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La notizia più cliccata: incontro del sindaco di Falcade Michele Costa con la cittadinanza in casa della gioventu’ di Caviola. registrazione della serata.
Gestione Servizi Pubblici informa che a FALCADE nelle VIE MARMOLADA, TRIESTE e VENEZIA, l’acqua erogata dall’acquedotto non è potabile e non può essere usata per scopi alimentari.
LA METEO.
giovedì 13. Tempo perlopiù soleggiato e stabile con qualche velatura e modesti addensamenti cumuliformi nelle ore più calde. Clima diurno un po’ meno fresco grazie al maggiore soleggiamento. Atmosfera un po’ ventosa alle quote più alte al mattino. venerdì 14. Tempo perlopiù soleggiato al mattino, mentre al pomeriggio gli annuvolamenti saranno più presenti rispetto a giovedì, in alcuni casi gli addensamenti saranno di moderato sviluppo e potranno produrre qualche locale fenomeno di instabilità. Clima diurno un po’ meno mite. sabato 15 Attendibilità previsione: Discreta domenica 16 Attendibilità previsione: Discreta sabato 15. Qualche schiarita in un cielo assai nuvoloso, a tratti molto nuvoloso. In questo contesto abbastanza umido l’instabilità crescerà, dando luogo a rovesci, soprattutto al pomeriggio, anche temporaleschi sulle Prealpi, con eventuali nevicate che potranno spingersi fino sui 2000 m in funzione dell’intensità dei rovesci. Temperature massime in diminuzione. domenica 16. Tempo perlopiù soleggiato e stabile con cielo al più poco nuvoloso. Clima diurno un po’ più fresco in quota e più mite nelle valli per il soleggiamento, fresco al mattino. Venti in intensificazione dai quadranti settentrionali, con possibile Föhn. Previsore: G.M.
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DAL LUNEDI AL SABATO SU RADIO PIU “LA RASSEGNA STAMPA”, dal 25 giugno 1983, di Mirko Mezzacasa
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DAI GIORNALI RADIO 9.30,12.30,14.30,16.30,18.30, E DALLA REPLICA DELLA MEZZANOTTE.
CRONACA LOCALE, NEL NOTIZIARIO DELLE 9.30
ARRESTO BIS PER LO SPACCITORE SERIALE
Gestione Servizi Pubblici informa che a Falcade nelle vie Marmolada, Trieste e Venezia l’acqua erogata dall’acquedotto non è potabile e non può essere usata per scopi alimentari. Bim Gsp ha già adottato le necessarie misure per la disinfezione dell’acqua presente nei serbatoi e nella rete idrica: nuovi prelievi di controllo saranno eseguiti nei prossimi giorni. Per informazioni è disponibile il Servizio Clienti ai numeri 800 306 999, mentre per emergenze il numero del Pronto Intervento è 800 757678.
Si comunica che a seguito della non potabilità rilevata per le vie Marmolada Trieste e Venezia, è stata posizionata un’autobotte per il rifornimento dell’acqua potabile presso il piazzale dell’Istituto U. Follador di Falcade. Per ulteriori informazioni è possibile contattare il Servizio Clienti ai numeri 800 306 999 (da rete fissa) oppure 0437/381299 (da mobile o per chiamate via internet). Per emergenze il numero del Pronto Intervento è 800 757678.
La lettera da Falcade
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Belluno 13 aprile 2017 – ULSS 1 Dolomiti: sottoscritto l’Accordo per la disciplina degli effetti sul personale a seguito di cessione della gestione del Centro Servizi Anziani di Agordo.
