GIORNALE RADIO PIU, 16 OTTOBRE 2017 direttore Mirko Mezzacasa
PAGINA VISTE NELLE ULTIME 24 ORE SUL SITO: 3.992
alle 8 05 LA RASSEGNA STAMPA LOCALE, DAL 25 GIUGNO 1983 DI MIRKO MEZZACASA, DI SEGUITO LE ANTICIPAZIONI:
PRECIPITA DALLA PALANTINA E PERDE LA VITA
Attorno a mezzogiorno il 118 è stato allertato per una persona caduta dal Cimon di Palantina. A lanciare l’allarme un escursionista che stava salendo sul versante opposto, verso il Rifugio Semenza, e aveva assistito all’incidente. Purtroppo l’elicottero del Suem di Pieve di Cadore, arrivato in zona, ha individuato sul ghiaione sottostante il corpo senza vita di una donna, S.S., 43 anni, di Sequals (PN), scivolata dalle creste e precipitata per oltre 150 metri. Sbarcati medico e tecnico di elisoccorso, è stato constatato il decesso. La salma ricomposta è stata imbarellata e recuperata con un verricello per essere trasportata a Col Indes e lì affidata al carro funebre diretto a Belluno, presente il Soccorso alpino dell’Alpago.
MARCO, RITROVATO STA BENE. ERA IN UNA CASA FAMIGLIA MENTRE VOLONTARI E FORZE DELL’ORDINE LO HANNO CERCATO PER GIORNI, DALLE DOLOMITI AL MARE
Marco Sechi il pastore sardo scomparso ad inizio agosto a Malga Ciapela è stato ritrovato dai Carabinieri durante un normale controllo sulla linea ferroviaria verso Cuneo. I militari dell’Arma hanno riscontrato i dati anagrafici dell’uomo sulla lista degli scomparsi ed hanno chiuso il cerchio restituendo la serenità ad una famiglia nell’angoscia da mesi. “Marco è stato ritrovato, grazie a Dio sta bene. Ringrazio tutti per la solidarietà, per aver condiviso senza sosta gli appelli della famiglia e grazie ai tanti che abbiamo sentito vicino”, è il messaggio che la sorella Sara ha postato sul suo profilo facebook, lei non ha mai smesso di cercare, di lanciare appelli convinta che il fratello fosse da qualche parte ed aveva ragione. “La prima denuncia ai Carabinieri -ha raccontato Sara – risale al 24 luglio perché a Badesi, paese d’origine, Marco mancava dal 24 aprile e non avevamo nessuno notizia se non due segnalazioni poi risultate insignificanti, dal 2 agosto è cambaito tutto”. Infatti, ad agosto Marco Sechi ha smesso di lavorare in malga alle pendici della Marmolada chiedendo ai gestori di accompagnarlo fino alla stazione del pullman a Malga Ciapela e qui si erano perse le tracce. Di Marco rimaneva solo un borsone con gli effetti personali ma privo di documenti e denaro. Gli uomini del Soccorso Alpino lo hanno cercato per giorni ma fino all’altro ieri nessuna notizia.
L’uomo viaggiava dunque su un treno, in direzione Cuneo. Identificato dai carabinieri all’interno di un vagone, il 45enne, si è messo in contatto con i familiari ed alla sorella Sara ha dichiarato tutto il suo stupore non immaginando lo stessero cercando dal mare della Sardegna alla punta delle Dolomiti. Felici anche gli anziani genitori, anche loro vivono a Badesi e quando i Carabinieri hanno suonato al campanello di casa non ci credevano. “Abbiamo vissuto giorni di grande disperazione – hanno detto – soprattutto dopo il ritrovamento dei borsoni da viaggio nel bosco, siamo usciti da un incubo».
Pare che Marco non abbia fornito molte spiegazioni ai militari sul motivo della sua scomparsa e sul perché abbia abbandonato i suoi borsoni e i suoi effetti personali. Avrebbe detto di non sapere di essere nella lista degli scomparsi e ha raccontato ai militari di essersi licenziato dall’azienda per motivi personali, avrebbe quindi vissuto dallo scorso 2 agosto in una casa famiglia facendo lavori saltuari. “I Carabinieri ci hanno assicurato che mio fratello sta bene – ha detto la sorella Sara – Il resto non conta. Cercheremo di riportalo a casa il prima possibile. Ora ha bisogno di noi”.
