12.30 E MEZZANOTTE GIORNALE RADIO PRINCIPALE, 1430 viabilita, 1630pomeriggio, 1830 sera DAL LUNEDI AL SABATO ALLE 8 05 LA RASSEGNA STAMPA, DA 33 ANNI ALLA RADIO PIU’. radiopiu@radiopiu.it
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OGGI ALLA RADIO: ALLE 10.30 18 30 LEGGERMENTE DI Luisa Alchini 1300 20.10 APPROFONDIMENTO CON SILVIA TORMEN SINDACO DI TAIBON, OSPEDALE DI AGORDO 15.10 21 00 FERNANDO BARBIERI PRESENTA IL KALAT FILM FESTIVAL AD AGORDO. 1530 21 15 SPECIALE ESTATE CON STEFANO BEZZI DA BAIA CALENELLA
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COPPIA IN CARCERE DOPO IL VIOLENTO LITIGIO E L’INTERVENTO DELLA POLIZIA
Morto monsignor Candido Bortoluzzi canonico della Cattedrale di Belluno È morto la notte tra martedì e mercoledì, alle 2 del mattino, monsignor Candido Bortoluzzi. Aveva compiuto nel marzo scorso 87 anni. Era stato ricoverato all’ospedale «San Martino» di Belluno con una prognosi infausta che non gli ha impedito di vivere gli ultimi giorni con serenità e fiducia, accompagnati da professioni di intensa fede. Monsignor Bortoluzzi era canonico della Basilica Cattedrale di Belluno; era venuto ad abitare in centro città una volta ceduto, a motivo dell’età ormai avanzata, il ministero di parroco di Bolzano Bellunese che aveva intrapreso nel 1979. In precedenza, don Candido era stato parroco a Pelos (dal 1961 al 1979) e vicario parrocchiale: subito dopo l’ordinazione sacerdotale, ricevuta nel 1953, a Santo Stefano di Cadore (1953-1955) e quindi a Longarone. Don Candido, originario di San Gregorio nelle Alpi, era immancabile nel suo servizio quotidiano in Seminario, dove si è reso disponibile soprattutto per la catalogazione dei libri. I funerali saranno celebrati venerdi’ 22 aprile alle 15 nella Basilica Cattedrale di Belluno, presieduti dall’amministratore apostolico, monsignor Giuseppe Andrich.
AGORDO L’ospedale di Agordo avrà un nuovo primario di anestesia a breve il concorso, mentre il reparto ortopedia non verrà declassato perché la promessa fatta dalla Regione ai sindaci agordini va nella direzione opposta: la Ulss Belluno-Feltre ha già provveduto con nota scritta a richiedere l’autorizzazione a bandire il concorso non appena si perfezionerà il pensionamento del primario attualmente in carica. Il dottor Alberto Scorrano ha chiesto aspettativa dal lavoro, oltre ad avere un maturato di ferie da fruire prima del pensionamento previsto per l’11 settembre 2016. L’azienda, per fronteggiare alla carenza eccezionale di organico, procederà all’assunzione a tempo determinato di una unità medica. “L’ortopedia di Agordo peraltro è caratterizzata da sale operatorie che rispondono agli standard – dicono gli amminstratori di ritorno da Belluno – per questo, è intenzione della direzione potenziare la programmazione degli interventi d’elezione saturando l’attività ortopedica”. Rimane però sospesa la reperibilità notturna del medico ortopedico, ma l’assistenza è garantita attraverso la guardia attiva del Pronto Soccorso nonché attraverso la reperibilità del medico anestesista. Per l’ospedale di comunità Venezia conferma i 4 posti assegnati ad Agordo con l’assistenza del primario di medicina. Il direttore generale Adriano Rasi Caldogno con riferimento al pronto soccorso ha sottolineato la necessità di intervenire prioritariamente per una riqualificazione strutturale, ma servono soldi e i sindaci si sono impegnati ad aprire un dialogo con la Regione. “Pacta sunt servanda”, la locuzione latina rispolverata da Caldogno (i patti devono essere osservati) s’addice al Protocollo d’Intesa che non sarà firmato, non fino a quando non sarà risolto il nodo del primario d’ortopedia. Sarà il nuovo nominato a determinare l’assetto dell’attività del reparto, il direttore generale ha garantito che una volta ricostituito l’organico medico, nulla cambierà rispetto a quanto pattuito a novembre: sì alla traumatologia trattabile nel reparto di Agordo, sì alla protesica, nonché potenziamento dell’attività operatoria programmata. OGGI ALLE13 INTERVISTA AL SINDACO DI TAIBON SILVIA TORMEN.