E’ stato sottoscritto ieri, presso la sede dell’ULSS 1 Dolomiti di Belluno, l’Accordo per la disciplina degli effetti sul personale a seguito cessione della gestione del Centro Servizi Anziani di Agordo dai rappresentanti dell’azienda ULSS 1 Dolomiti, dell’Azienda Speciale Consortile Agordina – A.S.C.A., delle RSU e delle Organizzazioni sindacali CGIL FP, CISL FP, UIL FPL e NURSING UP. L’Accordo prevede che dal prossimo 1° maggio 2017, l’Azienda U.L.S.S. n. 1 Dolomiti cesserà la gestione diretta – già delegata su delega facoltativa dei Comuni – del Centro Servizi Anziani di Agordo, che verrà assunta dall’Azienda Speciale Consortile Agordina – A.S.C.A..Il documento si preoccupa innanzitutto di garantire continuità nella erogazione del servizio agli ospiti della struttura attraverso una serie di punti che prevedono una uscita graduale con una calendarizzazione fino alla fine dell’anno 2017 del personale attualmente in servizio a tempo indeterminato che ha optato per la permanenza nell’organico dell’ULSS 1 Dolomiti. Per tutti gli infermieri, gli infermieri coordinatori, gli OSS e gli OTAA vi è la possibilità di riassegnazione ad altra struttura dell’Azienda ULSS 1 Dolomiti con un conseguente consistente reintegro di forza lavoro nelle altre sedi aziendali. Nel frattempo detto personale sarà distaccato presso l’A.S.C.A. rimanendo ad ogni effetto giuridico ed economico alle dipendenze dell’ULSS 1 Dolomiti. Al personale distaccato continueranno ad essere applicati il C.C.N.L. e il C.C. I. aziendale. A.S.C.A. ha già avviato le procedure per l’assunzione del nuovo personale per coprire i posti che si renderanno via via vacanti. Le figure professionali per le quali non è stato possibile permanere in Azienda per mancata disponibilità di posizione vacante nella dotazione organica dell’ULSS n. 1 Dolomiti saranno comunque assunti da A.S.C.A. ma potranno chiedere l’applicazione dell’art. 24 del CCNL integrativo del comparto sanità 20 .9.2001 che disciplina la ricostituzione del rapporto di lavoro. Il personale invece che ha scelto di essere trasferito all’Azienda Speciale Consortile Agordina , nonché quello a tempo determinato, dal 1 maggio sarà al servizio della stessa, senza soluzione di continuità, con il medesimo profilo professionale e con conservazione ad ogni effetto dell’anzianità di lavoro e di ogni altro diritto maturato. L’Azienda Speciale Consortile Agordina riconoscerà al personale acquisito dall’Azienda ULSS 1 Dolomiti il trattamento giuridico ed economico previsto dal CCNL della Sanità Pubblica. Soddisfazione è stata espressa da tutti i rappresentanti che hanno sottoscritto l’Accordo all’unanimità per l’obiettivo raggiunto che permetterà di dare continuità al servizio, venendo comunque incontro alle richieste dei lavoratori.
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BELLUNO – La situazione che stanno vivendo gli agenti del corpo di polizia provinciale, che a seguito della riforma delle province non è più considerata funzione fondamentale per gli enti di area vasta, deve trovare una soluzione. È quanto viene ribadito nell’intervento in aula e nell’interrogazione parlamentare depositata ieri alla Camera dal deputato Roger De Menech. «I recentissimi fatti di sangue avvenuti nel ferrarese, con l’uccisione della guardia volontaria Valerio Verri e il gravissimo ferimento, con tre colpi di arma da fuoco, dell’agente della polizia provinciale di Ferrara Marco Ravaglia, mettono in evidenza la grave discriminazione oggi esistente rispetto al trattamento giuridico e di garanzia fra il personale di polizia operante nel territorio italiano» afferma l’esponente del partito democratico.
«Il corpo di polizia provinciale nasce come principale forza a tutela del territorio e, in particolare, per la vigilanza ittico-venatoria ed ambientale» ricorda De Menech. «Gli operatori delle polizie provinciali italiane svolgono, in aree prevalentemente extraurbane e rurali, molteplici attività di polizia giudiziaria e, in particolare, per il rispetto di una vasta normativa nel campo della tutela ambientale» «Riemerge così, ancora una volta, la situazione che stanno vivendo questi agenti che non hanno ancora trovato una collocazione stabile e giuridicamente sicura» prosegue De Menech. «Alcune regioni in questi mesi hanno assorbito, istituendo dei servizi di vigilanza, le funzioni attualmente svolte dai corpi in materia di controllo e tutela della fauna selvatica nonché le funzioni di polizia relative all’attività di tutela ambientale». «Con l’interrogazione parlamentare e l’intervento in aula di ieri ho voluto sollecitare il Governo e i Ministeri competenti a superare questa situazione di stallo e a collocare in maniera definitiva il personale delle polizie provinciali in un ambito definitivo, province o regioni, garantendo nel contempo le qualifiche di PG e PS necessarie all’espletamento delle funzioni affidate e assicurando loro gli stessi diritti degli operatori di polizia» conclude il deputato.
