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8 05 la rassegna della stampa quotidiana, Gazzettino, Corriere delle Alpi e Corriere del Veneto.
1030 1900 007 IN CONDOTTA, STAGIONE 2016-17. PRIMA PUNTATA DEL NUOVO CICLO DEDICATO AL MONDO DELLA SCUOLA. CON LA PROF. MARIA ROSA SALMAZO.
1115 COCKTAIL MAGAZINE Federica Elmi
1300 Salute e società DOTT. MARCO CARACCIOLO, PRIMA PUNTATA NUOVO CICLO 2016-17
1310-1800 LE CLASSICHE Maurizio Melita
1330-1930 Rock in Quota Luca Carli
15.10 TERZO TEMPO LO SPORT CON Marco Gaz
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meteo: 6.30, 9.30, 12,30, 15,00 DIRETTA METEO CON IL CENTRO DI ARABBA, 20. e alla mezzanotte
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DAL 16 GIUGNO CAUSA FRANA CHIUSA LA 563 DI DIGONERA, DEVIAZIONI IN LOCO PER RAGGIUNGERE LIVINALLONGO E TERRITORIO FODOM DA CAPRILE
Ancora acqua inquinata nell’Agordino. Vige l’ordine di non usare l’acqua per scopi alimentari, se non previa adeguata bollitura, nelle località Codalonga, Fossal, Pian (Colle Santa Lucia) e nelle frazioni Aiva, Rova, Salator, Villa e capoluogo (Selva di Cadore).
INTERRUZIONI ENEL, ad ALLEGHE OGGI dalle 9 alle 11 in corso venezia, pascoli. VALLADA DOMANI dalle 9 alle 13 nelle vie lagazzon, todesch, andrich. TAIBON MERCOLEDI dalle 9 alle 12 in via strapont. COLLE SANTA LUCIA GIOVEDI dalle 9.30 alle 14 località rovei
il bollettino dal centro meteo di Arabba
RICERCA ESCURSIONISTA TREVIGIANO: DOMANI VERIFICA DI UNA SEGNALAZIONE Ieri nel pomeriggio, mentre proseguivano le ricerche di Stefano Barosco, l’escursionista di 36 anni di Treviso, di cui nulla più si sa dallo scorso 3 settembre e la cui auto è stata rinvenuta parcheggiata ieri sera in località Prà di Mezzo, il Soccorso alpino di Agordo ha verificato una segnalazione risultata poi attendibile. Proprio sabato 3 settembre un ragazzo che si trovava in una casera di Prà de Mur e stava preparando da mangiare, lo aveva ospitato, lui di passaggio. Avevano chiacchierato e bevuto il caffè e il ragazzo gli aveva insegnato il sentiero che passa da Casera Ru del Fin e porta all’abitato di Bogo, sopra Cencenighe. Questa mattina i soccorritori sono stati trasportati in quota dall’elicottero del Suem di Pieve di Cadore – che ha anche sorvolato l’area – per la perlustrazione dei principali sentieri che scendono a valle. Da Prà di mezzo il percorso sale verso Malga Ambroson e da lì si può proseguire per il Bivacco Bedin o verso Cima Pape. Proprio in questa direzione, verso Prà de Mur, si sarebbe quindi portato l’escursionista trevigiano. Oggi l’elicottero dei Vigili del fuoco con a bordo personale del Soccorso alpino di Agordo ha effettuato una nuova ricognizione lungo i sentieri. L’unità cinofila molecolare del Cnsas arrivata dal Friuli ha marcato due punti nei pressi del parcheggio, verificati entrambi senza esito. Domattina a partire dalle 8.15 il Soccorso alpino concentrerà la ricerca a partire da Prà de Mur, sul sentiero dell’odierna segnalazione, già percorso oggi da due squadre nella parte bassa dell’itinerario, da Bogo verso Cencenighe e da Prà de Sora a scendere. Erano presenti 45 persone tra Soccorso alpino di Agordo, Alleghe e Val Biois, con diverse unità cinofile e il Centro mobile di coordinamento, e Vigili del fuoco permanenti e volontari di Agordo.