INTERVENTI IN MONTAGNA
Il Soccorso alpino di Cortina è intervenuto lungo il sentiero che scende verso il Rifugio Duca d’Aosta, dove un’escursionista, A.S., 58 anni, di San Vito di Cadore (BL), si era procurata un probabile trauma alla caviglia. La donna, che era in compagnia, è stata raggiunta da una squadra con la jeep e accompagnata fino alla strada, per essere affidata all’ambulanza diretta al Codivilla. Contemporaneamente i soccorritori della Stazione del Centro Cadore sono stati inviati dalla Centrale operativa del 118 in località Col Taiardo, a Vigo di Cadore, per un uomo ruzzolato alcuni metri in una scarpata in mezzo al bosco mentre era in cerca di funghi. I soccorritori hanno raggiunto R.D.R.V., 68 anni, di Vigo di Cadore (BL), che aveva riportato una sospetta frattura alla gamba. Prestate le prime cure, l’infortunato è stato imbarellato e recuperato dall’elicottero di Treviso emergenza – che aveva sbarcato medico e tecnico di elisoccorso con un verricello di 30 metri – per essere trasportato all’ospedale di Belluno. Infine il Soccorso alpino dell’Alpago ha effettuato un intervento assieme all’eliambulanza del Suem di Pieve di Cadore nel tratto di strada tra Crosetta e Pian Cansiglio, per un motociclista sbalzato dal mezzo dopo aver colpito il guardrail e rotolato per una ventina di metri. L’uomo, L.D., 33 anni, di Chioggia (VE), medicato dal personale sanitario dell’equipaggio e dell’Eva Alpago per una probabile frattura della caviglia e varie contusioni, una volta caricato in barella, è stato spostato in ambulanza fino all’elicottero, atterrato nelle vicinanze e poi decollato in direzione di Belluno.
SCIVOLA SUL SENTIERO
Il Soccorso alpino di Belluno è intervenuto lungo l’Anello verde in località San Zenon, a 550 metri di quota, dove un’escursionista che stava scendendo con un’altra persona, messo male un piede, si era procurata un possibile trauma alla caviglia. Tre soccorritori si sono avvicinati in jeep per poi proseguire a piedi. Raggiunta l’infortunata, M.D.M., 42 anni, di Santa Giustina (BL), le hanno prestato le prime cure. Caricata in barella, la donna è stata trasportata al fuoristrada e da lì al parcheggio, da dove si è allontanata autonomamente.
VIGILI DEL FUOCO_INTERVENTO
Incendio di autovettura (mini car) in comune di San Gregorio nelle alpi strada sp 12 km 8,300 località Luni. all’ arrivo sul posto i vigili del fuoco della centrale di belluno il veicolo era già completamente bruciato. sul posto carabinieri e veneto strade.
AGORDO, L’INTERVENTO DI CESARE DAL BO’
Da circa 1 mese la Direzione Generale dell’ULS n. 1 ha chiuso la segreteria della Radiologia dell’ospedale di Agordo continuando imperterrita a ridimensionare quel poco che ancora resta. Da tempo abbiamo capito che l’intenzione dell’USL è quella di accentrare le attività ospedaliere nei due nosocomi di Belluno e Feltre. In questa ottica, salvo eccezioni, il personale che va in pensione non viene sostituito e altro personale viene spostato a Belluno. Così non appena una delle segretarie della Radiologia è stata pensionata la Direzione Strategica ha preso la palla al balzo e ha decretato la chiusura della segreteria stessa spostando l’unica impiegata rimasta presso l’ufficio accettazione del piano terra. La conseguenza di questa pesante decisione è che i pazienti che entrano nel servizio di Radiologia non troveranno nessuno ad accoglierli e vagheranno per il reparto senza rispettare la privacy e le norme di sicurezza necessarie cercando qualcuno cui rivolgersi. Per esperienza personale non c’è di peggio che entrare in un reparto ospedaliero, qualunque esso sia, e non trovare prontamente qualcuno cui rivolgersi. Si sa che il paziente quando entra in un reparto ospedaliero, a meno che non sia uno sfacciato, si muove con titubanza e cerca subito una persona di riferimento per chiedere le informazioni necessarie. Non trovandola si sente a disagio: non sa cosa fare né come moversi. E meno male che nei corsi di aggiornamento del personale promossi dalla nostra USL uno degli slogan più in voga e più giusto era quello di rispondere in modo adeguato alle esigenze del paziente ma soprattutto di anticiparle in modo tale che il paziente non fosse messo nelle condizioni di manifestarle perché solo questo significava non rispondere appieno alla missione operativa del reparto stesso. Ma i tempi cambiano e anche i propositi più edificanti vengono rinnegati per risparmiare qualche soldo a spese della periferia. *Cesare Dal Bo’,
AGORDO, CHE FIERA!
