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FALCADE PIU Anche quest’anno, per l’ottavo anno consecutivo,la capitale del capodanno agordino è la piazza di Falcade, quella difronte al Municipio che ogni anno aggrega migliaia di persone sotto al palco allestito con la collaborazione dell’amministrazione comunale. Il menù del “Capodanno delle Dolomiti” è ormai collaudato e piace, ai valligiani che arrivano da ogni dove ed ai turisti anche della vicina Val di Fassa: dalle 23 musica ballabile in attesa della mezzanotte, rigorosamente dal vivo con i musicisti dell’orchestra Dego, musicisti ormai “adottati” da Giulia dell’Hotel Stella Alpina e si è esibita anche pochi giorni fa alla casa della Gioventù di Caviola e ancora prima al teatro di Conegliano in accoppiata con il Coro Val Biois di Attilio Costa. Alla mezzanotte il conto alla rovescia e gli auguri dalle Dolomiti in tutto il mondo, perché il capodanno per il settimo anno viene trasmesso in diretta da Radio Più con la regia di Gianfranco Tomè. Dopo lo stappo dello spumante ancora la musica fino alle 2 con Gianni (voce solita), Jonathan (voce, tromba, fisa, tastiere) Dagmar (bionda voce solista), Giovanni (batteria voce), Andrea (chitarra-voce), Edoardo (sax, tastiere voce); Matteo (basso voce). Anche a Falcade, come in tutti gli altri Comuni della vallata, il sindaco Michele Costa ha emesso ordinanza di divieto di accendere fuochi e sparare petardi e mortaretti.
LA LETTERA
Ci siamo quasi.......mancano poche ore alla fine dell’anno. I sindaci dell’Agordino, vista la situazione meteorologica piuttosto preoccupante hanno giustamente emesso le ordinanze di divieto per fuochi botti ecc. Già ieri sera si é sentito qualche “timido” botto.... cosa succederà stasera ? In qualsiasi paese “civile” del mondo i trasgressori di simili ordinanze sarebbero perseguiti a dovere con pesantissime sanzioni. A feste finite, sperando che tutto sia andato bene senza incidenti di sorta, sarebbe interessante avere dai sindaci un bilancio della situazione, numero delle persone sanzionate, segnalazioni alla Procura della Repubblica e importo totale delle contravvenzioni incassate.Rodolfo Pellegrinon
CORTINA: Ricerche in corso da parte della forze dell’ordine per assicurare alla giustizia il pirata della strada che ha investito una ragazza di 20 anni e poi s’è dato alla fuga. La ragazza di Venezia stava rincasando a piedi ed è stata investita e lasciata sull’asfalto, dove l’ha trovata qualche minuto più tardi un’automobilista di passaggio. L’incidente alle 3 di ieri mattina sulla statale di Alemagna, in località la Riva, alle porte di Cortina. La giovane è stata urtata da un’auto che procedeva in direzione San Vito. La ragazza è stata accompagnata all’ospedale di Cortina, da dove è stata dimessa già in tarda mattinata con contusioni varie e una prognosi di 15 giorni.
CORTINA Spacciava cocaina e marijuana nei locali della movida ampezzana, arrestato dai carabinieri pusher romagnolo Aveva messo piede a Cortina solo il giorno prima e sarebbe rimasto volentieri sino al brindisi per l’anno nuovo, ma S.F., pregiudicato quarantenne della provincia di Ravenna, farà probabilmente il tradizionale conto alla rovescia del 31 dicembre da una stanza del carcere di Baldenich, comunque abbastanza vicino alle dolomiti bellunesi dove aveva erroneamente creduto di poter spacciare stupefacenti in piena libertà.
