GIORNALE RADIO PIU, 07 AGOSTO 2017
DIRETTORE MIRKO MEZZACASA
Belluno, 5 agosto 2017 – Gestione Servizi Pubblici informa che ad Alleghe in località Sala l’acqua erogata dall’acquedotto è di nuovo potabile-
OGGI ALLA RADIO
8 05 LA RASSEGNA STAMPA, GAZZETTINO, CORRIERE DELLE ALPI, CORRIERE DEL VENETO. DA 34 ANNI DAL LUNEDI AL SABATO, L’APPUNTAMENTO QUOTIDIANO. DI MIRKO Mezzacasa
930GR MATTINA e Due Minuti Un Libro (ANCHE ALLE 17 30) QUANDO LA RADIO INCONTRA IL LIBRO. A SEGUIRE SPAZIO AUGURI
1010 LA MONTAGNA NEL CUORE, 360 GRADI DI PASSIONE AD ALTA QUOTA “STORIE DI UOMINI E DI MONTAGNE”
20 puntate, 20 emozioni, 20 modi di conoscere la montagna e i suoi cavalieri. Pra Claudio 7^ DI 20 PUNTATE
1110 COCKTAIL MAGAZINE Federica Elmi
1230 GR PRINCIPALE E ALLA MEZZANOTTE REPLICA PER CHI CI ASCOLTA DALL’ALTRA PARTE DEL MONDO O NEI TURNI LAVORATIVI DI NOTTE
13 15 le classifiche Maurizio Melita
13 30 19 30 ROCK IN QUOTA Luca Carli
14 30 GR POMERIGGIO
1500 LA METEO collegamento con il centro meteo di Arabba
16 30 GR POMERIGGIO
1645 HIT PARADE STORIA DELLA MUSICA E TANTE emozioni
Mirco Bencivenni
18 30 GR POMERIGGIO
MERCATINI, ricerca lavoro e mercatino pulci: al 40′ minuto: 6.40* 740, 10.40*, 11.40, 14.40*, 15.40, 17.40 * 19.40, 22.00, 22.05* (*mercatino pulci)
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METEO, DAL CENTRO DI ARABBA
Precipitazioni: Fino al pomeriggio assenti (0%); dal tardo pomeriggio non esclusi locali rovesci o isolati temporali, specie sulle Prealpi occidentali (20/40%), perlopiù assenti altrove.
Mercoledi 9 Tempo variabile, a tratti debolmente instabile, con nuvolosità cumuliforme irregolare che potrà produrre qualche sporadico rovescio o temporale, in possibile intensificazione in serata. Clima sempre di stampo pienamente estivo. Venti meridionali forti in quota.
Giovedi 10 Probabili condizioni di tempo instabile, con cielo irregolarmente nuvoloso e rovesci e temporali piuttosto frequenti. Temperature diurne in sensibile calo. Previsore: G.M.
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OGGI INTERRUZIONI EROGAZIONE ENERGIA ELETTRICA PER LAVORI A SELVA DI CADORE DALLE 13.45 ALLE 19.45 NELLE VIE: DENEVER, SANTA FOSCA, MONTE CERNERA, TOFFOL
DAL GIORNALE RADIO NAZIONALE DELLE 7
CRONACA MALTEMPO
MUORE GIUSEPPE VERGERIO ALLA SAGRA DI MARZIAI
FREGONA, FALCADE
FRASSENE’ DI VOLTAGO
ALLEGHE A Sala di Alleghe anche questa volta l’emergenza idrica è stata superata, ma dopo la solita settimana di disagi tra corse al supermercato per comperare acqua potabile e l’immancabile fiamma sotta alla pentola per bollire l’acqua della rete di Bim Gsp inquinata da batteri secondo le precedenti analisi delll’Ulss. L’acqua erogata dall’acquedotto è di nuovo potabile e si può, quindi, utilizzare per scopi alimentari. Hanno dato esito favorevole gli ultimi controlli eseguiti dall’Ulss 1 Dolomiti in seguito alle operazioni di disinfezione messe in atto da Bim Gsp.