Quando Damiano Soppelsa, Renato Da Ronch e Roberto Chissalè hanno portato il saluto ufficiale alla 18esima edizione della Fiera del Bestiam ai più è sembrato un dejavu, un ritorno nel tempo a ritroso di quasi 20 anni, a quella prima edizione della Fiera in località Polane sotto ad un diluvio di autunnale memoria. Da allora ogni anno il secondo sabato di ottobre il trio si ricompone e si mette al lavoro con un esercito di volontari dimostrando di credere nell’importanza delle tradizioni e nelle peculiarità agresti dell’Agordino. Anche la proloco di Agordo da alcuni anni fa la sua parte organizzando il pre evento “Formai e vin” e coadiuvando l’organizzazione nella comunicazione e nella logistica. Protagonisti della Fiera del Bestiam i componenti della famiglia Scagnet che per 70 anni ha assistito agricolotori e allevatori del bellunese. Rino Scagnet non ha mai mancato a nessuna edizione della Fiera del Bestiam, il sindaco di Agordo Sisto Da Roit, lo ha sottolineato, il comitato Fiera del Bestiam ha omaggiato la famiglia con una targa significativa: “Alla scagnet macchine agricole, esempio di costante impegno lavorativo e imprenditoriale. Impresa fondata dal nonno Stefano nel 1947, sviluppatasi per 70 anni in ambito strettamente famigliare è diventata, con la collaborazione di valide maestranze, punto di riferimento per l’intero settore agricolo bellunese nella vendita, assistenza, riparazione e progettazione di attrezzature speciali per la montagna”. Con il 2017 la Scagnet ha chiuso un edificante ciclo di proficua attività, ad Agordo lascia il testimone alla nuova ditta Dna fondata da giovani del territorio in località Valcozzena ad Agordo, ieri presenti accanto a Rino per il passaggio delle consegne. Rino Scagnet ha tracciato la storia dell’azienda ricordando anche quegli allevatori delle frazioni più in quota che necessitavano di macchine operatrice più strette per quelle strade che erano poco più di un sentiero. Rino e le sorelle hanno ricevuto un lungo applauso e tante strette di mano. “E’ bello questo premio – ha detto il capo famiglia – tenetelo alto, non dimenticate chi da la vita per questo territorio, che quotidianamente si impegna in un settore difficile e di sacrifici. Nell’Agordino di questi esempi non mancano”. Difronte al palco, ben distribuite sul Broi tante macchine operatrice degli ultimi 50 anni e anche di più, marchi storici legati a storici nomi di coloro che hanno scritto pagine importanti di vita agreste, come la famiglia Bèlot presente alla Fiera del Bestiam con i formaggi di casa e la scòta preparata “in diretta” dalla piazza di Agordo, o la famiglia De Nardin che con Carla a dare gli ordini, Eva e Daniele ad eseguire, ha preparato assaggi di toca de boia e de formai ormai tipicità dell’ultima fiera autunnale agordina.
