*********
FELTRE Stamattina presso la sede Cgil di Feltre si è tenuto un incontro organizzato dalla Fiom bellunese per discutere i dati relativi ai bilanci della Norsk Hydro e di Hydro Italy. Alla conferenza stampa è intervenuto il ricercatore del Centro Studi della Fiom nazionale Matteo Gaddi che ha studiato e analizzato i dati dei bilanci degli ultimi anni della multinazionale Norsk Hydro e della filiale italiana Hydro Italy. Matteo Gaddi ha spiegato come i dati aziendali non giustifichino assolutamente scelte di ristrutturazione: i bilanci di Norsk Hydro evidenziano una situazione caratterizzata da profitti molto elevati. Nei primi 9 mesi del 2025 (dati della trimestrale), Norsk Hydro ha realizzato un EBITDA (profitto lordo) rettificato di oltre 1,98 miliardi di euro e un EBIT rettificato di oltre 1,3 miliardi: il risultato più alto degli ultimi tre anni. Anche l’Utile Netto rettificato è in forte crescita, attestandosi a oltre 806 milioni di euro. Inoltre, Norsk Hydro remunera in maniera molto generosa gli azionisti: negli ultimi 4 anni ha pagato complessivamente oltre 3 miliardi di euro di dividendi; e nel maggio 2025 è stata deliberata la distribuzione di ulteriori 378 milioni di euro di dividendi. Norsk Hydro, quindi, non solo ha pienamente confermato la sua policy che prevede di distribuire ogni anno almeno il 50% dell’utile netto agli azionisti, ma ha addirittura superato questa soglia già di per sé molto alta. Tra il 2021 e il 2024 Norsk Hydro ha realizzato utili netti cumulati pari a 4,358 miliardi di euro, che una volta rettificati da poste straordinarie diventano oltre 5,1 miliardi di euro; a questi devono aggiungersi gli utili che verranno realizzati nel 2025. L’azienda giustifica i tagli con le difficoltà economiche e di mercato, ma i loro stessi documenti dicono il contrario. Il settore Extrusion, di cui fa parte lo stabilimento feltrino, non è assolutamente in crisi e ha generato nei primi nove mesi del 2025 un profitto lordo (Ebitda) di quasi 301 milioni di euro, di cui 94 milioni di euro nel terzo trimestre 2025 (in crescita di circa 20 milioni di euro rispetto al medesimo periodo del 2024). Se guardiamo l’Ebit rettificato, vediamo che il risultato dei primi nove mesi 2025 è pari a oltre 99 milioni di euro (di cui oltre 28,5 milioni nell’ultimo trimestre).
Quindi, il settore Extrusion non solo realizza elevati profitti, ma è anche in ripresa rispetto al 2024.
Le previsioni aziendali presentate agli investitori a ottobre 2025 parlano chiaro: nel settore Extrusion è prevista una crescita in Europa sia per l’ultimo trimestre 2025 (+1%) che per il primo trimestre 2026 (+2%); nell’area Nord America è prevista una crescita, rispettivamente, del 4% e 2%. Queste previsioni dovrebbero quindi portare le quantità vendute allo stesso livello del 2024. Nel terzo trimestre 2025 si sono realizzati ricavi per 1,634 miliardi di euro, in crescita rispetto al medesimo periodo sia del 2024 che del 2023.
La situazione di Hydro Italy è l’esempio lampante di una gestione predatoria: negli ultimi 4 anni, la società italiana ha accumulato utili netti complessivi per oltre 31,2 milioni di euro.
Il 2024 è stato l’unico anno in perdita (-3,3 milioni), un dato irrisorio se confrontato con gli utili del triennio precedente. Inoltre, è necessario sottolineare che non è corretto né utile ragionare sul risultato di un singolo anno e/o di una singola affiliata, a fronte di una multinazionale che registra profitti elevatissimi e che ha adottato una organizzazione industriale integrata, che va dall’estrazione della materia prima alla produzione di prodotti in alluminio realizzando così una filiera completa, di cui lo stabilimento bellunese è parte integrante. Nell’analisi è evidente la gestione poco lungimirante di Hydro Italy, finalizzata soltanto a sostenere i profitti della multinazionale: anziché utilizzare gli utili per rafforzare il patrimonio netto della società, e quindi disporre di risorse proprie per finanziare gli investimenti, Hydro Italy ha distribuito oltre 16,2 milioni di euro negli ultimi tre anni; di questi, 5 milioni sono stati pagati nel 2024. A monte, la controllante diretta svedese (Hydro Extruded Solutions.AB) ha realizzato negli ultimi 4 anni utili per quasi 250 milioni di dollari.
I dati, in definitiva, smentiscono tutto ciò che è stato utilizzato dall’azienda mercoledì al tavolo in Confindustria per giustificare la chiusura.
“Di fronte a questi numeri, parlare di inevitabilità della chiusura non sta in piedi. Quando la Fiom di Belluno mi ha informato dell’intenzione di chiudere lo stabilimento – e dopo aver analizzato i dati – non ci volevo credere” ha commentato in chiusura Matteo Gaddi. “Le Istituzioni devono intervenire e difendere questo stabilimento, la produzione e i posti di lavoro. È inaccettabile il comportamento di una multinazionale che, pur facendo utili e distribuendo dividendi enormi, si permetta di dire che chiude stabilimenti soltanto perché nell’ultimo anno non sono stati così profittevoli come avrebbe voluto. Non si può permettere a una multinazionale che fa miliardi di utili di desertificare il tessuto industriale bellunese.” “Analizzando i dati ci siamo anche fatti una domanda: come si può pensare di continuare a crescere e ad essere competitivi sul mercato se invece di utilizzare gli utili per fare investimenti sui macchinari e negli stabilimenti, l’unico interesse è quello di distribuire dividendi agli azionisti? Nello stabilimento feltrino sono anni che non vengono fatti gli investimenti necessari per aggiornare la produzione, forse c’è bisogno di una riflessione di questo tipo da parte dell’azienda, più che di decidere per una chiusura immotivata.” ha commentato Stefano Bona durante la conferenza stampa, continuando “Tutti devono sapere che la decisione di chiudere lo stabilimento Hydro di Feltre non ha nulla a che vedere con una reale crisi industriale, ma risponde esclusivamente a logiche di profitto che calpestano la dignità del territorio feltrino. L’analisi complessiva dei bilanci di Norsk Hydro e della Hydro Italy, elaborata dal Centro Studi Fiom-Cgil, restituisce un quadro inequivocabile: siamo di fronte a una multinazionale in piena salute che ha deciso di scaricare 150 lavoratori dopo aver realizzato utili d’oro. Noi non possiamo assolutamente accettare questo tipo di dinamiche e, a questo punto, chiediamo che il Ministero e la Regione si rendano conto delle reali intenzioni e delle motivazioni della controparte e che si attivino per difendere, anche loro, con tutti gli strumenti possibili, il futuro di 150 famiglie e di un intero territorio.”
********













