***
L’OPINIONE
Domani 2 ottobre, in Italia si celebra la Festa dei Nonni, istituita nel 2005. Una ricorrenza che dovrebbe valorizzarne il ruolo sociale, ma che spesso stride con la realtà: pensioni basse, difficoltà sanitarie e assistenziali, costi altissimi per RSA e cure. Più che celebrazioni di facciata, servirebbero azioni concrete: ridurre prezzi e tariffe, aumentare il potere d’acquisto delle pensioni, finanziare fondi sociosanitari e ridurre i tempi d’attesa in sanità. Solo così questa festa potrà davvero avere un senso.
LA LETTERA DI FRANCO PIACENTINI

Nel 2005, con la legge n. 159, fu istituita, in Italia, la “festa nazionale dei nonni” indicando nel 2 ottobre di ogni anno il giorno per “festeggiare i nostri nonni e le nostre nonne”. In quel periodo, di forti tensioni politiche, sociali e sindacali, ricordo, che anche la CGIL e lo SPI “salutarono” ironicamente quella legge per l’eccessiva strumentalità nei confronti delle persone anziane, che all’epoca avevano, e anche oggi hanno ben poco da festeggiare. La stragrande maggioranza delle nonne e dei nonni, sono pensionate e pensionati con redditi, a dir poco, da
fame e con notevoli problemi nelle cure sanitarie e negli aiuti assistenziali. Se malati e/o non autosufficienti, con la necessità dell’ospitalità in strutture protette (RSA – case di riposo – centri servizi) nei loro confronti, chiamando in causa i familiari o se completamente indigenti l’amministrazione comunale, automaticamente scatta la pesante compartecipazione ai costi: dai 60 ai 90 euro giornalieri. Ribadite le inconfutabili difficoltà che attanagliano moltissimi anziani, nella giornata del 2 ottobre le istituzioni locali (Comuni, Province e Regioni) e le Scuole, potrebbero promuovere iniziative per valorizzare il ruolo dei “nonni”, molti di loro impegnati nel volontariato. Sarebbe molto più opportuno che queste Istituzioni pubbliche (Parlamento e Governo inclusi) il 2 ottobre 2025, per dare valore alla festa, si impegnassero ad affrontare, e risolvere, la pesante situazione sociale ed economica degli anziani e delle loro famiglie, evitando “pelose e mortificanti sceneggiate” di circostanza. Il 2 ottobre venga utilizzato per smascherare le tante inconcludenti e fumose promesse governative nazionali e alcune regionali, che di fatto sono state, e continuano ad essere, dei veri e propri “raggiri politici” ai danni di: pensionati; anziani; disoccupati; disabili; non autosufficienti; poveri. Chi governa la cosa pubblica, accantoni le “parate festaiole” e concretizzi risposte esigibili alle seguenti priorità (anche) per le nonne e per i nonni. ✓ Ridurre i prezzi dei prodotti di largo consumo e dell’energia; ✓ Abbassare tariffe e imposte; ✓ Sostenere e valorizzare il volontariato; ✓ Aumentare il potere d’acquisto delle pensioni; ✓ Finanziare adeguatamente il fondo sociosanitario;
✓ Finanziare annualmente, con almeno otto miliardi di euro, il fondo nazionale per la non autosufficienza e, qui in Veneto, finanziare adeguatamente quello regionale; ✓ Definire i livelli essenziali sociali (LEP) e aggiornare i LEA sanitari; ✓ Cancellare i tempi d’attesa in sanità; ✓ Ridurre al massimo la compartecipazione ai costi socioassistenziali. Dopo aver raggiunto questi, ed altri, obiettivi sociali, allora si potrà dare inizio alla festa dei nonni.
**