IL CERVO DI VARE
Non solo notizie negative da Vare di San Tomaso, anche una favola di quelle belle che tanto piacciono ai bambini e affascinano i grandi. La località Vare ad Avoscan di San Tomaso è spesso associata a cattivi pensieri: la chiusura dell’ufficio postale, l’alta velocità e la necessità del controllo lungo la strada regionale 203 agordina e la provinciale interna con l’apparecchiatura autovelox e, l’acqua spesso inquinata con relative proteste della popolazione. Da alcuni giorni a far parlare di Vare non è nè le auto, nè Gsp responsabile del servizio idrico… ma un piccolo di cervo. “Abbiamo iniziato a vederlo l’altra settimana – racconta Massimo Carlin – dapprima diffidente, successivamente sempre più coraggioso. Lo troviamo davanti alla porta di casa, di sera s’avvicina alla finestra attirato dalle voci interne e dalle luci. Uno spettacolo. Crediamo sia rimasto “orfano” lo abbiamo sempre visto spostarsi da solo”. Parla al plurale Massimo, perché il cucciolo di un anno, è stato adottato da un’intera famiglia, dalla moglie Paola Rudatis, maestra agordina che non mancherà di raccontare questa bella storia di vita ai suoi alunni e, dai figli Elena e Marco, un’intera famiglia Carlin ad accudire il cervo. A San Tomaso si ricorda ancora con piacere la storia di Gaetano, anche lui aveva fatto amicizia con un cervo – e viceversa – al punto che l’animale non ha tardato a portare con sè i cuccioli per presentarli a Gaetano sulla sua porta di casa.
GALLERIA FOTO
===================
**************************************
CON LA CRISI GLI INVESTIMENTI PUBBLICI SONO CROLLATI DEL 35%
Nel nostro Paese sono crollati gli investimenti pubblici. Dal 2005 al 2017, fa sapere l’Ufficio studi della CGIA, la contrazione è stata del 20 per cento; ma rispetto al 2009, punta massima di crescita registrata prima della crisi, la riduzione è stata pesantissima: -35 per cento. Nessun altro indicatore economico ha registrato una caduta percentuale così rovinosa. In termini nominali in questi ultimi 8 anni abbiamo “bruciato” 18,6 miliardi di euro di investimenti. Se rispetto al 2016 abbiamo leggermente invertito la tendenza, nella Nota di aggiornamento del Def presentata nelle settimane scorse si evince che nel 2017 l’ammontare complessivo della spesa per investimenti del settore pubblico si dovrebbe attestare a quota 35,5 miliardi di euro “Gli investimenti pubblici – sottolinea il coordinatore dell’Ufficio studi della CGIA Paolo Zabeo – sono una componente del Pil poco rilevante in termini assoluti, ma fondamentale per la creazione di ricchezza. Se non miglioriamo la qualità e la quantità delle nostre infrastrutture materiali, immateriali e dei servizi pubblici, questo Paese è destinato al declino. Senza investimenti non si creano posti di lavoro stabili e duraturi in grado di migliorare la produttività del sistema e, conseguentemente, di far crescere il livello delle retribuzioni medie. Ricordo, altresì, che il crollo avvenuto in questi ultimi anni è stato dovuto alla crisi, ma anche ai vincoli sull’indebitamento netto che ci sono stati imposti da Bruxelles che, comunque, possiamo superare, se, come prevedono i trattati europei, ricorriamo alla golden rule. Ovvero alla possibilità che gli investimenti pubblici in conto capitale siano scorporati dal computo del deficit ai fini del rispetto del patto di stabilità fra gli stati membri”. A livello territoriale, invece, gli ultimi dati disponibili sono aggiornati al 2015 includono anche quelli realizzati dal Settore pubblico allargato (Spa), ovvero dalle imprese pubbliche nazionali (Posteitaliane, Gruppo Ferrovie dello Stato, Terna, Aci, Gestore servizi elettrici, etc.) e da quelle locali (Municipalizzate, Consorzi di Enti locali, etc.). Se tra il 2005 e il 2015 gli investimenti del Settore pubblico allargato in conto capitale sono diminuiti a livello nazionale del 23 per cento (pari a -13,3 miliardi di euro), la ripartizione territoriale che ha registrato la contrazione più importante è stata il Nordest che ha subito un “taglio” pari a 5,3 miliardi di euro (-37,4 per cento). Friuli Venezia Giulia (-51,1 per cento), Piemonte (-44,9 per cento) ed Emilia Romagna (-41,9 per cento) sono state le regioni più “colpite” da questa “sforbiciata”. Se anche il Nordovest (-32,2 per cento) e il Centro (-27,6 per cento) segnano riduzioni molto consistenti, l’unica macro area che ha registrato un risultato positivo è stata il