BELLUNO. Tre milioni di euro. Sono questi, secondo una analisi dello Spi Cgil del Veneto, i soldi che verranno a mancare nella casse dei comuni bellunesi a causa del taglio ai trasferimenti e alla riduzione dei fondi Imu/Tasi previsti dalla legge di bilancio varata dal governo Conte. Un taglio rilevante che costringerà molti amministratori locali ad aumentare le imposte locali, dato che nel 2019 viene meno la norma blocca tributi introdotta dal governo Renzi, e a tagliare i servizi.
“In un territorio già devastato dal maltempo – commenta Maria Rita Gentilin, segretaria generale dello Spi Cgil di Belluno – i tagli contemplati nella legge di bilancio rischiano di creare nuove ferite e di rallentare la ricostruzione di realtà messe in ginocchio a novembre dall’alluvione. Per questo, tramite la negoziazione sociale, vigileremo affinché gli eventuali aumenti dei tributi locali non colpiscano le fasce di reddito medio-basse, come quelle a cui appartengono i nostri pensionati, e che non vengano decretati tagli ai servizi sociali”.
Secondo l’indagine dello Spi Cgil regionale – così come ribadito in questi giorni da un rapporto di Confprofessioni che di fatto conferma l’allarme lanciato dal nostro sindacato alcune settimana fa, appena approvata la legge di bilancio -, su 61 comuni del Bellunese, 41 (circa due su tre) hanno ancora uno spazio fiscale a disposizione per incrementare l’addizionale Irpef non avendo ancora raggiunto l’aliquota massima dello 0,8%. Fra questi, vi sono sette amministrazioni che non applicano l’addizionale e che quindi, come spiega Gentilin, “potrebbero recuperare in parte i tagli ai trasferimenti introducendola con l’aliquota massima ma, nel qual caso, chiederemmo di stabilire una soglia di esenzione a 30 mila euro”.
Per quanto concerne invece l’Imu o la Tasi, 45 Comuni hanno ancora spazio per aumentarne le aliquote per coprire la diminuzione di risorse derivante dalla legge di bilancio.
La preoccupazione del sindacato dei pensionati si rivolge soprattutto agli anziani bellunesi che sono più di 50 mila e rappresentano il 26,1% della popolazione. Fra questi circa 16 mila sono over 80. I pensionati bellunesi, poi, sono i più poveri del Veneto dopo quelli di Rovigo. L’assegno medio è di 888,56 euro lordi mensili: agli uomini arrivano 1228,53 euro, alle donne 650.51.
“La situazione è molto incerta e siamo davvero preoccupati – conclude Maria Rita Gentilin – Questa legge di bilancio rischia di penalizzare seriamente i cittadini meno abbienti e le fasce più deboli, come gli anziani. Noi faremo la nostra parte attraverso la negoziazione sociale con gli Enti locali e chiederemo dunque che il sistema tributario segua criteri di progressività laddove vi siano aliquote uniche, che vengano ampliate le soglie di esenzione e che in generale non vengano colpite le fasce di reddito più disagiate. La nostra determinazione è emersa con forza anche sabato scorso alla straordinaria manifestazione organizzata a Roma dai sindacati”.