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AGORDO “Il sistema non si regge più, il problema non è solo di tipo economico ma anche gestionale”. Dalle parole del sindaco Sisto Da Roit si evince il perché lui, con i sindaci di Rivamonte, Voltago e La Valle ha iniziato un cammino verso la fusione dei Comuni. “Strada che intraprenderemo con i cittadini”, ha precisato il sindaco di Agordo nella serata di ieri introducendo i lavori della prima delle cinque conferenze in programma nella Conca Agordina. “Stare fermi – ha detto Da Roit – non ci fa progredire, subire scelte dall’alto è ancora peggio, per questo vogliamo andare avanti con la nostra testa arrivando preparati con la cittadinanza ad un eventuale referendum”.
Il sindaco di Longarone Roberto Padrin ha spiegato il perché di una fusione. “Un’importante opportunità – ha detto – per dare servizi migliori al cittadino, non per una opinione personale e non sono certo “nemico” dei sindaci contro la fusione”. Padrin ha fatto la storia del percorso di convincimento dei cittadini, di fatto già iniziato anzitempo con l’unione di servizi a livello di Unione Montana.”Analizzate attentamente le problematiche che si creano sulla strada per la fusione, dal personale ai fattori culturali – ha consigliato Padrin – i vantaggi sono comunque innegabili, nel caso di Longarone oltre 8 milioni di euro in dieci anni che azzerano anche la Tasi”.
Se per Padrin l’unione della fusione fa la forza, per il collega Gianluca Dal Borgo di Chies d’Alpago non è così. “Attenzione a fare i primi della classe a risparmiare – ha detto Dal Borgo – se togliamo il Comune dai paesi di montagna rimane il nulla drogando l’intero sistema, la politica non deve limitarsi ai prossimi 10 anni. Il pesce più grande fagocita il più piccolo, sparisce la comunità e lo Stato usa il bonus come esca”.
LUNEDI SERA DALLE 20.10 SU RADIO PIU LA DIRETTA-DIFFERITA DELLA SERATA IN SALA DON TAMIS, TRASMISSIONE INTEGRALE DEGLI INTERVENTI E DEL DIBATTITO
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INCONTRO CON IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA, INTERGRUPPO MONTAGNA
E UNCEM: ESTREMA SODDISFAZIONE Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha ricevuto oggi nel pomeriggio al Quirinale i rappresentanti dell’Intergruppo parlamentare per lo sviluppo della Montagna e l’ufficio di presidenza dell’Uncem per un incontro sui temi della montagna, delle sue problematiche e delle sue potenzialità in attuazione dell’articolo 44 della Costituzione. La delegazione era composta dall’On. Enrico Borghi (presidente) Sen. Giovanni Piccoli (vicepresidente vicario), Sen. Franco Panizza, On. Roger De Menech, On. Albrecht Plangger, e dai vicepresidenti Uncem Andrea Cirillo, Oreste Giurlani, Alberto Mazzoleni. “L’udienza che ci ha voluto dedicare il Presidente della Repubblica costituisce un passaggio importante per la ricostruzione delle politiche pubbliche per la montagna – commenta l’On. Enrico Borghi, Presidente dell’Intergruppo – abbiamo avuto modo di manifestargli i temi legati alla contingenza, dal riordino istituzionale alla riforma del Corpo Forestale dello Stato, i temi dei servizi di base per la nostra montagna, dalla scuola ai trasporti alla sanità e alle poste, nonché il grande tema dello sviluppo previsto dalla Costituzione per le zone montane che abbisogna di specifiche azioni politiche e di attenzioni da parte delle istituzioni pubbliche e private”. “ Su tutti questi temi – continua Borghi – abbiamo trovato una grande attenzione del Presidente Mattarella che ha manifestato la sua disponibilità, all’interno delle competenze e del ruolo attribuitogli dalla Costituzione, di vigilare affinché la Montagna torni ad avere un ruolo centrale all’interno delle politiche di sviluppo del nostro Paese”. “A questo riguardo – conclude il parlamentare- è di rilevante importanza il fatto che il
Presidente Mattarella abbia riconosciuto alla Montagna un ruolo fondamentale e imprescindibile per il rilancio del nostro paese, identificandola come una risorsa nazionale dalla quale ripartire per immaginare il futuro dell’Italia, e abbia assicurato che nel quadro delle sue competenze assicurerà attenzione e sensibilità. A lui va il nostro ringraziamento e la nostra gratitudine per questo gesto di attenzione alle realtà montane d’Italia”.