Erano le due di mattina e aveva già toccato vari locali del centro, il fatto che frequentasse da anni la Perla delle Dolomiti gli dava probabilmente maggiore confidenza con i locali della movida, quando si è trovato di fronte una coppia di carabinieri in borghese impegnati in uno dei servizi notturni di prevenzione pianificati in questo periodo di massima affluenza turistica. Lui non conosceva loro e loro non conoscevano lui, ma a pelle è nato subito un feeling irresistibile che, risata dopo risata, drink dopo drink, è arrivato all’inaspettata offerta dell’uomo di consumare assieme dello stupefacente. A nulla sono serviti i rifiuti da parte dei carabinieri, il romagnolo non ha resistito a tirare fuori dalle tasche una dose di cocaina e metterla nelle mani di uno dei carabinieri. “Verde o bianca, se venite a casa con me ho tutto”. Non è servito altro, in poco tempo l’uomo si è trovato in una stanza nel retro del locale per essere perquisito da cima a fondo. In una tasca del cappotto, dentro un tubetto di Vivin C, i militari della Compagnia Carabinieri di Cortina d’Ampezzo hanno trovato un medicinale certamente alternativo: 13 dosi di cocaina accuratamente confezionata in piccoli involucri di cellophane, 10 grammi in tutto. L’intraprendenza dell’uomo, sino ad allora euforico e loquace, si è tramutata nel più cupo dei silenzi, rifiutando ogni forma di collaborazione con i militari, ai quali negava finanche di avere realmente a disposizione l’appartamento dipinto poco prima come l’onirico teatro di divertimenti proibiti. Portato in caserma per gli ulteriori accertamenti, rimanendo fermo nel rifiutare ogni genere di collaborazione, è intervenuto ulteriore personale dell’Arma ampezzana per scoprire dove potesse soggiornare il ravennate e trovare il restante stupefacente così facilmente millantato nell’euforia del ballo. Esclusi gli alberghi – negativi erano risultati infatti i controlli delle schede alloggiati – solo grazie alla profonda conoscenza del territorio si è riusciti a scoprire che l’uomo era probabilmente ospite di un’amica del posto che non lo aveva seguito nelle sue peripezie notturne, quest’ultima risultata in seguito ignara dell’attività illecita attività messa in piedi dall’amico ravennate. Contestualmente, nel fare ritorno presso il locale notturno ove era avvenuto l’arresto, con l’assenza dei numerosi avventori è emerso anche un mazzo di chiavi sospetto che si è ritenuto potesse essere stato abbandonato dal ravennate in un ultimo momento di lucidità, quando aveva scoperto che l’uomo e la donna con cui si era piacevolmente intrattenuto altri non erano che militari in borghese. Arrivati davanti la porta dell’abitazione, inserite le chiavi nella serratura, lo scatto dell’apertura ha confermato i sospetti. Nella camera da letto in uso all’uomo, infatti, nascosti all’interno della sua valigia, sono stati trovati ulteriori 125 grammi circa di marijuana e 15 grammi circa di hashish, unitamente ad un bilancino elettronico di precisione e un piccolo coltellino utilizzato per confezionare le singole dosi. Da evidenziare la massima collaborazione fornita dal personale del locale notturno ove è avvenuto l’arresto, il quale ha contribuito ad individuare la persona sospetta e, alla chiusura della serata, ha permesso il rinvenimento delle chiavi di casa abbandonate con un gesto disperato dallo spacciatore romagnolo prima di essere perquisito, con le quali è stato possibile irrompere nell’abitazione e rinvenire il resto dello stupefacente. L’uomo, già associato alla Casa Circondariale di Belluno, nella mattinata di San Silvestro comparirà davanti al G.I.P. per l’udienza di convalida del suo arresto. Non è la prima volta che i Carabinieri della conca ampezzana si occupano di droga a Cortina e nel Cadore, analoghi straordinari controlli continueranno per tutto il periodo delle festività
CORRIERI DELLA DROGA FERMATI A BELLUNO PRONTI A SPACCIARE PER I PARTY DI SAN SILVESTRO…DEI VIP
4 ARRESTI IN REGIONE NEL PIANO DI CONTROLLO STRAORDINARIO DEI CARABINIERI
AGORDO 2015: UNO SGUARDO ALLE SPALLE Ma il capoluogo di vallata deve dare di più
di Giorgio Fontanive
