PARTE 2 PUBBLICATO IL 17 APRILE
REDAZIONE Facciamo seguito all’articolo precedente su segnalazione di Maurizio Rossi che riportiamo in fondo alla pagina. L’intervento è di Silvano Savio, esperto in materia e già componente attivo del servizio forestale che ringraziamo per la precisa informazione
di Silvano Savio
AGORDO Ci sono vari sistemi per combattere la processionaria. Uno molto semplice è costituito dall’uso di fucili da caccia con munizioni a pallini in modo da squarciare i nidi, soprattutto in inverno, in modo che il freddo uccida le larve. Un’altro è quello di tagliare il ramo dove insiste il nido e bruciare il tutto. Altra ancora, si applicano dei kit procestop lungo il tronco dell’albero in modo da consentire la cattura e distruzione delle larve e comunque impedirne la discesa verso terra e bloccare il ciclo biologico che le porta verso il sottosuolo. Altro metodo è quella della esecuzione di iniezioni nel tronco di sostanze repellenti, costituiti da insetticidi specifici, che si espandono verso la chioma, detto metodo “Corradi”. Se a qualcuno viene i mente la domanda: ” ma chi lo fa e con quali soldi e se il gioco vale candela”, la risposta si trova nella domanda stessa. È opportuno ricordare comunque che la lotta alla Processionaria è resa obbligatoria in base al D.M. 30.10.2007, dove all’art. 4 , nei casi in cui ci siano pericoli a persone e animali si deve attivare un servizio di profilassi da parte dell’Autorità Sanitaria competente, cioè il sindaco. Per concludere, ricordo che la processionaria è una farfalla e quindi un animale che merita la stessa attenzione emotiva che viene rivolta ai lupi, caprioli, uccelli.
PARTE 1 PUBBLICATO IL 15 APRILE
L’INVITO A PRESTARE ATTENZIONE ALLA PROCESSIONARIA
AGORDO E’ Maurizio Rossi a lanciare l’allarme dopo aver riscontrato la presenza della processionaria del pino sul Col di Foglia . “Passeggiando abitualmente su quei sentieri – racconta Maurizio – ho notato dei nidi di processionaria, ovvero un bruco che può causare danni seri alla salute, in special modo ai cani che possono anche morire se le lesioni causate sono gravi, ma anche alle persone più sensibili. I problemi si insidiano nei peli di questo bruco, dannosi per le mucose, vie respiratorie e occhi. Lasciano conseguenze shock come lo anafilattico e orticarie”. Il Comune di Agordo è già stato informato dopo che Rossi ha riscontrato la presenza di alcuni nidi. L’invito è di prestare massima attenzione.
La processionaria del pino (Thaumetopoea pityocampa (Denis & Schiffermüller, 1775)) è un lepidottero appartenente alla famiglia Notodontidae, diffuso in Eurasia e Nordafrica. Si tratta di un insetto altamente distruttivo per le pinete poiché le priva di parte del fogliame, compromettendone così il ciclo vitale. Inoltre, durante lo stadio larvale tale insetto presenta una peluria che risulta particolarmente urticante per vari animali, compreso l’uomo, e i suoi effetti si manifestano dopo un giorno. Da giovane si presenta come una larva da 1 cm fino a 3 cm e mezzo dotata di numerosi peli irritanti per l’uomo e per gli
animali che usa come tecnica di difesa. I gruppi di larve di processionaria si spostano quasi sempre in fila indiana formando una sorta di “processione” (da cui il nome) e si compattano quando raggiungono il loro nido bianco di seta. Il nido viene usato per rideporre le uova o viene scartato e le nuove larve saranno costrette a ricostruirlo. Le cosiddette “farfalle triangolari” non sono altro che processionarie adulte e, sebbene siano notturne, non entrano molto facilmente nelle case abitate. Le dimensioni possono essere variabili, ma la misura principale delle processionarie è di 3–4 cm e la colorazione delle ali è variabile dal bianco sporco al giallo avorio chiaro, con delle striature quasi invisibili di colore più scuro. L’apertura alare è di 5 cm circa. Come molte falene, alcune di esse possono emettere, se minacciate, un liquido giallastro molto irritante, per poi volare via (wikipedia)
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