DAL CONVEGNO DELLA CISL A TREVISO «La Provincia diventa ente di area vasta, viene regionalizzata e questo comporterà lo “scarico” della partita della stessa area vasta alla Regione. Tutto però vincolato dalla normativa statale, come previsto dal ddl Boschi-Renzi», ha spiegato il costituzionalista Bruno Di Giacomo Russo, tra i relatori del convegno organizzato dalla Cisl sul futuro della Provincia. Un futuro ancora incerto, anche quella di Belluno, a cui la legge 56/2014 ha assegnato particolari competenze, senza aver riconosciuto risorse aggiuntive a sostegno di una maggiore autonomia. Ma c’è di più: «L’“attacco” alle Province», sostiene Di Giacomo Russo, «è anticipo di quello che sarà l’“attacco” ai Comuni. I territori che non si saranno coalizzati sono destinati a morire». Insomma, la riforma costituzionale – che comunque necessita della consultazione popolare attraverso un referendum, che molto probabilmente si terrà a ottobre – rappresenta sia per la Provincia che per i Comuni una sorta di “prova di forza”.
DAL BARD, DIANO RISPOSTE CHIARE” “Sul caso Sappada il Partito Democratico sta andando in confusione: basta con gli appelli e le promesse, diano una risposta chiara e unitaria”. Il movimento Belluno Autonoma Regione Dolomiti torna alla carica, dopo le notizie che nelle ultime ore hanno interessato la comunità sappadina. “Martedì la Presidente del Friuli Venezia Giulia ha rilanciato il passaggio di regione di Sappada, – commentano dal Bard – mentre nemmeno 24 ore dopo i suoi colleghi a Roma hanno bocciato la richiesta della senatrice Raffaela Bellot di portare in aula la discussione sul tema. Che idee hanno? Cosa vogliono fare? Quale è il loro progetto, non solo per Sappada, ma per la provincia bellunese?”“Nel corso della nostra assemblea, abbiamo potuto ospitare i referendari sappadini. – continuano dal movimento – Una frase ci ha colpiti: la derubricazione in Senato del caso Sappada è sintomo del disinteresse verso il caso Belluno e il caso montagna. E’ ora di finire di dire a Belluno una cosa, a Udine un’altra, a Venezia una terza ancora e a Roma non dire nulla, per mantenere lo status quo”.“Questo caos è opera di quelle che abbiamo definito “forze di governo reazionarie e conservatrici”, che non intendono concedere autonomia, poteri e democrazia ai territori periferici, accentrando competenze e decisioni”. “Siamo d’accordo col senatore Piccoli nel chiedere al Pd finalmente una risposta chiara ai bisogni di Sappada e di Belluno. – concludono dal Bard – Ma per noi la risposta non può essere l’ennesimo fondo di confine, che fa pagare alle autonomie locali le mancanze dello Stato centrale; serve una provincia forte, elettiva, rappresentativa, autonoma, ente che la legge Delrio non ci concede, nonostante i proclami. Per questo lanciamo un appello ai politici bellunesi: appoggiate le nostre battaglie per l’elettività, per ridare a questo territorio un ente – che si chiami provincia o comunità dolomitica non ci interessa – che sia in grado di rappresentare i suoi abitanti, che possa governare e dirigere questo momento di forti cambiamenti. Il nostro accordo per il ripristino dell’elettività è uno strumento, ma tante altre – dalla revisione della legge Delrio fino al referendum costituzionale di ottobre – possono essere le vie per raggiungere l’obbiettivo e siamo pronti a condividere questo impegno con chi vuole seriamente impegnarsi nel raggiungerlo”.