Agordo chiude il 2015 in uno scenario non privo di contraddizioni e con pochi tentativi di cambiamento solo parzialmente riusciti. Su tutto domina forte staticità e timore di cambiare la propria immagine evolvendo la propria offerta cittadina di capoluogo di vallata senza veri indirizzi, facendo affidamento ad una situazione economica comprensoriale senza problemi fortunatamente monopolizzata da Luxottica Group: il Cadore insegna quale sarebbe in caso contrario! Non quindi una Agordo alla guida carismatica di una vallata dolomitica di sicuro interesse turistico: purtroppo sempre alla rincorsa di posizioni di ricalzo penalizzata da scelte che spesso la popolazione non condivide, ma che si limita poi a contrastare all’angolo della Piazza. Facile oggetto del discutere le delibere dell’amministrazione per i posteggi – rimasti per almeno 6 mesi privi di una finalità preordinata – che hanno persino “ufficialmente” impedito lo stazionamento delle autovettura fronte arcidiaconale limitando la mobilità dei più anziani affezionati alle funzioni religiose parrocchiali. Anche il posizionamento del villaggio natalizio in Piazza Libertà non sta dando grande soddisfazione agli operatori commerciali: una dislocazione a più vasto raggio delle casette in legno sarebbe stata maggiormente vantaggiosa per tutti. Più positiva invece a dicembre è stata l’auspicata riduzione dell’altezza della siepe che circonda il Broi – anche se era stata proposta solamente l’abbassamento del lato est che dà sulla Piazza – offrendo finalmente maggiore visibilità al verde del Broi; non è stata comunque un’iniziativa popolarmente accettata da tutti i cittadini: vi sono anche voci contrarie che mugugnano arbitrariamente sulla presunta riduzione del “verde cittadino”. Anche lo spostamento dell’albero di Natale ha dato una nuova impronta alla Piazza liberando un poco lo spazio di fronte al “Portico”: le foto parlano da sole. Complessivamente però l’immagine della Piazza Libertà è peraltro anonima e scarna che non invita alla sosta considerando anche le condizioni prive di neve ma se ci fosse non si potrebbe nemmeno pretendere che gli ospiti di una breve visita salissero da Tamonìch rischiando rovinose cadute in Vicolo Cordévole. C’è poi la questione dell’ingresso in paese da Ponte Rova dall’Agordina che non invita certo a penetrare il centro: le fronde degli abeti limitano persino la visibilità sulla cartellonistica stradale come dimostrano le fotografie. Con caratteristiche sovracomunali il 2015 ha chiuso con le novità riguardanti il futuro dell’edificio storico del “Follador” – con importi dei lavori già triplicati – che sembra destinato a duplicare la situazione di Valle Imperina dove l’Ostello non ospita grandi numeri di visitatori: manca poi il fondamentale collegamento ciclopedonale tra il capoluogo di vallata e il sito minerario e anche questo è un handicap decennale. Ha fatto meglio Colle S.Lucia in pochi anni dove si sta operando in sotterraneo e le Miniere del Fursil saranno presto visitabili percorrendo la Strada de la Vena e il Castel Andraz dove, nel 2015, si sono avuti 5000 passaggi.
L’amministrazione comunale di Agordo chiude il 2015 con le dimissioni del vicesindaco Angelo Ramazzina che erano state già anticipate “ufficiosamente” da voci di Piazza già a fine estate sulla scia della più datata vicenda dell’assessore Pongan (2004): senza scendere nei particolari – già espressi da Ramazzina – come percepito da buona parte dell’opinione pubblica questo mese di dicembre non era proprio il momento propizio per assumere questa decisione ad appena 18 mesi dall’elezione. A complicare la situazione dell’anno corrente nel Palazzo di Piazzale Marconi in questo scorcio di vita cittadina è la questione – ormai pluridecennale – apparsa la scorsa settimana sui quotidiani relativa alla situazione dell’abitazione di Via Paganini n. 20 denunciata dalla proprietaria Adriana Dorigo e fatta conoscere attraverso la stampa dalle minoranze consiliari nonché inviata in copia alla Procura della Repubblica. Si tratta di una vicenda che ha collegato la catena di responsabilità tecnico-amministrative sull’abitabilità del fabbricato per un quarto di secolo complicando la vita delle parti interessate e quella degli uffici delegati offrendo via via delle soluzioni intermedie che non saranno prive di strascichi.
