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NON C’È PIÙ POESIA
Dai rosai profumati non più fragranza si libera nell’aria,
ma solo le spine stan lì a difendere
ciò che era il simbolo della bella vita.
Dalle onde del mare la spuma leggiadra e frizzante
ora appare infida ed ambigua
mentre l’orizzonte s’incupisce
e spinge venti a sollevar marosi.
Attonite stanno, impaurite, le genti semplici
governate da chi brancola nel buio.
Chi prega e chi piange,
chi trema e chi impreca…
Non c’è più poesia nell’aria e nei cuori
e solo chi ha trovato il centro in se stesso
non teme i fantasmi del futuro
ma attonito sta a guardare…
che è già un privilegio.