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PRIMA I VENETI: PRESIDENTE ZAIA, “DAL GOVERNO UN’ALTRA IMPUGNATIVA, MA IN PRECEDENZA LA REGIONE HA VINTO GIÀ PER TRE VOLTE. SI IMPUGNA QUEL CHE CENTINAIA DI ENTI LOCALI FANNO GIÀ” “Dal governo arriva un’altra impugnativa di una legge veneta per violazione della Costituzione. Dopo aver visto gli esiti delle precedenti azioni di illegittimità costituzionale, quella sul referendum per l’autonomia, quella sulla legge su moschee e luoghi di culto, e quella relativa alla legge Madia sulla pubblica amministrazione e sulla scelta dei direttori generali delle Ulss, non ci resta che attendere, sperando che anche questa si concluda con una vittoria della Regione Veneto. Perché è chiaro fin d’ora che noi resisteremo in giudizio”. Così il governatore del Veneto Luca Zaia, accoglie la decisione del Consiglio dei ministri di impugnare la legge regionale 6 del 21 febbraio 2016, “Modifiche e integrazioni alle legge regionale 23 aprile 1990, n. 32”, in materia di asili nido e servizi per la prima infanzia, che introduce come criterio di preferenza nell’accesso ai servizi per i bambini in età prescolare la residenza nel territorio regionale da almeno 15 anni. “L’indicazione dei 15 anni è un criterio di preferenza che non ha alcun intento discriminatorio o razzistico – sottolinea il presidente del Veneto – ma afferma un principio di priorità, stabilisce una gerarchia e una graduatoria dei bisogni. Prima i veneti resta un principio forte e non scalfibile, ma affermarlo non significa soltanto privilegiare chi è nato qui, ma anche chi in Veneto vive e lavora e mette su famiglia. Essere veneti non è una questione di sangue, ma di progetto di vita”. “Così come ci eravamo stupiti per il no all’uso dell’italiano nei luoghi di culto sancito proprio nel momento in cui il ministro Minniti concludeva con le comunità islamiche moderate un accordo che andava nel senso dell’utilizzo della nostra lingua (anche Minniti sarà incostituzionale?, ci chiedemmo) – prosegue Zaia – colpisce il fatto che si impugni una legge del Veneto mentre centinaia di enti locali di ogni colore politico introducono norme e limitazioni a tutela dei residenti, superando il vaglio di costituzionalità. Vedi il caso delle case Ater. Non sarà che col Veneto il governo vuole mantenere alta una conflittualità diversa che con altre realtà territoriali?”. “Credo che, in una stagione di risorse limitate, qualunque buon amministratore – conclude Zaia – debba stabilire, da buon padre di famiglia, bisogni e priorità. E darsi, quindi, delle regole per assicurare servizi primari a chi più ne ha diritto. Chi è arrivato in Veneto da pochissimo tempo non può vantare gli stessi diritti di chi vive qui da lungo tempo e contribuisce al mantenimento dello stato sociale di questa comunità”.