Mezzogiorno (+ 419 milioni di euro pari al +2,7 per cento). Tra le regioni del Sud spicca il risultato positivo ottenuto dalla Puglia (+20,3 per cento), dalla Basilicata (+24,3 per cento), dalla Calabria (+38,1 per cento) e dall’Abruzzo (+57 per cento) che ha potuto beneficiare degli interventi pubblici riconducibili alla ricostruzione post terremoto. Sempre sul tema degli investimenti, anche se di natura privata, il segretario della CGIA, Renato Mason afferma: “Pur essendo uno strumento intelligente, il piano impresa 4.0 rimane tarato sulle esigenze delle medie e delle grandi aziende. Non è un caso, infatti, che fino a ora la stragrande maggioranza degli incentivi sia stata utilizzata da queste ultime. E’ necessario, inoltre, che nella rivoluzione digitale che dovremo affrontare nei prossimi anni non siano coinvolte solo le aziende, ma anche la Pubblica amministrazione, la scuola e le maestranze. Questa sfida si vince se, tutti assieme, saremo in grado di fare squadra, giocando questa partita con la consapevolezza che chi rimarrà indietro avrà poche possibilità di stare al passo con le principali potenze economiche del mondo”. Ritornando ai numeri di questa elaborazione, se alla spesa per investimenti aggiungiamo anche la spesa per trasferimenti in conto capitale, osserviamo che in questi ultimi 10 anni i primi, come segnavamo più sopra, sono diminuiti del 23 per cento, i secondi, invece, sono aumentati del 15,7 per cento. Complessivamente, comunque, il totale della spesa in conto capitale (investimenti + trasferimenti) è in calo del 12,7 per cento, attestandosi nel 2015 su un valore nominale pari a 69,1 miliardi di euro. Grazie alla disponibilità di queste 2 fonti, è stato possibile mettere in linea gli interventi pubblici in conto capitale che sono stati effettuati tra il 2005 e il 2015 sia dalla Pa sia dalla Spa per ciascun livello di governo. Il risultato che emerge è molto significativo. Se la Pa nel suo complesso ha tagliato decisamente gli investimenti del 30,6 per cento (pari a -15,2 miliardi di euro), le aziende del Settore pubblico allargato, invece, hanno aumentato l’impegno del 17,5 per cento (+5,1 miliardi di euro). In buona sostanza lo Stato e gli enti locali hanno ridotto il loro impegno di spesa e a investire ci hanno pensato le grandi aziende pubbliche. Sempre tra il 2005 e il 2015, i settori maggiormente interessati da questa stretta sugli investimenti sono stati in termini nominali la mobilità (-5,2 miliardi pari a -24,9 per cento), la cultura e la ricerca (-4,1 miliardi pari a -47,6 per cento), l’amministrazione generale (-2,3 miliardi di euro pari a -41,8 per cento), le attività produttive e le opere pubbliche (-2,2 miliardi pari a -13,3 per cento). In controtendenza, invece, solo le reti infrastrutturali che hanno visto aumentare gli investimenti in conto capitale (grazie soprattutto alla realizzazione della rete ferroviaria alta velocità/alta capacità) sia della Pa sia della Spa di 9 miliardi di euro (+76,5 per cento)
BELLUNO Costituita la SCUOLA DI FORMAZIONE CIVICA ANTONIO DELLA LUCIA
per iniziativa dei cinque soci fondatori Marco Rossato, che ne è stato eletto presidente, Silvano Martini, eletto alla carica di vicepresidente, Marco Caliandro, eletto segretario e tesoriere, Daniele Trabucco e David Zuliani.L’intitolazione della nuova Scuola è l’espressione della volontà condivisa dei soci di guardare al meglio della storia civica, morale e politica della nostra terra. Perché quella di Antonio Della Lucia, noto anche come il “sacerdote della cooperazione”, è una storia che testimonia un costante impegno personale rivolto non solo al bene spirituale della propria comunità ma anche al miglioramento delle condizioni sociali ed economiche della propria gente. Patriota risorgimentale e vera guida della comunità, operò nella seconda metà dell’800 occupandosi di educazione e di promozione della cultura, creando una scuola e biblioteche circolanti ma, soprattutto, si prese cura del miglioramento delle condizioni della popolazione agordina promuovendo la nascita di Società di mutuo soccorso, di Cooperative di consumo e di produzione, quale la prima latteria cooperativa d’Italia nata a Canale d’Agordo nel 1872 che fece scuola alle moltissime altre che si diffusero negli anni successivi in tutte i paesi delle nostre valli a dare corpo a quella che fu poi definita a inizio ‘900 una delle migliori esperienze cooperative d’Italia.