cronaca dal giornale radio mattina delle 9.30
ALPINISTA COLPITO DA UN SASSO SULL’AGNER Attorno alle 17 l’elicottero del Suem di Pieve di Cadore è decollato in direzione dello Spigolo nord dell’Agner, dove un alpinista era stato colpito alla schiena da un sasso caduto dall’alto. Dopo aver imbarcato un tecnico del Soccorso alpino di Agordo per individuare velocemente il punto dell’incidente sulla parete, l’eliambulanza ha recuperato il rocciatore, M.O., 47 anni, di Ravenna, che era stato calato dal compagno sulla sosta al trentesimo tiro circa della via, e anche l’amico, M.M., 40 anni, di Forlì (FC), con un verricello di 30 metri. L’alpinista ha rifiutato il trasporto in ospedale e, sbarcato a valle, si è allontanato autonomamente assieme al compagno di cordata.
VOLA IN PARETE IN TOFANA, È GRAVE Poco prima delle 15, è scattato l’allarme per un alpinista volato sul Primo spigolo della Tofana di Rozes. F.V., 45 anni, di Belluno, che si trovava sul tredicesimo tiro della via, è caduto per una decina di metri sbattendo sulla roccia. L’elicottero del Suem di Pieve di Cadore ha sbarcato in parete il tecnico di elisoccorso con un verricello di 30 metri. Il soccorritore, aiutato dal compagno dell’infortunato e dai rocciatori di un’altra cordata fermi in sosta, ha imbarellato sul posto l’alpinista. La barella è poi stata recuperata con un verricello e trasportata al Rifugio Giussani, dove il personale medico dell’equipaggio ha stabilizzato il ferito, accompagnato poi all’ospedale di Treviso con un grave politrauma.
ALPAGO – Nella notte tra sabato e domenica, personale del Comando Vigili del fuoco di Belluno è intervenuto per un incendio di un’autovettura in Via Dante Alighieri nel comune di Alpago. L’intervento ed i rilievi del caso si sono protratti fino alle ore 05 e al momento le autorità competenti stanno effettuando i controlli per accertare se vi è stato un movente doloso. Presenti sul posto due squadre dei Vigili del fuoco permanenti del Comando di Belluno, una squadra volontari dell’Alpago e una pattuglia di Carabinieri.
SCUOLA: PRIMO GIORNO IN VENETO. ZAIA, “IN BOCCA AL LUPO A TUTTI I PROTAGONISTI MA SI PARTE NEL CAOS GOVERNATIVO. ALLORA MEGLIO A OTTOBRE”. Inizia una grande avventura per le matricole e riprende una grande avventura per gli altri ragazzi, per insegnanti, bidelli, personale amministrativo. A tutti va il mio in bocca al lupo, perché la scuola è stata per tutti noi non solo formazione, ma un’esperienza di vita che segna tutta la vita. Purtroppo però quest’anno si parte pesantemente ad handicap, in una situazione di caos che è il prefetto biglietto da visita di un Governo che non riesce nemmeno a gestire la cosa più programmabile del mondo che è l’inizio di un anno scolastico”. Con un augurio ai protagonisti e una bocciatura per il Governo, il Presidente della Regione Luca Zaia interviene oggi sull’apertura dell’anno scolastico 2016-2017, che per le scuole venete è fissata ufficialmente per domani, “ancora con una grave carenza – dice – legata alla mancanza di ben 468 insegnanti”. “E’ una situazione che si perpetua da anni – aggiunge il Governatore – con insegnanti che mancano, altri che arrivano in Veneto dalla Sicilia per fare qualche ora e viceversa: in realtà per la scuola non c’è la benchè minima attenzione, a meno che il Governo non voglia sostenere che anche questa è un’emergenza”. “Qui delle due l’una – conclude Zaia – o si fanno le cose per bene o si torna all’apertura a ottobre com’è stato in passato, dedicando settembre a mettere a posto l’organizzazione sul serio per poi partire davvero, con la squadra al completo”.