NUMEROSI INTERVENTI IN MONTAGNA L’altra sera sera, passate le 21, il 118 era stato contattato da un escursionista padovano che, scendendo dal Bivacco Cadore diretto in Val Giralba, era uscito dal sentiero e non sapeva dove si trovava. Messo in contatto con il Soccorso alpino di Auronzo, appurato che l’uomo, 40 anni, di Carmignano del Brenta, era attrezzato e non aveva problemi, gli sono state date le indicazioni di come mettersi al riparo e gli è stato detto di non muoversi, visto che non sarebbe piovuto. L’escursionista ha confermato ai soccorritori che, fatta luce, avrebbe cercato di tornare sul sentiero e scendere autonomamente, ma ieri mattina alle 6 ha richiamato perché era rimasto incrodato impossibilitato a muoversi. Il Pelikan di Bressanone ha imbarcato un soccorritore di Auronzo per individuare il punto velocemente e lo ha sbarcato assieme al tecnico di elisoccorso con un verricello a circa 1.900 metri di altitudine in Val Stallata. Una volta assicurato, l’uomo è stato recuperato con il verricello e portato ad Auronzo. Attorno alle 14.30 due escursioniste polacche di 29 e di 23 anni hanno chiamato il 118. Partite molto tardi per la Ferrata Eterna in Marmolada, erano state infatti colte dal temporale all’inizio delle creste, a mezz’ora da Serauta, e avevano trovato riparo in una nicchia naturale della roccia. Il maltempo ha concesso all’elicottero dell’Aiut Alpin Dolomites di Bolzano di imbarcare due soccorritori della Val Pettorina che, sbarcati a Serauta hanno raggiunto le due ragazze e le hanno accompagnate fino alla stazione della funivia. Poi le nubi si sono chiuse e hanno vanificato un tentativo di avvicinamento dell’eliambulanza del Suem di Pieve di Cadore. Per fortuna poi l’intervento è stato portato a termine dall’Aiut Alpi in un momento di apertura e le due escursioniste sono state trasportate al Passo Fedaia. Il Soccorso alpino di Cortina ha soccorso in due momenti diversi durante il temporale due escursionisti che, scivolati, avevano riportato un trauma al volto, una al Rifugio Scoiattoli e uno al Rifugio Pomedes. Si è invece trasformato in intervento quello arrivato nel pomeriggio come una richiesta di informazioni. Alcune persone che stavano salendo il sentiero che porta al Rifugio Mulaz erano state messe in contatto con il Soccorso alpino della Val Biois che aveva dato le opportune indicazioni per proseguire. Gli escursionisti avevano poi chiamato dicendo che avevano raggiunto il Rifugio. Alle 19.30 però, nella fase di discesa hanno nuovamente chiamato dicendo di trovarsi in difficoltà. Una squadra della Val Biois sta attualmente intervenendo in loro aiuto.
SOCCORSI QUATTRO ESCURSIONISTI IN VAL MONTINA Sabato passate le 19, 4 escursionisti hanno contattato il 118 perché erano affaticati e, in particolare, uno di loro non era più in grado di proseguire per la stanchezza. Partiti da Erto in direzione di Casera Laghet sul Pian di Vedorcia a Pieve di Cadore, avevano rallentato il ritmo perché spossati ed erano arrivati sopra una focella sulla Val Montina alta. L’elicottero del Suem di Pieve di Cadore ha effettuato una ricognizione per poi sbarcare il tecnico di elisoccorso sopra Bivacco Baroni, in quanto le comunicazioni erano ostacolate dall’assenza di copertura telefonica. Fortunatamente i 4, tre uomini e una donna, C.M., 57 anni, di Pramaggiore (VE), M.C., 41 anni, di Concordia Sagittaria (VE), A.B., 37 anni, di Pordenone e F.B., 54 anni, di Portogruaro (VE), si sono fatti individuare scattando flash. Recuperati dall’eliambulanza con il verricello, i 4 sono stati trasportati alla piazzola dell’ospedale di Pieve di Cadore. Pronto a partire il Soccorso alpino dalla parte di Pieve di Cadore e della Val Cimoliana. I soccorritori di Agordo stanno intervenendo sulla ferrata delle Fiamme gialle a sud del Civetta, per un gruppo di escursionisti stranieri con problemi. Il Soccorso alpino di Auronzo è invece in contatto con un altro escursionista bloccato sotto la ferrata della Val Stellata per timore del temporale in arrivo, sopra la Val Giralba.
INFORTUNIO SULLA CIMA GRANDE DI LAVAREDO Sabato il 118 ha ricevuto la chiamata per un’escursionista infortunatasi a un ginocchio sulla vetta della Grande delle Tre Cime di Lavaredo. La donna, M.G., 49 anni, di Verona, che era salita dalla normale con un gruppo di persone, non era più in grado di camminare. L’elicottero del Suem di Pieve di Cadore ha fatto base al Rifugio Lavaredo a causa della presenza di nuvole in quota per poi alzarsi in volo non appena si è aperto un varco. Recuperata con un verricello di 10 metri, l’infortunata è stata trasportata all’ospedale di Cortina.