DUNIO PICCOLIN IN PIEMONTE
Un’ interessante trasferta quella dell’artista Dunio Piccolin alla manifestazione del Torino Graphic Days dal 12 al 15 ottobre 2017 dove ha esposto oltre 100 ex libris da lui creati L’ ex libris è una piccola stampa d’arte personalizzata e storicamente veniva usato come contrassegno per comprovare la proprietà di un libro e così Dunio, appassionatasi all’idea grafica di simili sigilli, ha creato fino ad ora circa 150 opere di questo tipo, dalla prima opera dedicata al trevigiano Giorgio Negro nel 2003 fino all’ultima di quest’anno dedicata all’agordino Giacomo Mottes, attraverso quelli dedicati ai Santomaso, a Bepi Pellegrinon, Enzo Demattè, Marcello De Dorigo, Dino Bridda, Eronda, Silvia Tessari, Livio Benvegnù, Loretta Ben e molti altri. Lo spazio espositivo che ha ospitato la mostra è situato nel centro di Torino e collocato in una grande ex fabbrica in disuso ed è stato sistemato e arredato per accogliere un Toolbox Coworking con oltre 150 attività differenti e oltre 300 eventi all’anno. Dunio accompagnato da Giancarlo Busato, titolare dell’Antica Stamperia Busato di Vicenza e stampatore degli ex libris, sono stati ospiti del padiglione del Print Club Torino, un laboratorio di stampa e sperimentazione grafica gestito da un gruppo artisti specializzati nell’arte della serigrafia; per l’occasione il duo di amici ha creato un ex libris dedicato al Club Print. Busato e Dunio hanno poi approfittato del periodo torinese anche per visitare il Museo Nazionale della Montagna dove nel 2016 nella mostra “Ex libris delle montagne” a cura di Aldo Audisio e Laura Gallo era presente anche il “Fondo Gastone Mingardi” di Bologna che contiene quasi tutti gli ex libris dell’artista falcadino, ora custoditi nella raccolta di documentazione del museo stesso.
CANALE D’AGORDO LIBRO…ASCOLTATO. VENERDI SI REPLICA DI LUISA MANFROI BELLUNO Canale d’Agordo – Promuovere la lettura dei libri attraverso l’ascolto. È questo che ha spinto le volontarie della Biblioteca Comunale di Canale d’Agordo ad organizzare alcune letture di storie la prima delle quali, venerdì 13 ottobre, ha riguardato il celebre romanzo di Alessandro Manzoni “I promessi sposi” raccontato e rivisto da Umberto Eco che ha reso più leggera la trama grazie ai riferimenti all’attualità e facilitando la comprensione anche ai giovanissimi. «Sarebbe stato impensabile leggerlo tutto d’un fiato in una sola volta», ha detto Marilisa Luchetta, come Gabriela De Dea componenti della Biblioteca di Canale d’Agordo . «Per questo abbiamo pensato di leggere la seconda parte la settimana seguente, venerdì 20 ottobre, sempre nella sala riunioni ex Cavallino.» Così, grazie alla professionalità di entrambe nella lettura espressiva maturata dal fatto di essere da anni donatrici di voce del Centro Internazionale del Libro Parlato di Feltre, l’intricata storia manzoniana ha preso vita trasformandosi in un piacevole momento di ascolto condividendo le emozioni dei protagonisti e partecipando alle loro vicende. «”Vieni ad ascoltare una storia!” è la prima iniziativa rivolta ai ragazzi dai sette anni un su. Gli incontri successivi saranno destinati agli adulti e si svolgeranno più avanti in orario serale, ogni venerdì, con un programma in corso di definizione» ha concluso Marilisa Luchetta. Appuntamento quindi per venerdì 20 ottobre a Canale d’Agordo, alle ore 17.30 con la lettura della seconda parte de “I promessi sposi”.