LA REPLICA DI D’INCA’ (M5S) AI PICCOLI COMUNI: “CAMBIATE PRESIDENTE O NON SI ANDRA’ DA NESSUNA PARTE” “Credo di aver visto poche volte nella mia vita un intervento fuori luogo come quello della Presidente dell’ANPCI Franca Briglio all’incontro di Chies dei piccoli comuni, tra l’altro organizzato in questi giorni al meglio dal Sindaco Dal Borgo, dai referenti provinciali e veneti dell’Associazione e dai tanti volontari.” Replica così il deputato D’Incà all’indomani della giornata dedicata alle possibili fusioni tra enti locali, in cui non sono mancate le polemiche. Il parlamentare 5 stelle dichiara: “La signora Briglio ha confuso un tavolo tecnico di confronto sul un tema dei piccoli comuni in cui la platea era costituita nella quasi totalità da amministratori, con un comizio in piazza dei più bassi, con attacchi qualunquisti contro tutti e senza capire la differenza tra chi governa e ha fatto i tagli ai comuni negli ultimi anni e chi ha difeso il lavoro degli amministratori locali come il M5S.”
E prosegue: “In questi anni mi sono sempre confrontato con esponenti di rilievo dell’ANPCI come Dario Scopel, che, pur su visioni diverse, ringrazio per i suggerimenti al mio lavoro e gli incontri, tanto in comune a Seren del Grappa quanto a Roma.” L’augurio di D’Incà per l’ANPCI “è in un rinnovamento della figura del Presidente con il quale altrimenti è impensabile costruire un rapporto di collaborazione basato sul rispetto reciproco.” Il portavoce del M5S ne è convinto: “Ripeterò fino allo stremo che il territorio bellunese ha bisogno di una riorganizzazione amministrativa per gestire con maggiore facilità i processi decisionali tra gli amministratori, per fare questo abbiamo un unico passo costituito dalle fusioni. Fusioni dal basso e condivise con i cittadini che portino a enti comunali di dimensioni maggiori ed una riduzione dei comuni bellunesi dagli oltre 60 ad un numero inferiore a 30.” “Qualcuno potrà pensare che piccolo sia bello ma credo che valga maggiormente il detto Dividi et impera” conclude D’Incà.
Stati Generali Provincia: lettera aperta dell’ assessore alla Specificità di Belluno Gianpaolo Bottacin e del consigliere regionale Franco Gidoni.
Riceviamo e pubblichiamo
Gentile presidente, abbiamo ricevuto il suo invito agli Stati Generali della Provincia di Belluno per stimolare una soluzione alle problematiche, in particolar modo finanziarie, che da tempo assillano l’ente da Lei presieduto. Crediamo che l’iniziativa, a cui noi non vogliamo sottrarre il nostro contributo, sia assolutamente lodevole, ma affinché sia anche efficace nello svilupparla si dovranno affrontare le diverse tematiche partendo dalla natura dei singoli problemi, evitando innanzitutto di mischiare in un unico calderone gestioni che hanno natura diversa. Da un lato pertanto va affrontato il rapporto che la Provincia deve coltivare con lo Stato, da un altro quello con la Regione, da un altro ancora quello con i comuni, che in seguito alla legge Del Rio rappresentano i primi soci della provincia stessa. Infine, un altro aspetto di non secondaria rilevanza, riguarda le relazioni da tenere con le categorie economiche e sociali. Circa il rapporto con lo Stato va detto con chiarezza che la problematica finanziaria è addebitabile in via esclusiva ad esso. Lo evidenziano dati oggettivi: trasferimenti statali anno 2009 24 milioni, anno 2015 zero milioni; trasferimenti Regione Veneto, anno 2009 16 milioni, anno 2015 40 milioni. Ma