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BELLUNO Nel 2021 Enel Foundation, Università Ca’ Foscari e CMCC, con Confindustria Belluno Dolomiti, realizzarono una mappa dettagliata delle fragilità climatiche della provincia, basata su 60 indicatori ambientali, economici e infrastrutturali. Lo strumento, pensato per supportare istituzioni e comunità nella prevenzione, evidenziava rischi concreti per turismo, industria e infrastrutture strategiche. Tra i punti critici, la SS51 di Alemagna, minacciata in estate da frane e caduta massi e in inverno da valanghe e gelate, con impatti amplificati dall’elevato traffico turistico. Il modello non solo segnalava i pericoli, ma valutava scenari futuri in base a diverse politiche climatiche, suggerendo interventi mirati. Tuttavia, la mappa non è mai stata formalmente integrata nei processi decisionali locali. L’“estate maledetta” 2025, segnata da frane e code interminabili, ha confermato la validità delle previsioni. La presidente di Confindustria Belluno Dolomiti, Lorraine Berton, ribadisce l’urgenza di affrontare i cambiamenti climatici con piani di emergenza e opere di consolidamento. Lo strumento avrebbe potuto guidare investimenti in barriere paramassi, protezioni, monitoraggi e gestione dinamica del traffico. Ignorarlo significa perdere un vantaggio strategico nella prevenzione. Oggi, le informazioni e le tecnologie esistono: manca solo la volontà politica di trasformarle in azioni concrete, per evitare che il Bellunese resti ostaggio della prossima frana, valanga o evento estremo.
LA MAPPA DEI RISCHI CLIMATICI
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