DALLA REGIONE IL FUTURO DELLE PROVINCE A SEGUITO DELLA RIFORMA RENZI/BOSCHI/DELRIO. BOTTACIN: “LA VERITÀ: SE LA PROVINCIA È MORTA È PERCHÉ L’HA UCCISA IL GOVERNO” “Apprezzabile lo sforzo di chi oggi continua a sollevare il problema della gestione delle Province, in particolare di quelle, come la nostra bellunese, totalmente montane, nella speranza di non rimanere totalmente abbandonati a noi stessi, ma una cosa deve essere chiara: il caos in cui oggi questi enti si trovano ad agire è colpa esclusiva del governo”. Ad affermarlo è l’assessore regionale alla specificità di Belluno Gianpaolo Bottacin, che dà una secca e inequivocabile interpretazione al “problema Province”, sollevato anche nei giorni scorsi in un convegno promosso da un’organizzazione sindacale. “In questa lunga crisi delle Province – puntualizza Bottacin – il primo passaggio è stato aver tolto i fondi statali, che nel caso di Belluno equivalevano a 24 milioni di euro annui, così da obbligarle a tagliare i servizi e mettendole contestualmente in difficoltà con l’opinione pubblica. Si è poi passati alla vera e propria eliminazione dell’ente, prima trasformandolo in ente di secondo grado e poi eliminandolo totalmente anche dalla Costituzione. Se ciò non bastasse il governo, per giustificare una riforma finora transitata solo tramite spot propagandistici, non perde occasione per ribadire che le Province, tutte, vanno eliminate in quanto inutili”. “Ma il paradosso – prosegue nell’analisi Bottacin – è che poi, non pago, il governo obbliga pure le Regioni a pagare dipendenti e servizi che fino ad ora sono stati erogati dalle Province, di fatto tagliando risorse alle stesse Regioni e giustificando il tutto nel nome di una riorganizzazione di facciata. E di fronte a tutto questo, qualche luogotenente locale del Pd cerca di glissare raccontando a volte la favoletta che nella riforma Boschi si sarebbe riusciti a strappare un riordino particolare per Belluno; in altre occasioni spostando il tiro sulla Regione, cosa quanto mai ridicola visto che, come tutti sanno, anche nel 2015 abbiamo trasferito quasi 40 milioni di euro, mentre il contributo statale è stato uno zero tondo”. “Da ex presidente – aggiunge – vivo con sofferenza quello che è un vero e proprio tradimento del territorio e di ogni forma di autonomia. La Regione qualche toppa sta provando a metterla, ma nei limiti di una normativa statale che con la legge Delrio ha finito di destabilizzare un sistema che era già stato messo a dura prova da continui tagli alle risorse”. “Una situazione insostenibile – conclude Bottacin – a cui la nostra Regione risponde con il referendum per l’autonomia. Ai Veneti chiederemo se vogliono essere come i trentini, gestendo le proprie tasse direttamente sul territorio, così il governo non avrà più alibi e dovrà dare risposte concrete e finanziarie”.
INTERRUZIONI ENERGIA ELETTRICA, DOMANI A GOSALDO E RIVAMONTE
17 APRILE 1916 – 17 APRILE 2016 100° DELLO SCOPPIO DELLA MINA DEL COL DI LANA
Commemorato con grande partecipazione l’episodio dell’epopea di Guerra sul Col di Sangue: una manifestazione a carattere sovranazionale che ha coinvolto l’intera comunità Fodoma di GIORGIO FONTANIVE.
