’approvazione del reato di tortura non può non preoccupare chi come il nostro Capo conosce bene le difficoltà reali della nostra professione. Il concreto rischio che una fattispecie giuridica del reato di tortura così congegnata possa portare ad una sorta di deresponsabilizzazione del personale, così indotto ad astenersi dall’intervenire, piuttosto che incorrere in gravissime conseguenze penali senza alcuna seria protezione legale, non ci può lasciare indifferenti sia come poliziotti, sia come cittadini. Dunque, crediamo sia giunto il tempo di fare meno chiacchere e di ottenere più soluzioni per il nostro personale.
Di ciò beneficerà tutto il personale della Polizia di Stato, accrescerà l’autorevolezza dei nostri vertici di cui sentiamo forte la necessità ed il ruolo del sindacato non verrà sminuito, sarà genuino ed autentico fuori da logiche consortiere. Perché tra di noi c’è ancora chi fa sindacato perché ci crede.
Sappia anche questo il Capo della Polizia.
Segretario Regionale Sap Veneto
– Fabio Ballestriero –