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DI TIZIANO DE COL
In occasione del ventennale del restauro della Chiesa di San Michele Arcangelo (2005–2025), viene proposto un momento di memoria e valorizzazione di un intervento che ha segnato profondamente la comunità. I lavori, conclusi nel 2005, hanno restituito alla chiesa il suo splendore originario, salvaguardando un patrimonio storico, artistico e spirituale di grande valore. Per celebrare l’anniversario, è stata allestita una rassegna stampa che raccoglie alcuni articoli pubblicati nel corso degli anni, testimoniando le fasi, le difficoltà e l’importanza del restauro. L’esposizione è arricchita da fotografie degli interni, scattate durante e dopo i lavori, che documentano con forza visiva la rinascita della chiesa. Un’occasione per riscoprire storia, impegno e identità condivisa.
IL COMUNICATO DI PASQUA 2005
La Chiesa di San Michele Arcangelo sarà resa parzialmente agibile per il giorno di Pasqua. Infatti, i lavori di restauro, progettati e coordinati dall’Arch. Marino Baldin lasciano libera la restaurata volta dell’ampia navata della Chiesa. E’ infatti stata tolta la grande impalcatura centrale che, insieme alle due imponenti impalcature laterali (ancora in essere per consentire il restauro delle pareti), sosteneva l’impalcato in tavole posto all’altezza della volta, il quale consentiva ai restauratori dell’ Impresa De Cian, di ben operare per il restauro della volta. Fatto notevole per la Comunità Lavallese è dato dalla partecipazione al restauro, all’ interno dell’equipe dei restauratori coordinata dall’ Arch. Marino Baldin, anche di una giovane restauratrice Lavallese, Stefania De Zorzi. Il restauro, oltre che far onore a tutta la Parrocchia ed ai Parrocchiani di San Michele Arcangelo di La Valle, premia la caparbietà di un parrocco, Don Cesare Vazza che, talvolta remando controcorrente rispetto a idee ritenute predominanti nel paese, ma alla fine dimostratesi solamente disfattiste, è riuscito a portare avanti, per gradi, in pieno accordo con la Curia e la Sovrintendenza, prima il livello progettuale dell’opera, poi, progetto alla mano ha bussato alle porte di Regione Veneto, Curia, Fondazione Cariverona per ottenere le risorse necessarie per il finanziamento dell’opera di restauro. Unitamente a queste, moltissimi fedeli hanno dato sostegno all’iniziativa del restauro, dimostrando una unità parrocchiale che per taluni sembrava scemata. Scorrendo la relazione dell’Arch.Baldin si legge del grande sforzo, spinto dalla devozione, che i Regolieri della Val e Parrocchiani di San Michele Arcangelo (La Regola divenuta poi Comune ha sempre coinciso con i confini della Parrocchia) fecero, nei primi anni del 1700 per erigere ed adornare questa bella e possente Chiesa, eretta al posto (ma in altro luogo) della precedente trecentesca, distrutta dalla Bòa del 1701. Nella relazione spiccano alcuni importanti passaggi, quali la possanza della Chiesa e del suo campanile alto circa 35 metri e con la muratura di base avente uno spessore di 1,5 metri, praticamente una torre, con tetto a guglia molto spiovente come quello della Chiesa e l’ampiezza della navata centrale, insolitamente ampia rispetto alle coeve strutture nei paesi circostanti, tanto ampia che Giovanni Foppa, il suo costruttore, temendone il crollo, abbandonò il paese senza ritirare il compenso patuito, tuttavia ritornò nel 1719 per la costruzione del campanile. (Disegno Architetto Marino Baldin)
IL COMUNICATO DI NOVEMBRE 2005
Domenica 14 novembre sono stati inaugurati e benedetti i restaurati affreschi della Chiesa di San Michele Arcangelo in La Valle Agordina. Il restauro ha interessato anchele parti lignee de presbiterio e l’intero impianto di illuminazione della Chiesa. Inoltre, approfittando dei concomitanti lavori di sistemazione della Piazza esterna alla Chiesa, svolti a cura dell’Amministrazione Comunale, sono stati eseguiti i drenaggi esterni per impedire il risalire dell’umidità lungo i muri della Chiesa e la sua penetrazione all’interno della stessa. Grande la soddisfazione del Parroco, Don Cesare Vazza e della intera Comunità Lavallese per il risultato raggiunto. Infatti, la navata centrale, insolita tra le Chiese Agordine per la sua ampiezza, è stata completamente ripulita dalla polvere e dai fumi prodotti dal secolare fumo delle candele e dall’impianto di riscaldamento. L’opera di pulitura ha fatto venire alla luce ben due strati di pittura recente, sovrapposti alla tinteggiatura del Segusini risalente al 1861-1862. I due strati più recenti, che avevano incupito la Chiesa, sono stati accuratamente rimossi riportando alla