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SICUREZZA STRADALE. ASSESSORE DE BERTI FIRMA ACCORDI CON COMUNI: “REGIONE CONTRIBUISCE CON CIRCA 6,5 MILIONI DI EURO ALLA REALIZZAZIONE DI OPERE PER 15 MILIONI NEL VENETO”
In provincia di Belluno incidenti mortali diminuiti del – 6,9%. Nessun intervento previsto nei Comuni bellunesi
Ammonta a 6 milioni e 430 mila euro la cifra che la Regione ha destinato per l’esecuzione di interventi di messa in sicurezza delle strade del Veneto a seguito dell’approvazione della graduatoria relativa al bando del 2016 e oggi l’assessore ai lavori pubblici e infrastrutture, Elisa De Berti ha sottoscritto a palazzo Balbi a Venezia, gli Accordi di Programma con i sindaci (o loro delegati) dei 35 Comuni beneficiari dei contributi, grazie ai quali saranno realizzate opere per complessivi 15 milioni di euro La Legge regionale 39/1991 – ha spiegato l’assessore De Berti – prevede la possibilità di finanziare interventi sulla mobilità comunale nella misura massima dell’80% della spesa prevista e pertanto, dopo aver sentito la competente Commissione consiliare e individuati i criteri di assegnazione, come Giunta abbiamo dato priorità alle seguenti opere, proposte dai Comuni, finalizzate a garantire una maggior sicurezza delle nostre strade, privilegiando comunque quelle sulle quali negli ultimi tre anni si sono verificati più incidenti: superamento delle situazioni di criticità relative a intersezioni a raso; tecniche di moderazione del traffico; ammodernamento delle strutture viarie esistenti; opere alternative agli attraversamenti dei centri urbani; attivazione di segnaletica a messaggio variabile; realizzazione di percorsi pedonali e ciclabili protetti”. Sottolineo che – ha aggiunto De Berti –, nonostante siamo costretti a fare i conti con risorse sempre più esigue e con un bilancio asfittico a causa dei tagli statali, continuiamo, non senza problemi ma con assoluta convinzione, a privilegiare rispetto ad altri investimenti quelli sulla sicurezza. Non è stato possibile finanziare le oltre 220 domande del 2016 ritenute ammissibili, ma man mano che si renderanno disponibili nuove risorse scorreremo la graduatoria”. ’assessore ricorda, inoltre, che in base alle elaborazioni dell’Ufficio Statistica della Regione sugli ultimi dati completi disponibili in materia di incidentalità stradale, cioè quelli del 2015, il Veneto ha registrato una diminuzione degli incidenti rispetto all’anno precedente ma anche rispetto al quinquennio 2011-2015. Sono stati infatti rilevati dagli organi di polizia 13.867 incidenti (-0,7% sul 2014 e -10,9% sul 2011), di cui 303 mortali (-1% e -13,9%), 315 morti (-3,1% e -14,6%) e 19.156 feriti (-1,8% e -11%). Una situazione migliore rispetto a quella nazionale del 2015, che pur in presenza di un calo del numero degli incidenti (-1,4%) e dei feriti (-1,7%), segna un aumento del numero degli incidenti mortali (+1,9%) e dei morti (+1,4%). u base provinciale, nel Veneto, le variazioni del numero di incidenti del 2015 rispetto al 2014 sono comprese tra il -4,9% della provincia di Padova e il +3,2 della provincia di Vicenza; per il numero dei morti tra il -19,2 della provincia di Verona e il +15,7 di quella di Padova e tra il -6,9% della provincia di Belluno e il +0,8% della provincia di Verona per il numero dei feriti. “Siamo impegnati a consolidare ulteriormente questo trend positivo nel nostro territorio – ha concluso l’assessore –, non solo con i contributi ai Comuni, ma anche con iniziative ricomprese nel Piano Nazionale della Sicurezza Stradale”.
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BELLUNO_ SINDACATO AUTONOMO DI POLIZIA Una lettera ai parlamentari bellunesi. Prosegue così (dopo l’astensione dal servizio del 30.03.u.s. n.d.r.) la protesta del Sap, il Sindacato Autonomo di Polizia. Abbiamo scritto ai Senatori Bellot e Piccoli e agli Onorevoli Bressa, De Menech e D’Incà – fa sapere la segreteria provinciale del Sap bellunese – per portare alla loro attenzione la problematica riguardante il riordino delle carriere nel Comparto Sicurezza, contenuto nel provvedimento attualmente in discussione presso le commissioni parlamentari I e IV. La situazione creata dai contenuti del citato decreto frustra il personale delle Forze di polizia – afferma il Sap – mortificandone di fatto le aspirazioni di miglioramento. Il personale della Polizia di Stato è deluso ed arrabbiato dinanzi ad un Dipartimento, quello della P.S., ed un Governo che paiono ostacolare una giusta progressione di carriera dei poliziotti. Detto intervento normativo, che era atteso dal 