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UN LAMPO DI NOSTALGIA
Abbiamo incrociato sulla pagina Sei di “Falcade Se Official…” questo racconto. Durante la presentazione di un libro a Falcade, Marco Mattiuzzi ha riconosciuto alle spalle del sindaco un dipinto delle Dolomiti: “Nevicata sul Focobon e Mulaz”, realizzato nel 2008 dal padre Ezio.
Ero a Falcade, paese natale della nostra nonna paterna, e nel primo pomeriggio ho partecipato alla presentazione del libro “Dimmi che mi ami. Le Dolomiti di Claudio Barbier” di Monica Malfatti, nella sala consiliare del Comune. Una delle presentazioni più vive e partecipate cui abbia assistito – al livello di quelle di Alice Basso o Alessandro Barbaglia, per intenderci – con un entusiasmo genuino e contagioso da parte dell’autrice.
Ma non è di questo che voglio parlare.
A un certo punto, seduto in ultima fila, mi sono accorto di qualcosa.
Dietro la postazione del sindaco, incorniciato in legno dorato, un dipinto: una veduta delle Dolomiti. Ma non una qualsiasi…
Mi sembrava di riconoscere quelle creste, quelle linee. Il gruppo del Focobon e del Mulaz, che ho visto mille volte, fotografato da mille angoli. E quella cornice… già vista. Già toccata.
Così inizio a fotografare, zoomando piano piano, come se stessi svelando un ricordo attraverso una lente.
Alla fine, con uno zoom 30x, eccola: la firma.
Ezio Mattiuzzi, 2008.
Nostro padre.
Tornato dalle vacanze, ho voluto vederci più chiaro. Ho riaperto il suo catalogo d’opere, quel grande archivio della sua visione pittorica, ed eccolo lì:
Opera n. 464, “Nevicata sul Focobon e Mulaz”, anno 2008.
In quel momento, tra la gente seduta e il silenzio rispettoso della sala, mi sono sentito colpito da un lampo di orgoglio e nostalgia.
Papà era lì, senza bisogno di esserci.
E io l’ho riconosciuto.
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