Durante una serata di qualche giorno fa, in una zona centrale di Belluno, una giovane ragazza ospite di una struttura ricettiva si accorgeva che ignoti, approfittando di un momento di distrazione, le avevano sottratto lo smartphone di ultima generazione che aveva lasciato in camera. La ragazza, lungi dal rassegnarsi, non si dava per vinta e, denunciando tempestivamente il fatto in Questura a Belluno, si attivava per rintracciare il prezioso telefono contente tutti i suoi dati, i files e le numerose applicazioni memorizzate. Proprio grazie ad un’applicazione opportunamente installata in precedenza, la giovane donna realizzava che il proprio telefono si trovava all’interno di un’abitazione sita sempre in zona centrale. Contattato il residente questi dapprima minimizzava sostenendo di non aver trovato nulla del genere all’interno della sua proprietà, ma qualche ora dopo spontaneamente si presentava a riconsegnare il telefono alla ragazza, giustificandone il possesso a seguito del ritrovamento casuale in una zona attigua alla sua abitazione. La donna, insospettita, verificava che erano stati cancellati dallo smartphone tutti i suoi dati, e le applicazioni e i numeri in rubrica erano stati sostituiti con altri a lei non conosciuti. A questo punto si recava nuovamente in Questura dove personale dell’Ufficio Denunce e della Polizia Scientifica, appurava che le nuove applicazioni avevano come intestatario proprio l’uomo che aveva inizialmente negato di possedere il telefono, e avevano inoltre una data di installazione precedente alla richiesta di restituzione avanzata dalla donna. Tanto è bastato per deferire all’autorità giudiziaria l’uomo, un cinquantacinquenne residente a Belluno, per i reati di ricettazione (art. 648 c.p.) e danneggiamento di sistemi informatici o telematici (art. 635 bis c.p.). Il telefono inoltre è stato sequestrato per poter effettuare ulteriori accertamenti e non appena possibile sarà restituito alla legittima proprietaria.