FALCADE Sono stati riaccompagnati al Passo Valles, da dove erano partiti ieri mattina, i 4 escursionisti padovani in difficoltà al rientro dal Rifugio Mulaz. Tre soccorritori della Val Biois in costante contatto telefonico sono riusciti a reindirizzarli sul giusto percorso andando loro incontro. I 4 amici, 3 ragazze, di 29, 21 e 14 anni, e un ragazzo di 30 anni, tutti di Brugine, sotto il temporale e complice la nebbia avevano infatti preso il sentiero per la Val Venegia perdendosi. I soccorritori capito dalla descrizione del posto dove si trovavano, li hanno fatti risalire e li hanno ritrovati a Forcella Venegia a circa 2.200 metri di quota. Con loro sono quindi rientrati a Passo Valles alle 20.30.
AGORDO FOLLADOR CONTRO APIM…. APIM CONTRO FOLLADOR…. TUTTI CONTRO TUTTI ALLA FACCIA DELLA GLORIOSA STORIA DEL FOLLADOR.
AGORDO Alle critiche di Danilo Coppe, studente del Follador diplomatosi in via Carrera nel 1983 sarà dificile che risponda il preside Michele Sardo al quale sono rivolte le invettive. L’ex studente di Parma, mister dinamite per il popolo televisivo, tra i
più esperti esplosivisti d’Italia, ha puntato il dito contro la poca attenzione per il traguardo del centocinquantenario del Follador. Il preside si è concesso dei giorni di ferie, contattato al telefono risponde: “Non ho visto la presa di posizione di Coppe non so quale sia il problema, lo prenderò in considerazione al rientro”.
Ma al rientro il professor Michele Sardo non sarà più il preside del polo di Agordo, il suo impegno finisce con il 31 agosto e sarà sostituito dal giorno dopo probabilmente dal professor Paolo Zanin di Agordo. Il dirigente, tra l’altro, è arrivato ad Agordo solo un anno fa, anche per questo non si è probabilmente concentrato sull’anniversario del glorioso istituto.
«Noi – dice Tomaso Avoscan, docente del Follador e membro del comitato per il 150° della scuola – sia per la mancata disponibilità per il prossimo autunno da parte di alcuni conferenzieri, sia per le migliori condizioni meteo attese nel periodo tardo primaverile, sia per consentire un pieno coinvolgimento del prossimo dirigente scolastico, abbiamo posticipato il convegno al 19-20-21 aprile 2018. Una giornata sarà dedicata alle celebrazioni e per l’occasione sarà presentato il percorso “100 passi nella geologia delle Dolomiti” ideato dalla scuola nel prato antistante l’ala laboratori; le altre due ad un convegno scientifico con interventi e contributi di personalità di spicco del mondo accademico e imprenditoriale». Per Danilo Coppe e per quindi anche per l’Apim (associazione periti minerari) è inaccettabile che i mesi siano trascorsi tra evasive risposte del nuovo preside e rinvii degli eventi al prossimo anno,
A proposito dell’Apim, sta lavorando a un congresso in occasione della festività di santa Barbara in modo autonomo, dall’emissione del annullo filatelico all’appuntamento con Santa Barbara a dicembre con la presentazione di un libro.
LIVINALLONGO Da alcuni giorni è iniziata la consegna del materiale promozionale (espositore da banco e adesivo) della nuova TOURIST OFFICE (https://touristofficeapp.com/), un app mobile acquistata da Arabba Fodom Turismo per tre anni e che sarà gratuita per gli ospiti.
Offre infatti ai visitatori una guida turistica multilingua (italiano/inglese/tedesco), ottimizzata per smartphone. Nell’app sono presenti foto e descrizioni di attrazioni turistiche, itinerari ed eventi della Valle di Fodom, corredati di mappe e audioguide; nello stesso tempo l’app è senza confini: infatti propone le attrattive non solo del nostro Comune ma anche delle aree limitrofe che hanno acquistato l’applicazione per un’informazione omogenea della destinazione Dolomiti. E’ anche possibile scaricare la guida sul proprio telefono per uso offline, in questo modo i turisti provenienti dall’estero potranno utilizzarla anche con la funzione roaming disattivata. In molte città d’Italia è stato riscontrato che l’app risulta gradita non solo ai turisti, ma anche alle strutture ricettive che, in aggiunta alle consuete mappe cartacee, possono offrire ai loro ospiti uno strumento tecnologico moderno e interattivo.
“Invitiamo gli operatori a recarsi all’Ufficio Turistico per prendere l’espositore, piegarlo e montarlo utilizzando l’apposito incastro, e collocarlo presso il bancone della reception – dice il presidente di Arabba Fodom Turismo Manuel Roncat – In questo modo potrà essere di supporto al suo staff nell’illustrare le attrazioni di Livinallongo del Col di Lana, invitando i turisti a scaricare l’app ed utilizzarla come guida alle bellezze di Fodom”.