Livinallongo. – Come da programma, nel pomeriggio di domenica 17 a Pieve di Livinallongo ha avuto luogo la cerimonia di commemorazione dello scoppio della Mina del Col di Lana: 17 aprile 1916-17 aprile 2016. Un clima di raccoglimento si è diffuso in quella chiesa di S.Giacomo Maggiore, cent’anni fa completamente mutilata dal bombardamento che in quella “terra di nessuno” aveva distrutto ogni identità senza rispetto per le cose come lo sono tutti i conflitti. Sentimenti ampliati – oltre che dal Piccolo Coro Col di Lana – dalle parole del parroco nelle tre lingue che permeano la comunità Fodoma (Ladin, Italiano e Tedesco) soffermandosi sul ricordo di chi quei giorni aveva vissuto, in lacrime ogni volta che – parlandone – venivano versate. Una meteo rabbuiata – assai più che in quel fatidica giornata del 1916, singolarmente contrassegnata da una intensa luminosità – ha accompagnato la cerimonia all’esterno per gli onori ai Caduti accanto al monumento a Caterina Lanz, cui hanno partecipato Alpini (il presidente sezionale di Belluno Angelo Dal Borgo, il capogruppo degli Alpini di Livinallongo Luca Deltedesco, il sindaco Leandro Grones e la rappresentanza dei militari austriaci di Lienz). Nutrita la partecipazione dei Gruppi Alpini della vallata e oltre; da segnalare anche i “gemellati” a Livinallongo di Gubbio presenti con il labaro e le decine di appassionati della Grande Guerra in Dolomiti, custodi di una cultura e di una conoscenza che va oltre la storia ufficiale degli accadimenti. Toccante il “Silenzio”, emesso dalle note della tromba di Paolo De Mattia che ha dato misura ad un momento al di sopra di tutto, al cospetto della terribile sventura della guerra che travolge persone, affetti, cose. Successivamente, al centro multifunzionale el Taulàc, la manifestazione ha ripreso i toni del ricordo storico dell’accadimento con gli interventi delle autorità (alpini e Comune) nonché degli addetti ai lavori e collaboratori: l’Associazione Storico-Culturale Col di Lana che ha organizzato la mostra fotografica; la Sezione Agordina del Club Alpino Italiano (che ha realizzato la cartolina commemorativa e il cui rappresentante Giorgio Fontanive ha informato l’assemblea relativamente all’Adunanza del 23 luglio 2016 presso il Castello di Andraz); il Circolo Filatelico Numismatico Agordino per l’annullo postale il cui materiale predisposto è stato totalmente distribuito.
AGORDO Dopo il partecipato incontro nella nuova sala del Municipio di Cencenighe presso il Nof Filò è la volta di Agordo, domani alle 17 all’Auditorium Vincenzo Savio (ex Casa della Gioventù con ingresso da via Garibaldi) si terrà l’incontro con la popolazione volto a dare delle chiare indicazioni sul come difendersi dalle truffe. Relatori gli uomini dell’Arma: il comandante della compagnia Carabinieri di Belluno, capitano Dario Di Iorio e il comandante la stazione di Agordo, maresciallo Antonio D’Alcamo. L’appuntamento è organizzato in collaborazione con i sindaci dei Comuni della Conca Agordina. “Truffe difendiamoci insieme” è il titolo dell’evento informativo rivolto a tutti, giovani e anziani.
AGORDO Il rendiconto 2015, ma soprattutto il programma per il nuovo anno dell’Associazione Atletica Agordina presieduta da Fernando Soccol, sarà presentato venerdi alle 20.30 in sala della Biblioteca Comunale di via 27 aprile nel corso dell’assemblea annuale. Ai lavori dell’importante sodalizio di vallata potranno partecipare i soci e ogni socio potrà accedere al voto anche con delega di più di un associato.
In sala Don Tamis, nella stessa serata alle 20.30, secondo appuntamento con i cortometraggi nell’ambito del festival internazionale Kalat Niss Fil in collaborazione con il polo scolastico di Agordo, alle 15.10 approfondimento su Radio Più con l’intervista al presidente Fernarndo Barbieri.
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APPUNTAMENTI
ALLEGHE HOCKEY, LE INIZIATIVE