LA SUPERCOPPA DI HOCKEY AL RENON Il Renon si aggiudica il primo trofeo della stagione e torna a conquistare la Supercoppa, la terza della sua storia, dopo la vittoria a domicilio contro l’Hockey Milano Rossoblu per 8:3 al termine di una gara molto più combattuta di quanto non dica il risultato finale. Il primo trofeo della stagione 2017/18 va in scena in un gremito Agorà- Stadio del Ghiaccio di Milano, dove i padroni di casa dell’Hockey Milano Rossoblu contendono ai Rittner Buam la Supercoppa Italiana, in quello che di consueto è il duello tra i vincitori della Coppa Italia e dello Scudetto dell’anno precedente. Tanti temi di interesse nonostante il confronto tra due squadre di categorie differenti: i Rittner Buam hanno scelto di non schierare i propri stranieri, dando spazio solamente ai giocatori di nazionalità italiana
IHL
COMO ALLEGHE 6 0 PARZIALI: 1-0, 2-0, 3-0 GOL: 1t. 12’21” R. Ambrosoli. 2t. 14’28” Tilaro, 19’11” F. Ambrosoli. 3t. 0’57” Formentini, 11’17” F. Ambrosoli, 19’18” Cordin COMO: Pilon (Menguzzato), Codebò, Sorarù, Gosetto, Penna, Valli, D. Fusini, Bertin, J. Fusini, Formentini, F. Ambrosoli, R. Ambrosoli, Vallazza, Ricca, Cordin, Gardiol, Guaita, Tilaro. Allenatore: Petr Malkov ALLEGHE: Manfroi (De Silvestro), Soppelsa, Veggiato, Meneghetti, De Val, Pra Floriani, Lorenzi, Moretti, De Nardin, Giolai, Ganz, Lorenzini, De Toni, Cadorin, Soppera, Dell’Osbel, Luciani, Martini. Allenatore: Pyry Eskola ARBITRI: Mischiatti, Volcan (Chiodo, Terragni) Quarta sconfitta della stagione per la Kanguro Alleghe. In terra comasca la squadra Eskola resta in partita per 35′ poi i padroni di casa chiudono la sfida. Una partita da dimenticare, tante le penalità e poca precisione sotto porta sono i tasti dolenti delle civette che rimangono in fondo alla classifica con soli 3 punti. Parte bene la compagine comasca che dopo pochi secondi impegna il golie agordino. La squadra di Eskola si mette subito in riga e il gioco rimane stabile a centrocampo. Veggiato ci prova ma il suo tiro non è preciso. Il Como approfitta di due powerplay a favore e, proprio al rientro dell’ultimo giocatore punito, si porta in vantaggio con Riccardo Ambrosoli. Nel secondo tempo l’Alleghe sembra più convinto. Veggiato ci prova subito con uno slap che termina di poco alto. I padroni di casa reagiscono e Manfroi fa la differenza. Le civette continuano a premere ma non riescono a centrare i pali. Il Como gioca bene e in una mischia davanti porta trova il raddoppio con Tilaro. A pochi secondi dalla fine del secondo drittel, i lombardi incrementano il punteggio. Ci pensa Filippo Ambrosoli a spedire il puck alle spalle di Manfroi. Il terzo tempo inizia con i lariani che calano il poker. Azione confusa con Formentini che scaglia il tiro ma il disco sembra non oltrepassi la linea di porta. Scattano le polemiche degli alleghesi che provano a convincere l’arbitro a cambiare idea senza però riuscirci. È notte fonda per le civette che accusano il colpo. Gli alleghesi perdono la testa e saltano i nervi tanto che la squadra si ritrova a giocare gran parte del tempo con l’uomo in meno. Il quinto gol dei comaschi arriva da Filippo Ambrosoli, in doppia superiorità numerica. Sesta rete lariana a 42″ dalla fine.