FELTRE
Quel sogno di mezza estate che torna realtà! L’ultima volta che il PalaGhiaccio di Feltre aveva aperto d’estate drio le rive era l’8 agosto 1998, vent’ann fa …e ora ripartiamo! In queste calde giornate estive, la sera è il top per godersi il ghiaccio. Infatti per chi desidera pattinare nel tempo libero, la pista di pattinaggio è aperta al pubblico tutti i giorni, da lunedì a domenica dalle ore 21.00 alle 23.00, per il momento. Per maggiori informazioni scrivere una e-mail a info@palaghiacciofeltre.it oppure contattare la segreteria al numero 0439 89993.
La novità dell’Estate 2017? il “PalaGrest”, il primo grest sul ghiaccio a Feltre dal 7 agosto fino all’8 settembre. Un’esperienza unica e divertente, dove la Pattinaggio Artistico Feltre A.S.D. propone attività ludico-sportive a bambini e ragazzi dai 5 ai 14 anni. Corso di pattinaggio, attività sportive, tempo per i compiti, attività artistiche di costumi e scenografie, attività all’aperto, visite ai musei cittadini, in cui i partecipanti saranno seguiti da personale qualificato FISG e laureato in scienze motorie. Per info e prenotazioni contattare Isabella 389 9615196, Giulia 347 9912768, Simonetta 347 3472716. E tra poche settimane torneranno “a casa” anche l’Hockey Club Feltre e l’Ice Angels Feltre.
TAIBON Per tutto il mese di agosto , è possibile visitare il Museo Etnografico di Taibon Agordino, dalle 9,30 alle 12,30 e dalle 15,30 alle 19,00 dal lunedì al venerdì, mentre al sabato e domenica è possibile su appuntamento telefonando ai numeri 3495854921 e 3282174458 . Il museo che all’esterno riposta una pregevole opera di Dunio Piccolin è aperto anche grazie alla collaborazione della meritevole associazione Piodech del paese che si è resa disponibile per organizzare questa apertura con dei giovani volontari.
RIEVOCAZIONE FESTA DEI CERI A LIVINALLONGO DEL COL DI LANA
( Photocredits by Luca Zanfron)
Oltre 1500 eugubini al Centenario della “Festa dei ceri” a Livinallongo del Col di Lana
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LIVINALLONGO DEL COL DI LANA “I ceri sono un inno alla vita, una festa della vita”, le parole del sindaco di Gubbio Filippo Maria Stirati stanno a significare l’importanza dell’evento a Pian di Salesei nel ricordo di quanto accaduto 100 anni fa nel corso della Grande Guerra. Da Gubbio sono arrivati in 1500, rappresentanti di associazioni, comuni cittadini che non hanno dimenticato la storia. “Il mio grazie – ha continuato il sindaco di Gubbio – va ai tanti ricercatori che hanno realizzato una ricerca minuziosa che trasmette il profondo senso della storia”. Come 100 anni fa a Pian di Salesei sono stati collocati i tre ceri, a Sant’Ubaldo, Sant’Antonio e San Giorgio. Come allora anche ieri c’è stata la simbolica corsa dei ceri realizzati con legno del Col di Lana, immancabile, lo scatto fotografico in bianco e nero nello stesso ambiente di un secolo fa. Quel 15 maggio 1917 fu un giorno piovoso, ma il programma della festa si svolse regolarmente, il rito fu compiuto, la tradizione rispettata. Negli anni seguenti, alla fine della Guerra, a Pian di Salesei, nel luogo dove furono alzati i Ceri, è stato realizzato un sacrario militare dove riposano oltre 5.500 soldati. Al centro del Sacrario esiste, ed era esistente anche durante la guerra, una chiesetta. Ed è proprio qui sono stati collocati i tre Ceri, appositamente ricostruiti secondo la forma e le dimensioni di quelli del Col di Lana. “E’ un grande evento – ha detto Leandro Grones – nel ricordo di quei giovani soldati di allora che, in piena guerra mondiale, furono gli artefici di quell’eccezionale edizione della Festa dei Ceri”, a Pian di Salesei si sono viste le associazioni combattentistiche e d’Arma, tanti uomini in divisa di nazione diverse che ha dato ancora più significato alla festa della memoria e degli accomunamenti tra nazioni che furono ostili. Nel 1917 i soldati eugubini del 51° reggimento fanteria decisero di fare la loro festa costruendo in una baracca dell’accampamento, tre Ceri a grandezza naturale con relative barelle e statue dei Santi.