AGORDO OSPITALITA’ DIFFUSA IL SOGNO DELL’ASSESSORE TRENTO DI NON FACILE CONCRETIZZAZIONE PER UNA VALLATA CHE DOVRA’ IMPARARE LA FORZA DELL’UNIONE E DELLA COLLABORAZIONE CHE NEL TURISMO-COMMERCIO NON C’E’ MAI STATA NEMMENO NELLA CONCA AGORDINA
Anche Gabriele Trento ha un sogno, ma non vuole rimanga tale e, da quando è stato nominato assessore alle attività produttive ad Agordo la sua cartella “Ospitalità diffusa” si è riempita di lettere, inviti, regolamenti e richieste. Trento, con una laurea in biologia e tanta passione per la politica ereditata dallo zio, Guido Trento, ha deciso di impegnarsi nell’unione di intenti e interessi di un parte importante della vallata: la Conca Agordina che comprende i Comuni di Agordo, Taibon, Rivamonte, La Valle, Voltago e La Valle. Di qui la proposta dell’ospitalità diffusa sullo stile di quella feltrina a Faller. “L’idea mi entusiasma sempre di più – dice Gabriele Trento – stiamo lavorando con 24 strutture ricettive e 16 attività complementari per farci trovare pronti con l’albergo diffuso. Soluzione che permette di valorizzare la Conca riscoprendo la tradizione ricettiva che rischia di scomparire”. E’ stato dato il via alla costituzione dell’associazione, sono stati presi i contatti con un commercialista per la necessità di dotarsi di statuto e regolamenti. “Dopo le festività ci saranno gli incontri con i 30 opertori che hanno manifestato il loro interesse. Valuteremo il regolamento ed eventuali modifiche da apportare. Nei primi mesi del 2016 costituiremo ufficialmente l’associazione tenendo fede al percorso che ci eravamo prefissati”. Le difficoltà comunque non mancano e la Regione, secondo l’assessore agordino non rema nella stessa direzione. “Stiamo lavorando con il Gal – dice Trento – per poter reperire finanziamenti per il recupero del patrimonio rurale esistente e per la promozione turistica dell’ospitalità. C’è stata una grande adesione dei privati, ma non eccessiva a causa di una Regione che punta sempre più a imprenditorializzare le strutture ricettive, anche quelle di piccola entità che se prive di partita iva non hanno accesso ai finanziamenti”. Ancora una volta emerge la necessità di deroghe per la montagna, le piccole strutture prive di partita iva non possono aprire per più di 90 giorni all’anno. “Assurdo – dice Trento- si pretende di regolarizzare piccole strutture paragonandole ai bed and breakfast delle grandi città dove “mantenere” una partita iva non è difficile come in montagna dove i numeri deputati al turismo sono ben inferiori”.
DA DOMANI UN ULSS IN MENO IN PROVINCIA. UNO DIRETTORE GENERALE IN MENO E 123 MILA EURO IN PIU’ (PIU’ I RIMBORSI SPESE….) QUELLI DESTINATI ALL’EX DIRETTORE DELLA EX ULSS 2 DI FELTRE
NUOVA NOMINA PER RASI CALDOGNO
Il “calendario agordino” compie 40 anni e, con il bollettino “Echi di Agordo” costituisce uno spaccato concreto della storia della comunità, tanto religiosa quanto civile. Non passa sotto silenzio la proclamazione dell’Anno della Misericordia voluto da Papa Francesco con raffigurazione di repertorio. Per gli amanti della storia il calendario cerchia due date importanti, il 50esimo della tragica alluvione del 4 novembre 1966, evento ancora presente nella memoria di molti che lo vissero in prima persona. L’altra ricorrenza sono i 150 anni dal famoso plebiscito del 21 ottobre 1866 che sancì l’annessione dell’Agordino all’Italia. All’alluvione del novembre ’66 il calendario agordino dedica 6 immagini significative.
Infine la cultura e l’arte. Nel lunario vengono celebrati i 50 anni del Coro Agordo fondato da Salvatore Santomaso. Una vera sorpresa la “scoperta” di Mauro Ipsa, artista come il padre Romano che più generazioni hanno avuto come insegnante di ginnastica alle medie e all’Istituto Follador. Per il calendario, l’elaborazione grafica digitale di disegni e fotografia di Mauro Ipsa è una felice novità per mettere in evidenza peculiarità ambientali.
ALLEGHE DI “B ” SCONFITTO A BRUNICO DAL GIOVANE PUSTERIA. TORNEO AGORDINO, PRIME TRE GIORNATE E SABATO DI NUOVO SUL GHIACCIO