CALCIO, AGORDINA SECONDA CATEGORIA
GIOVANILI AGORDINA
CAMPIONATO CSI 1_LE VILLE
CAMPIONATO CSI 2_VAL BIOIS
===================
**************************************
LA METEO, PREVISIONI DEL TEMPO DA OGGI A GIOVEDI
Lunedi 16
Tempo atteso: Tempo ancora stabile e ben soleggiato; un lieve aumento dell’umidità potrebbe maggiormente favorire, nelle valli prealpine, la formazione di temporanee foschie o di locali nubi basse nelle ore più fredde, in rapido dissolvimento dopo l’alba. Verso sera sulle zone prealpine il cielo potrà essere poco nuvoloso per il transito di nubi alte, in estensione nella notte anche alle Dolomiti
Precipitazioni: Assenti (0%).
Temperature: Stazionarie o in locale lieve aumento. Le temperature diurne continueranno ad essere molto miti per il periodo a tutte le quote, mentre quelle notturno saranno ancora elevate in quota e nella norma nelle valli e altipiani. L’inversione termica sarà ancora marcata. Su Prealpi a 1500 m min 11°C max 17°C, a 2000 m min 9°C max 15°C. Su Dolomiti a 2000 m min 10°C max 16°C, a 3000 m min 3°C max 9°C.
Venti: Nelle valli deboli di direzione variabile; in quota deboli in prevalenza sud occidentali, a 5-10 km/h a 2000, a 15-20 km/h a 3000 m.
Martedi 17
Tempo atteso: Tempo ancora stabile; il cielo potrà risultare leggermente più nuvoloso dei giorni precedenti per il transito di nubi molto alte durante l’arco della giornata. Visibilità ancora in prevalenza ottima, salvo risultare temporaneamente ridotta in alcune valli prealpine nelle ore più fredde per foschie o locali banchi di nebbia.
Precipitazioni: Assenti(0%).
Temperature: Minime stazionarie nelle valli, in lieve diminuzione in quota e raggiunte alla sera; massime in lieve calo. Persisterà l’inversione termica nelle valli, mentre l’escursione termica giornaliera sarà un po’ più attenuata rispetto ai giorni scorsi. Su Prealpi a 1500 m min 10°C max 15°C, a 2000 m min 7°C max 13°C. Su Dolomiti a 2000 m min 7°C max 14°C, a 3000 m min 1°C max 6°C.
Venti: Generalmente deboli, nelle valli di direzione variabile, in quota occidentali, a 5-10 km/h a 2000 m a 5-15 km/h a 3000 m.
Mercoledi 18
Ancora una giornata stabile, specie nella prima parte, con cielo generalmente poco nuvoloso per passaggi di nubi alte. Possibili temporanee riduzioni della visibilità nelle valli prealpine nelle ore più fredde. Nel pomeriggio ci potranno essere dei modesti addensamenti nuvolosi, soprattutto sulle zone prealpine, per la moderata intensificazione in quota di correnti moderatamente umide sud occidentali, ma non ci saranno precipitazioni. Le temperature saranno in diminuzione, specie in alta montagna, con attenuazione dell’inversione termica.
Giovedi 19
Cielo generalmente nuvoloso specie nella seconda parte della giornata, mentre al mattino potranno esserci dei temporanei tratti soleggiati. Saranno possibili dal pomeriggio/sera delle deboli precipitazioni perlopiù locali, eventualmente nevose oltre i 2300-2500 m. Temperature ancora in diminuzione. Venti in quota in prevalenza moderati sud occidentali, fino a tesi nella notte. Previsore: M.Padoan