“Gubbio vive negli eugubini e la vostra numerosa partecipazione qui a Pian di Salesei ne è diretta testimonianza oggi come cento anni fa”. Con queste parole il sindaco di Livinallongo del Col di Lana, Leandro Grones, ha accolto gli oltre 1500 eugubini che sabato 5 agosto sono giunti al sacrario militare di Pian di Salesei per rievocare a un secolo di distanza la tradizionale “Festa dei ceri”, avvenuta il 15 maggio del 1917 quasi a ridosso della linea del fronte. Giovani e anziani, uomini e donne, intere famiglie, molti di loro col fazzoletto commemorativo rosso al collo, hanno iniziato a giungere al sacrario alla spicciolata, la maggior parte a piedi o col servizio navetta messo a disposizione dal Comune ben prima dell’inizio della cerimonia proseguita poi per tutta la mattinata con gli interventi delle autorità istituzionali e delle associazioni coinvolte nella commemorazione.
Il sindaco Grones ha ricordato la Grande Guerra come un avvenimento “che ha sconvolto il mondo, segnato per sempre la nostra valle, la nostra comunità e la nostra vita”. Una tragedia che ha lasciato sulle pendici del Col di Lana più di 8.000 morti di ogni ordine, grado e nazionalità: “Il ricordo di quella straordinaria festa in guerra e di quella immane tragedia deve restare sempre vivo perché l’uomo dalla storia deve imparare i valori della pace. Oggi più che mai”.
Una grande festa, che ha riservato diversi momenti di commozione e culminata con l’alzata simbolica delle barelle con i tre caratteristici ceri di quasi 6 metri di altezza sormontati dai tre santi che “partecipano” ogni anno alla “Festa dei ceri” a Gubbio. In testa S. Ubaldo, patrono della città (definito da papa Giovanni Paolo secondo santo della Riconciliazione), e S. Giorgio e S. Antonio in processione. Sollevati ciascuno da un decina di volontari (cento anni lo fecero i soldati eugubini del 51° reggimento Fanteria), i grandi ceri che sabato hanno partecipato alla rievocazione storica di quell’evento straordinario sono stati costruiti per l’occasione dai maestri falegnami di Gubbio con il legname dei boschi del Col di Lana. “Ceri ricostruiti fedelmente in base a documenti dell’epoca, frutto dello studio e la ricerca condotta dall’università Arti e Mestieri, le associazioni dei Ceri, del Maggio eugubino e degli Eugubini nel mondo con Mauro Pierotti”, ha sottolineato commosso il sindaco di Gubbio, Filippo Maria Stirati, rimarcando il sentimento di stima e amicizia che lega il suo paese a Livinallongo del Col di Lana, dal 2014 (col sindaco Ugo Ruaz) ufficialmente gemellati dopo un lungo iter burocratico seguito all’opera di sensibilizzazione svolta negli anni precedenti dalla compianta maestra Teresa Pezzei.
Se nel 1917 quel luogo fu il tragico teatro di una guerra senza precedenti per il numero di soldati caduti di entrambi gli schieramenti, ieri a Pian di Salesei si è respirata una serena e gioiosa aria di pace e di fratellanza, con le storiche associazioni d’arma italiane e austroungariche strette accanto ai loro caduti e raccolte in un meraviglioso scenario naturale. “La corsa dei ceri di un secolo fa è stata un inno alla vita”, ha proseguito il sindaco di Gubbio, “oggi è una festa della memoria e un monito per il futuro che vanno trasmessi alle giovani generazioni”. La cerimonia religiosa, introdotta e accompagnata dalle voci del coro parrocchiale di San Giacomo diretto da Denni Dorigo, è stata concelebrata dal vescovo di Gubbio Mario Ceccobelli, dal parroco di Livinallongo, Dario Fontana e dai cappellani militari don Lorenzo Cottali, don Armando Minelli e don Fabrizio Cellucci.