non solo. Lo Stato deve dirvi e dirci anche con sincerità cosa vuole dagli enti locali, visto che da un lato finge di sostenerli e da un altro chiede la soppressione definitiva delle province attraverso la riforma costituzionale, dopo averle indebolite sia finanziariamente che politicamente con la loro trasformazione in enti di secondo grado. Ogni anno il residuo fiscale che Roma trattiene tra ciò che i Bellunesi pagano in tasse e quello che viene restituito al territorio è di quasi un miliardo di euro (dati Istat e Unioncamere Veneto), diversi milioni al giorno che restano allo Stato per gestire problematiche che con noi hanno poco o nulla a che fare. Numeri impressionanti, che sono confermati anche da un recentissimo studio fatto dalla CGIA di Mestre, dove si evidenzia che ben il 81,5% delle tasse incassate sul territorio restano al governo centrale. Partendo da questi dati risulta evidente come la provincia di Belluno non potrà mai superare il gap che ha nei confronti delle province autonome di Trento e Bolzano, dove l’intero gettito resta sul territorio, se non ponendo per Belluno condizioni simili a quelle che hanno Trento e Bolzano, ovvero attribuendo a Belluno una vera autonomia, fiscale e legislativa. Ma per fare ciò è necessaria non una legge regionale bensì una riforma della Costituzione, che al momento è da ritenersi vera utopia, visto che la riforma costituzionale che l’attuale governo vorrebbe attuare e di cui attendiamo gli esiti del referendum va nel senso esattamente opposto, eliminando tutte le province ad eccezione di Trento e Bolzano. Relativamente a quello che può fare invece la Regione, va meglio contestualizzato il ruolo della L.R. 25/2014 sulla quale, o per poca conoscenza degli effettivi contenuti della medesima o per voluta strumentalizzazione politica, si continua a fare confusione. Tale normativa prevede infatti forme di autonomia amministrativa, che altro non significa che continuare a gestire sul territorio gli stessi soldi che prima erano gestiti da altro ente (nello specifico la Regione) prendendosi in capo altresì i costi che la medesima autonomia implica. Una cosa assolutamente importante e da sostenere, sia chiaro, ma ben diversa da ciò che si potrebbe avere tramite un autonomia legislativa e fiscale, la quale dà all’ente che ne può usufruire la possibilità di farsi le leggi e trattenersi il gettito derivante da tasse e imposte. Questo tipo di autonomia, che è riconosciuta alle Province Autonome di Trento e Bolzano, come abbiamo poco sopra ricordato, può però essere conferita solamente con modifica della Costituzione, quindi dallo Stato e non dalla Regione Veneto. Per quanto comunque riguarda l’autonomia amministrativa, l’unica quindi che possa essere riconosciuta dalla Regione, in questi anni e in particolar modo negli ultimi mesi il Veneto ha fatto molti passi avanti iniziando dal trasferimento dei canoni idrici per arrivare alla gestione sul territorio delle pratiche inerenti le concessioni di derivazione d’acqua ad uso idroelettrico; argomento sul quale da un lato da parte del territorio sono state alzate le barricate per ottenerne la gestione, da un altro ora la provincia dopo pochi mesi vorrebbe nuovamente disfarsene, o almeno così parebbe leggendo il recente atto da Lei emanato (numero 100 del 30 agosto u.s.) in cui si evidenzia la volontà di non avvalersi di determinate prerogative in materia di idroelettrico chiedendo che sia ancora la Regione a svolgerle.