2000, avrebbe dovuto portare innovazione all’interno dei Corpi di polizia. Ma così non è ! Più che riordino delle carriere, può essere considerato un vero e proprio “disordino”: trattasi di una mera riparametrazione stipendiale che riguarda ben poco la progressione del personale, ma che mira esclusivamente a tamponare l’errore del bonus di 80 euro, erogato senza alcuna tassazione e la cui copertura è adesso ardua. Non si è voluto creare un unico ruolo tra quello degli Agenti-Assistenti (esecutivo) e Sovrintendenti (esecutivo specializzato) che avrebbe dato la possibilità di progredire a 40000 operatori che sono la base della Polizia di Stato, colmando quel vuoto infinito di ufficiali di polizia giudiziaria che da tempo penalizza l’azione di prevenzione e repressione dei reati. Ci sono solamente 4000 posti che la norma sul “disordino” delle carriere pone a disposizione degli Assistenti Capo più anziani fino al 2021 e che permetteranno un aumento minimo dei posti disponibili rispetto a quanto previsto dalla normativa vigente. Anche nel ruolo degli Ispettori, che registra un vuoto di organico pari a 13 mila unità, potranno accedere con una qualche facilitazione solo 1000 elementi della qualifica immediatamente precedente, i Sovrintendenti Capo più anziani. L’Amministrazione è in mora da 15 anni coi concorsi, considerando che nel 2016 oltre il 50% dei posti da Sovrintendente ed Ispettore era vuoto poiché non si erano espletate le necessarie procedure concorsuali. Sono state tradite le deleghe del 2003 e del 2015, quest’ultima contenuta nella c.d. riforma Madia che prevedeva la progressione di carriera, tenendo conto del merito e della professionalità, per il fine di razionalizzare e potenziare l’efficacia delle funzioni di polizia. Con tale lettera – prosegue la segreteria provinciale del Sap bellunese – abbiamo voluto rappresentare ai parlamentari locali alcune delle tante e gravi ragioni che determinano un marcato dissenso dei poliziotti nei confronti di un “finto riordino” che non concede serie possibilità di progressione al personale già martoriato da altri ben noti problemi (pessime dotazioni strumentali, riduzione dell’organico totale, innalzamento dell’età media, ecc…), ormai rassegnato e ora, con questa norma, ulteriormente mortificato da una dirigenza ministeriale e da una politica percepita come poco vicina alle esigenze di chi protegge la società civile. Nella missiva – continua il Sap – abbiamo indicato le possibili soluzioni per rendere efficace il decreto delegato: unificazione ruoli Agenti-Assistenti e Sovrintendenti, con la nomina a Vice Sovrintendente dopo 23 anni di servizio e mantenimento della sede; possibilità per i Sovrintendenti di accedere al ruolo degli Ispettori colmando l’attuale vacanza di 13000 posti e comunque, in fase transitoria, la collocazione di tutti i Sovrintendenti in sovrannumero ad assorbimento; apertura per gli Ispettori alle qualifiche direttive senza limiti di età e con accesso allo scrutinio per merito comparativo per la promozione a Vice Questore Aggiunto se in possesso di laurea specialistica; completa dirigenzializzazione dei Funzionari. Auspichiamo quindi – conclude il Sap bellunese – un fattivo interessamento da parte dei Senatori ed Onorevoli bellunesi che abbiamo invitato a farsi carico, presso le commissioni interessate, di rappresentare il nostro totale dissenso verso questo DISORDINO delle carriere, riportando le proposte correttive da noi illustrate. In particolar modo ci appelliamo all’On. De Menech che della I commissione è membro. (la lettera integrale è visionabile sulla pagina facebook SAP Belluno)
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BELLUNO Domani Coldiretti, Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi e Comune riaprono il mercato di prodotti agricoli a “chilometri zero” delle aziende aderenti al circuito Carta Qualità del Parco. Grazie alla collaborazione tra Coldiretti di Belluno, Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi e Comune di Belluno riparte anche nel 2017, nel cortile del centro culturale “Piero Rossi”, in piazza Piloni, l’ormai tradizionale mercato di prodotti agricoli “a chilometri zero”.
Forte delle positive esperienze degli anni scorsi, il mercato ospiterà produttori locali, che si fregiano del logo Carta Qualità del Parco, garantendo in questo modo ai consumatori che gli ortaggi e la frutta in vendita provengono dal territorio dei 15 Comuni del Parco. La riapertura è prevista per sabato 15 aprile 2017. Il mercatino sarà aperto tutti i sabati, fino a novembre 2017, dalle ore 8.00 alle ore 13.00.