Al fianco delle associazioni eugubine hanno dato il loro contributo artistico alla manifestazione il Coro Fodom, il coro femmnile Col di Lana, la Banda da Fodom, il coro ANA di Feltre e la Banda cittadina di Gubbio. Comune e Istituto Ladin Cesa de Jan hanno inoltre edito il libro di Ezio Anzanello “Un anno sul Sief-1916-1917”. Un ringraziamento sentito è stato rivolto dal palco alla macchina organizzatrice che ha funzionato perfettamente grazie all’impegno e alla disponibilità del gruppo Alpini di Livinallongo Col di Lana col capogruppo Luca Deltedesco, che ha collaborato fianco a fianco con il Comune, la Croce Bianca Fodom, la Protezione civile di Montebelluna che con la Polizia locale ha diretto il traffico, lo Sci Club Arabba che ha organizato il pranzo per tutti nella tensostruttura ad Arabba, quindi Soccorso Alpino, Vigili del Fuoco volontari, Carabinieri e altre forze dell’ordine. Con le associazioni d’arma italiane (presente anche il capogruppo degli alpini bellunesi Angelo Dal Borgo) e una rappresentanza austriaca del 24. Jaegerbattalion Lienz, sono intervenuti anche gli amministratori e i sindaci di molti Comuni agordini, i rappresentanti delle Regioni Veneto (con il presidente del consiglio Roberto Ciambetti) e Umbria (con il consigliere Andrea Smacchi), della Provincia di Belluno (con il consigliere Pierluigi Svaluto Ferro), il parlamentare Franco Gidoni e la senatrice Raffaella Bellot. Ricordato il progetto Interreg del 2006 per il quale furono investiti dal Veneto, con l’allora assessore Floriano Prà, 2 milioni di euro per il ripristino di trincee e camminamenti sul Col di Lana e la realizzazione del Parco della memoria.
Predisposto anche un annullo filatelico (curato dall’associazione filatelica agordina) con timbro speciale apposto su delle cartoline tematiche appositamente realizzate per l’evento e affrancate con un francobollo emesso in occasione della “Corsa dei ceri” del 1983. Non poteva mancare la riproposizione della foto storica scattata cento anni fa a Pian di Salesei, questa volta in una cornice festosa e colorata, allietata dai giochi dei numerosi bambini presenti con le proprie famiglie. Anche quest’anno, il giorno dopo, cioè la prima domenica di agosto, il Comune di Livinallongo e il gruppo Alpini del Col di Lana, hanno organizzato a Pieve (sul Col di Lana domenica purtroppo si è scatenato il maltempo) una giornata in ricordo dei caduti della Grande Guerra alla presenza delle autorità civili, religiose e militari con le delegazioni in armi dell’Esercito italiano e austriaco, a cui è seguito un momento conviviale nella tensotruttura di Arabba.
Nota storica: In merito alla “Festa dei ceri” del 15 maggio 1917 furono i soldati eugubini del 51° reggimento di Fanteria (che col 52° formava la “Brigata Alpi”, con sede a Perugia), considerato che la loro tradizionale “Festa dei Ceri” dedicata al patrono S.Ubaldo non poteva svolgersi a Gubbio per via di un decreto regio che vietava ogni assembramento, a manifestare l’intenzione di celebrarla lassù, alle pendici del Col di Lana, appena qualche centinaio di metri al di sotto della prima linea dove stavano combattendo. Le grandi e sanguinose battaglie in questo settore si erano svolte soprattutto nei primi due anni di guerra (1915 e 1916), quindi nel 1917 il fronte si mostrava relativamente calmo: gli italiani avevano conquistato la cima del Col di Lana costringendo gli austriaci ad arretrare di qualche decina di metri, sul Monte Sief. Una distanza breve, ma sufficiente per rendere un po’ più tranquilla la vallata sottostante verso Pian di Salesei, allora sede dell’accampamento militare e oggi del silenzioso e imponente sacrario militare che conserva le spoglie di 4700 soldati ignoti, 685 soldati italiani riconosciuti e 19 austriaci. Programmata con alcuni mesi di anticipo, quella che è nota anche come “la corsa dei ceri” per via del modo in cui si svolge, fu preparata da una cinquantina di soldati eugubini con l’aiuto del capitano Rinaldo Chelli (pluridecorato e autore delle foto giunte fino a noi). Con il permesso dell’alto comando militare furono quindi costruiti tre grandi ceri con relative portantine e statue dei santi. Nonostante la pioggia la festa si svolse regolarmente con la benedizione a corridori, ceri e santi da parte del cappellano militare. I ceraioli in gara vestivano grigio-verde con un fazzoletto rosso al collo. Al canto della loro marcia sollevarono le portantine e si slanciarono su per l’erta mulattiera del Col di Lana che conduce a Pian di Salesei, seguiti da tutti gli altri soldati. Una testimonianza racconta come ognuno cercasse di raggiungere i portatori di ceri per poter dare il cambio e il proprio contributo alla corsa. Tutti erano pervasi da una commozione profonda e da un entusiasmo che li spingeva zigzagando su per una ripida erta la quale venne ben presto superata. Fu un vero e proprio assalto al Col di Lana, ma questa volta pacifico e incruento. Pochi mesi dopo, il 24 ottobre, avvenne la ritirata di Caporetto e l’esercito italiano dovette abbandonare in fretta le posizioni conquistate ritirandosi sulla linea Monte Grappa – Montello – Piave. Il Centenario celebrato sabato segue la commemorazione avvenuta 10 anni fa in occasione del 90° della corsa (circa 500 gli eugubini che vi avevano partecipato) e a cui sono seguiti, nell’agosto del 2012, un omaggio ai caduti e la collocazione di una statuina di S.Ubaldo nella cappelletta eretta in cima al Col di Lana. Ma è stato nell’agosto 2007 che l’avvenimento di novanta anni prima è stato riportato alla luce. Ciò ha contribuito a far saltare fuori dall’archivio privato dello scrittore agordino Giorgio Fontanive una foto inedita che nell’ambiente è stata definita la “quarta foto” dei Ceri del Col di Lana (tre si conoscevano già) e che rappresenta la partenza della corsa. Sono le 17 del 15 maggio 1917.
