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Resterà in carcere il 26enne con doppia cittadinanza brasiliana e italiana residente nel Bellunese, arrestato nei giorni scorsi con accuse pesantissime legate a reati su minori. Dopo l’interrogatorio di garanzia, la giudice per le indagini preliminari ha confermato la custodia cautelare, ritenendo sussistenti gli elementi raccolti dalla Polizia Postale. Le indagini sono coordinate dalla Procura e dal Tribunale di Venezia, che a livello regionale seguono i procedimenti relativi ai reati di pedopornografia. Secondo quanto emerso, le autorità sono arrivate all’uomo grazie a una segnalazione di un’organizzazione non governativa che monitora i siti frequentati da pedofili. La Polizia Postale ha quindi avviato verifiche approfondite che hanno portato all’identificazione e alla perquisizione. Nell’interrogatorio l’uomo ha ammesso le proprie responsabilità, dichiarando di essere consapevole della gravità delle accuse. La posizione resta comunque gravissima: le ipotesi di reato vanno dalla violenza sessuale aggravata alla produzione e diffusione di materiale illecito. La pena prevista, in caso di condanna, potrebbe arrivare fino a 18 anni di reclusione. Intanto, le autorità hanno disposto misure di tutela per la madre e la bambina, accolte in una struttura protetta. L’inchiesta prosegue con l’analisi del materiale sequestrato e con l’obiettivo di verificare l’eventuale coinvolgimento di altre persone o canali di diffusione.
ieri alla radio
PEDOFILIA, ORRORE NEL BELLUNESE: ARRESTATO 26ENNE PER VIOLENZE SULLA FIGLIA
VENEZIA Oggi sarà interrogato – dopo l’arresto avvenuto nei giorni scorsi – un ventiseienne cittadino brasiliano residente da anni nel Bellunese, accusato di aver violentato la figlia di 5 anni. La Polizia postale del Veneto è riuscita a dare un nome e un cognome, arrivando all’uomo – ufficialmente operaio residente a Belluno, ma in realtà domiciliato in provincia – arrestandolo con l’accusa di violenza sessuale aggravata dall’abuso di una bimba e dai legami familiari, che aumenta la pena prevista da un minimo di 9 a un massimo di 18 anni di carcere. Accusa di 609 bis aggravata, alla quale si aggiunge quella di produzione e scambio di materiale pedopornografico. A coordinare le indagini della Postale, la pubblico ministero Anna Andreatta. L’uomo è stato arrestato domenica notte in un bed&breakfast. A dare il via all’indagine degli agenti specializzati nel dare la caccia a chi delinque anche attraverso la rete, è stata la segnalazione arrivata da una organizzazione non a fini di lucro, che si dedica proprio alla ricerca sul dark web dei siti dove i pedofili si scambiano materiale pedopornografico. Il 9 agosto la perquisizione in casa ha confermato l’esatta corrispondenza del bagno con quello dei video. La bambina e la moglie ora sono accudite in una struttura protetta. —