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SEDICO CICLOTURISMO: UNA OPPORTUNITA’ PER LE IMPRESE BELLUNESI l flusso turistico legato ai viaggi in bicicletta, sia pur con ritardo rispetto a quanto è avvenuto nelle Regioni e nei Paesi vicini, come Austria e Germania, sta assumendo anche in Provincia di Belluno una dimensione interessante che può rappresentare un’occasione di lavoro e sviluppo per diverse tipologie di attività economiche. Tuttavia, per avere delle concrete possibilità di successo, oltre a disporre di percorsi adeguati, appare necessario approfondire le dinamiche che caratterizzano il settore, in particolare riguardo alle aspettative dei cicloturisti e ai servizi che si rendono indispensabili affinché un territorio e le sue peculiarità possano diventare una destinazione ad essi appetibile. Queste tematiche saranno affrontate nel corso del Il workshop, “Come cogliere le opportunità’ che derivano dalla diffusione del cicloturismo in provincia di Belluno” organizzato dal Centro Consorzi nell’ambito delle politiche regionali finalizzate allo sviluppo di reti di imprese, per martedì 19 aprile a Villa Patt di Sedico. “L’appuntamento – sottolinea il direttore del Centro Consorzi, Michele Talo – fa seguito ad altri incontri che già in passato abbiamo proposto su questo argomento di grande attualità e vuole essere una risposta concreta alle aspettative delle imprese dei diversi comparti che desiderano interagire e trarre vantaggio dallo sviluppo del cicloturismo. I partecipanti al workshop avranno la possibilità di confrontarsi con l’esperienza maturata nel settore da altre realtà regionali e apprendere, direttamente da operatori specializzati, gli aspetti che caratterizzano il turismo in bicicletta”. Tra gli altri sarà presente, Marco Oss, presidente di Adria Bikes Hotels, sodalizio che riunisce un selezionato gruppo di Hotel e di Agriturismi delle località dell’Alto Adriatico specializzati nella bicicletta, con un elevato standard di servizi dedicati al cicloturismo e al mondo bici. Adria Bikes Hotel è anche partner ufficiale della Ciclovia Monaco Venezia.
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TAIBON Roberto Lagunaz di Taibon Agordino taglia il traguardo dei 50 anni di guida alpina , anniversario che non poteva passare inosservato, per questo l’amico Eugenio Bien ha organizzato per questa sera alle 20 in sala San Rocco a Taibon un momento di ricordi con l’ausilio di audio visivi preparati con Roberto Soramaè. Lagunaz di cose da raccontare ne ha: provetto alpinista, podista ai campionati nazionali di corsa in montagna, membro e presidente del Soccorso Alpino con recupero e salvataggi estremi e l’elisoccorso Suem ancora non esisteva. Lagunaz è stato anche imprenditore, con Natalino Menegus, Angelo Falciole e Renzo Rossi fondò la Elidolomiti acquistando un elicottero per lavori di disgaggio ma anche per metterlo a disposizione del Soccorso Alpino. Alla serata hanno aderito con entusiasmo la sezione agordina del Cai, il gruppo rocciatori Gir, la stazione del Soccorso Alpino di Agordo e le Guide Alpine del Veneto.
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BELLUNO “Se mi fido … mi affido!”. È questo il titolo dell’evento podistico che sarà organizzato, domenica 23 aprile, dal Centro per l’affido e la solidarietà familiare dell’Ulss 1 Dolomiti e dai comitati di Belluno e di Feltre del Centro sportivo italiano. La manifestazione, aperta a tutti, si svolgerà a Feltre e proporrà due tracciati: uno di 5 e uno di 10 chilometri, entrambi con partenza e arrivo allo stadio Zugni Tauro. Ogni concorrente potrà scegliere se affrontare l’impegno correndo oppure camminando in compagnia. L’iniziativa mira a diffondere la cultura dell’affido e sensibilizzare al diritto dei minori di crescere in un contesto relazionale adeguato ai loro bisogni.
Le iscrizioni si raccoglieranno in zona partenza a partire dalle 8.30. Per i concorrenti nati a partire dal 2012, l’iscrizione è gratuita, mentre per quelli nati tra 2007 e 2011 è fissata in 5 euro. Per tutti gli altri l costo è invece di 8 euro. Il via verrà dato alle 10. Al termine della manifestazione, pasta party.
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PRESENTAZIONE CAMPIONATO AGORDINO DI CALCIO, SAGRA DE PASCA. TAIBON
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