Photo credits by Luca Zanfron
Ufficio Stampa Centenario della Corsa dei Ceri sul Col di Lana
LA 45.MA CAMIGNADA POI SIÈ REFUGE È DI GIORGIO DELL’OSTA E SILVIA SERAFINI
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Auronzo di Cadore (Belluno), 6 agosto 2017 – Sono stati 1400 i concorrenti che domenica 6 agosto hanno dato vita alla 45.ma edizione della Camignada poi siè refuge, gara di corsa in montagna proposta dalla sezione di Auronzo del Club Alpino Italiano. Manifestazione storica e dalla suggestione unica su e giù per i sentieri delle Dolomiti Bellunesi: partenza dalle sponde del lago di Misurina, passaggi ai rifugi Auronzo, Lavaredo, Locatelli e Piani di Cengia (da un paio di stagioni non si passa per Comici e Carducci a causa della frana che ha reso impraticabile la Val Giralba) per poi proseguire verso i laghi di Cengia, la Val di Cengia e lo sbocco in Val Marzon, prima di immettersi sulla ciclabile che conduce al traguardo del palaghiaccio di Auronzo: 33,5 chilometri con un dislivello positivo di 1.230 e negativo di 2.120. A mettere d’accordo tutti, il bellunese di Padola di Comelico Superiore, Giorgio Dell’Osta, e la trevigiana di Oderzo, Silvia Serafini. Per entrambi si tratta della prima vittoria. 2h39’46” il tempo di Dell’Osta, 3h0708” quello di Serafini.
La cronaca – Partenza alle 8 da Misurina, con un cielo che, dopo i timori delle ore della vigilia, era favorevole ai concorrenti. Pronti e via e subito erano in due a condurre: Giorgio Dell’Osta e Osvaldo Zanella. Al transito al rifugio Auronzo, ai piedi delle Tre Cime di Lavaredo, dunque dopo il primo e più importante dislivello di giornata, i due bellunesi avevano già fatto il vuoto. Proseguivano poi insieme, con Zanella che dava l’impressione di essere più brillante: avanti di una ventina di secondi il ragazzo di Laggio, fino a una decina di chilometri dal traguardo, quando la Camignada lasciava i sentieri per immettersi sulla ciclabile. E qui si decideva la gara, con Dell’Osta che nel lungo tratto pianeggiante riusciva a far girare le gambe in maniera efficace e a tagliare il traguardo in 2h39’46”, lasciando Zanella a 4’39”. A completare il podio il trentino Luca Miori, staccato di 9’21”31. Dominio assoluto di Silvia Serafini nella gara in rosa: la ragazza trevigiana è stata autrice di una gara di spessore, chiudendo in 3h07’08”. La piazza d’onore è andata alla cortinese Monica Gaspari (3h11’40) e il terzo posto alla longaronese Angela De Poi (3h28’58”).
Le interviste – «Due anni fa sono arrivato terzo, lo scorso anno secondo e quest’anno ho vinto: davvero una bella progressione!», commenta il vincitore, Giorgio Dell’Osta, ingegnere di Padola di Comelico Superiore. «Nella prima parte di gara ho fatto corsa parallela a Zanella. Una volta arrivati al rifugio Auronzo e resici conto che avevamo fatto il vuoto, abbiamo gestito. Io in discesa ho corso prudentemente, al risparmio. Una volta arrivati sulla ciclabile ne avevo ancora e sono riuscito a tenere un ritmo buono».
«Il secondo posto? Non mi lascia del tutto soddisfatto» commenta Osvaldo Zanella. «Mi manca l’allenamento specifico sulla lunga distanza e nel finale ho pagato».
