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Dopo anni di attesa, l’Italia ha finalmente una legge quadro sulla montagna. Il provvedimento, approvato il 17 settembre, colma un vuoto legislativo e restituisce valore ai territori e alle professioni della montagna. La legge, promossa dal ministro per gli Affari Regionali Roberto Calderoli, introduce per la prima volta una definizione chiara di montagna, basata su criteri come altitudine e pendenza. Al centro del testo vengono riconosciute come professioni della montagna le figure di guida alpina, aspirante guida, accompagnatore di media montagna e guida vulcanologica. Un riconoscimento che rafforza la legge quadro del 1989 e conferma il loro ruolo strategico per la sicurezza, la tutela e la valorizzazione del patrimonio naturale e culturale. La norma richiama inoltre gli escursionisti a una frequentazione consapevole e responsabile, sottolineando che la montagna comporta sempre dei rischi. Se un infortunio è causato da comportamenti imprudenti o da eventi fortuiti, come la caduta di un sasso, la responsabilità non ricade automaticamente sugli enti gestori dei percorsi. “Con questa legge si compie un passo importante – ha commentato Martino Peterlongo, presidente del Collegio Nazionale Guide Alpine –. I nostri professionisti continueranno a svolgere il loro ruolo di guide e custodi di un patrimonio unico che appartiene a tutti”.