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BELLUNO
Si è conclusa a San Vito di Cadore una giornata intensa e cruciale per il futuro della viabilità lungo la statale Alemagna, alla presenza del capo del Dipartimento Nazionale di Protezione Civile, Fabio Ciciliano.
Massimo Bortoluzzi, Consigliere provinciale, ha partecipato all’incontro insieme al presidente della Provincia di Belluno, Roberto Padrin. Al centro dei lavori, la gestione dell’emergenza causata dall’ennesima colata detritica che ha colpito l’area, aggravando una situazione già fortemente compromessa.
«La sinergia tra gli enti – ha dichiarato Bortoluzzi – ha permesso di mettere a punto una strategia condivisa per garantire la sicurezza di chi potrà percorrere l’Alemagna nei prossimi giorni».
I danni provocati dalla nuova colata del pomeriggio renderanno necessarie almeno quattro giornate di lavori intensi solo per liberare la sede stradale. Ma il ripristino completo della viabilità e la possibilità di riaprire al traffico richiederanno tempi ancora più lunghi.
«Un grazie sentito a tutti coloro che stanno lavorando con competenza e dedizione. Vi aggiorneremo costantemente sull’evolversi della complessa situazione», ha concluso Bortoluzzi.
SCHEDA TECNICA – INTERVENTI SULLA SS51 ALEMAGNA
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Luogo: San Vito di Cadore, SS51 Alemagna
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Evento: Nuova colata detritica nel pomeriggio
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Enti coinvolti: Protezione Civile Nazionale, Regione Veneto, Provincia di Belluno, Comuni locali, ANAS
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Durata stimata per la rimozione: almeno 4 giorni per sgombero materiale
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Viabilità: tempi più lunghi per il ripristino completo e la riapertura al traffico
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Lavori previsti: rimozione materiale, verifica stabilità versanti, sistemazione drenaggi e protezioni temporanee
APPROFONDIMENTO – IL RUOLO DELLA PROTEZIONE CIVILE
La presenza a San Vito del capo Dipartimento nazionale, Fabio Ciciliano, testimonia l’elevata attenzione istituzionale verso l’area dolomitica, particolarmente fragile sotto il profilo idrogeologico. La Protezione Civile, in sinergia con gli enti locali, ha il compito di:
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coordinare le operazioni di emergenza,
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garantire l’incolumità pubblica durante le fasi critiche,
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attivare le risorse tecniche e logistiche a livello nazionale,
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pianificare insieme agli enti locali le azioni di prevenzione per il futuro.
Il lavoro congiunto tra amministrazioni, tecnici e volontari rappresenta un modello virtuoso di intervento in situazioni complesse e ad alto rischio.