luce la più chiara struttura tardo ottocentesca. Questa operazione, eseguita su tutta la navata, ha ridato grande luminosità alla Chiesa ed ampliato la percezione di maestosità della navata stessa. Per eseguire questi lavori, l’ Impresa De Cian, guidata dall’ Arch. Marino Baldin e dalla dott.ssa Rotondo della Sopraintendenza del Veneto, ha dovuto realizzare un grande impalcato in legno della stessa superficie della navata, posto in sommità alle pareti della Chiesa e sorretto da da due grandi impalcature laterali e da una centrale. Lo stesso sistema è stato utilizzato per il restauro del Presbiterio. La popolazione di La Valle Agordina ha avuto la soddisfazione di vedere ben operare, con ampia stima delle maestraze e della direzione lavori, anche una lavallese, Stefania De Zorzi, restauratrice. Visti gli alti costi per la protezione dell’Altar Maggiore, è stato deciso di anticipare il suo restauro,previsto più in là nel tempo, quindi di smontarlo e portarlo in laboratorio per i lavori. Ora , l’Altare restaurato, realizzato dal Brustolon, fa bella mostra di sé nella sua originaria bellezza, contornato dalle restaurate parti lignee del Presbiterio. Durante il discorso, Don Cesare Vazza ha ringraziato quanti hanno contribuito economicamente e con il lavoro volontario al restauro, in particolare la Fondazione Cariverona, la Regione Veneto nella persona dell’ ex Assessore Pra (che il Parroco ha definito “ il nostro Floriano Pra”), e la CEI (Conferenza Episcopale Italiana), che sono stati tra i più importanti finanziatori dell’opera insieme a tutti i fedeli di La Valle che non hanno lesinato le offerte per il restauro della loro Chiesa. Nel suo saluto, il Sindaco Tiziano De Col, ha ringraziato e salutato i partecipanti alla cerimonia ed ai restauri, ha rimarcato la necessità di aiuto che avrà la comunità lavallese nei prossimi anni per completare il restauro esterno prima del 2008, anno in cui cade il trecentesimo della dedicazione della Chiesa e per questo ha invocato un ulteriore particolare aiuto da parte della Regione Veneto. Ha fatto quindi notare che, ora che il contenitore è rinnovato, bisogna lavorare insieme, come da sempre accaduto nel passato del paese, tra Comune e Parrocchia, tra Parroco e Sindaco, tra Consiglio Comunale e Consiglio Parrocchiale in modo da poter continuare a rinnovare e migliorare, oltre che la Chiesa, anche la Comunità Lavallese.
LA DESCRIZIONE DELLA CHIESA 2006
Agosto ricorda la dedicazione della Chiesa a San Michele Arcangelo in La Valle Agordina avvenuta il 5 Agosto 1708. La Chiesa quest’anno è anche inserita nel circuito “Tesori d’arte nelle Chiese dell’Agordino” oggetto anche delle pubblicazione di un volume e di un cd. All’interno della Chiesa, a navata unica, restaurata dal Segusini nella seconda metà del secolo 19°, insolitamente grande e dalle corrette proporzioni, trovano posto diverse opere artistiche di particolare interesse. L’altar maggiore, opera dello scultore Valentino Panciera Besarel, realizzato nella seconda metà del secolo 19°, con inserito un tabernacolo del Brustolon appartenente all’altar maggiore della vecchia Chiesa distrutta da una frana nel 1701. Il tabernacolo è stato realizzato nel 1697 appunto dal Brustolon. L’altare è stato ristrutturato come tutta l’abside e l’interno della Chiesa (a parte gli altri altari) lo scorso anno. A tergo dell’ altar maggiore è posta una pala del Fossa (1706) in una cornice sempre del Besarel, rappresentante San Michele Arcangelo. Negli altri quattro altari, due in stile neoclassico e altri due in stile tardo roccoccò, trovano posto una statua di San Giuseppe realizzata da Besarel padre alla metà del 19° secolo, una pala del Lazzarini del 1708 raffigurante San Antonio Abate e San Francesco, una pala del Ridolfi del 1708 raffigurante San Domenico Guzman, una pala del Fossa del 1706, commissionata all’autore da Pietro Mamani “per sua divotione”, ora posizionata sull’altare delle Anime o dei “Careghete” (seggiolai) appartenente al vecchio altare di San Gregorio Magno. I dipinti dell’abside sono stati eseguiti dal Licini nel 1942. La grande volta centrale della Chiesa, realizzata dal Foppa nel 1712 aveva destato qualche perplessità di stabilità da parte dello stesso realizzatore, tanto che la tradizione paesana vuole che si fosse allontanato dal paese senza ricevere il compenso per la paura che la volta cedesse; ritornò cinque anni dopo, forse tranquillizzato, per la realizzazione della possente torre campanaria, alta 35 metri i cui muri alla base hanno uno spessore di 1,20 metri.
LE FOTO DALL’ARCHIVIO DI TIZIANO DE COL
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