Ma l’autonomia amministrativa da sola non basta. Per questo con forza insistiamo nel dire, come facemmo a pochi giorni dalla nostra elezione un anno fa, che una battaglia vera dovrebbe svolgersi assieme, Provincia e Regione unite, visto che per superare il gap che ci separa da Trentini e Altoatesini è necessaria un’azione compatta e trasversale nei confronti dello Stato affinché le nostre tasse rimangano qui. Tentare di distogliere l’attenzione dalle gravissime responsabilità dello Stato cercando di attribuirle alla Regione o ad altri soggetti, di fronte all’oggettività dei numeri sopra evidenziati, è ingenuo o, peggio, deprimente, perché non è altro che un becero tentativo di stravolgere la realtà dei fatti solo per mera opportunità politica. La Regione la sua parte l’ha fatta e la sta facendo, ma non dimentichiamoci che è anch’essa vittima dei tagli statali e pertanto è inimmaginabile che possa supplire ai tagli compiuti dallo Stato nei confronti della Provincia di Belluno. Come potrebbe mai la Regione garantire a Belluno condizioni simili a Trento e Bolzano se, pur avendo il Veneto ben cinque volte gli abitanti dei nostri vicini di casa ha un bilancio appena un po’ superiore a quello delle sole due province autonome?! Sarebbe come tentare di curare un cancro con l’aspirina che usiamo per il raffreddore. È perciò evidente che per superare i problemi del territorio bellunese è necessaria un’azione di squadra, trasversale, che rimuova o perlomeno limiti queste iniquie differenze che stanno progressivamente condannando a morte il bellunese.
In tal senso ben vengano gli Stati generali, anche se questa convocazione, a poche settimane dal rinnovo delle cariche istituzionali, non vorremmo si rivelasse solo un intermezzo propagandistico e per giustificare due anni di assoluto immobilismo, un immobilismo che forse in più di qualche occasione è stato dettato dalla necessità politica di non essere troppo severi con un governo nazionale che, seppur nemico delle province, è comunque dello stesso colore di chi oggi questa provincia amministra.
Hockey, la Supercoppa è del Val Pusteria
Il Val Pusteria conquista la Supercoppa battendo a domicilio i Rittner Buam con il risultato di 3-1. Partita molto combattuta ed equilibrata fino all’ultimo. In evidenza i nuovi acquisti da una parte e dall’altra. Dopo il gol nel primo tempo di Pritz (in quattro contro tre), il Val Pusteria raddoppia su rigore nel terzo tempo con il veterano Max Oberrauch. Roland Hofer dimezza lo svantaggio per il Renon fino al gol a porta vuota del canadese Wiebe. Con questo successo il Val Pusteria si porta a tre successi in questa competizione. Per il Renon si tratta della terza sconfitta di fila in questo trofeo.
AGORDINA – COI DE PERA 2-0
GOL: pt. 42′ F. De Lazzer. st. 38′ Fossen
AGORDINA: Sommavilla, Favero, T. Manfroi, F. Marcon, S. Manfroi, Del Din, Chenet, A. De Lazzer, Fossen, F. De Lazzer, Tirabeni. Allenatore: Christian Curti
COI DE PERA: Calvi, Chierzi, Pierobon, Burigo, Sommacal, Andreotta, Musak, Valent, Costa, Chiri, De Salvadon: Allenatore: Adriano Poser
ARBITRO: Esu di Belluno
NOTE: Ammoniti: Pierobon, Chierzi, Burigo, T. ManfroiParte con una vittoria la stagione dell’Agordina. 3 punti in saccoccia dopo un match dominato dall’inizio alla fine. De Lazzer e Fossen vanno a segno. Un gol per tempo e 2 annullati per un’ottima prova contro una neopromossa.
La squadra di Curti inizia col piede giusto tenendo in mano la partita. Il Coi De Pera prova a reagire. È Costa che fa la differenza e si avvicina al gol con un colpo di testa. La prima palla gol per gli agordini al 27′ con Flavio De Lazzer che di testa sfiora la traversa. Tirabeni trova il gol ma l’arbitro lo annulla per fuorigioco. Il gol è nell’aria e sul finale di tempo l’Agordina va a segno. Cross di Thomas Manfroi calibrato per Flavio De Lazzer che controlla di petto e calcia al volo una palla che termina in fondo al sacco. Lo stesso giocatore si vede annullare un gol per fuorigioco subito dopo. Gli uomini di Curti continuano ad attaccare anche nella ripresa ma al momento del tiro non centrano la porta. Fossen chiude definitivamente il match a pochi minuti dal termine.