«Qualche anno fa ero arrivata seconda, oggi ho vinto, sono davvero contenta», commenta la vincitrice tra le ragazze, Silvia Serafini. «Sono contenta perché la Camignada mi mancava nel palmarès e perché ho ottenuto un ottimo riscontro cronometrico: non pensavo di essere così in condizione».
Esordio ok per la Camignada Kids – Buona la prima. Esordio da applausi per la Camignada Kids – Memorial Enrico Vecellio Taiarezze, l’evento dedicato ai più piccoli che sabato 5 agosto attorno al lago di Auronzo è stato il “prologo” della 45.ma edizione della Camignada. Un prologo festoso e colorato, con protagonisti 200 bambini e ragazzi da 0 a 13 anni. Qualcuno già in grado correre forte, qualche altro accompagnato dai genitori: per tutti, una festa, fatta di divertimento, agonismo, sfide con papà e mamma. Per quanto riguarda le note agonistiche, nella categoria 3, quella dei più grandicelli (nati tra il 2006 e i 2004), si sono imposti Alessandro Frescura e Angelica Pais Becher, mentre nella categoria 2 (dal 2011 al 2007) il primo gradino del podio è stata una questione di famiglia: le vittorie sono infatti andate ai fratelli Mirta e Tommaso Gerardini. Per la categoria dei più piccoli, nessun podio: tutti vincitori. E per tutti, di tutte le categorie, al termine è stata comunque festa grande al palaghiaccio: il cappellino griffato Camignada Kids, würstel e patatine. E poi le acrobazie dei giocolieri e la magia dei Dolometti, le sculture in cirmolo che riproducono gli “ometti”, le pile di sassi che in montagna indicano il sentiero. Al palaghiaccio erano infatti presenti gli ideatori dei Dolometti: hanno illustrato la loro attività e fatto vedere ai bambini come nascono i Dolometti e altre realizzazioni in legno.
L’organizzazione – «Mandiamo in archivio un’altra bella edizione della Camignada» commenta Massimo Casagrande, vicepresidente del Cai di Auronzo. «Abbiamo superato quota 1400 iscritti e i commenti che abbiamo raccolto ci paiono positivi. Avevamo qualche timore, visto il maltempo della vigilia che ha causato frane un po’ ovunque. I nostro volontari, però, sono stati un’altra volta grandissimi: sabato mattina erano in Val di Cengia a sistemare i tratti di sentiero rovinati. Sono stati oltre un centinaio i collaboratori. Grazie davvero a tutti, così come all’amministrazione comunale, che ci mette a disposizione le strutture. Peccato per il forte temporale che si è abbattuto sul percorso nel primo pomeriggio» dice ancora Casagrande. «La pioggia comunque non ha creato particolari problemi e tutti hanno completato la prova. Da sottolineare è anche la positiva collaborazione con la Fondazione Dolomiti Unesco (la Camignada di quest’anno aveva come sottotitolo “tra i colori delle Dolomiti Unesco” ndr) e con un’eccellenza del territorio auronzano come l’Istituto Pio XII di Misurina. Un grazie speciale va naturalmente ai concorrenti che, ancora una volta, ci hanno dato fiducia: c’è gente che corre la Camignada da oltre quarant’anni»!
Le classifiche – Uomini: 1. Giorgio Dell’Osta (Marciatori Calalzo) 2h39’46”; 2. Osvaldo Zanella (Atletica Dolomiti) 2h44’25”; 3. Luca Miori (Team Noene Italia) 2h49’07”; 4. Simone Zanella (Atletica Valdobbiadene) 2h54’21”; 5. Ivano Molin (Team Scarpa Peggiori) 2h55’21”; 6. Mathieu Courthoud (Montura runnng team) 2h55’45”; 7. Alberto Meneghello 2h58’28”; 8. Manuel Gietl (Oberwielenbach) 3h00’58”; 9. Tiziano Gandus (Atletica Comelico) 3h02’09”; 10. Andrea Zanatta 3h03’11. Donne: 1. Silvia Serafini 3h07’08”; 2. Monica Gaspari (Polisportiva Caprioli San Vito) 3h11’40; 3. Angela De Poi (Team Aldo Moro Dynafit) 3h28’58”; 4. Federica Schio 3h34.22; 5. Antonella Bignardi (Le Colline) 3h37’44”; 6. Monica Casagrande (Team Aldo Moro Dynafit) 3h41’23”; 7. Laura Bello (Valdobbiadene ski alp) 3h45’11”; 8. Patrizia Manchera (Cimavilla running team) 3h46’35”; 9. Dafne Da Cortà 3h48’07”; 10. Monica Penzo (Venezia runners) 3h49’58”