**
L’ex dirigente del Follador, Paolo Giovanni Zanin, esprime solidarietà alla preside Antonella Pacieri dopo le recenti proteste.
Zanin critica l’assenza di proposte concrete e accusa chi manifesta di voler solo colpire la dirigente. Ricorda le difficoltà burocratiche della scuola di montagna e invita i politici a occuparsi dei veri problemi, non di visibilità pre-elettorale.
LA LETTERA A RADIO PIU
Io Paolo Giovanni Zanin, gia’ dirigente scolastico dell’Istituto Follador per due anni scolastici, in relazione a quanto accaduto negli ultimi giorni, esprimo la mia piena solidarieta’ alla collega Antonella Pacieri. Nel corso delle manifestazioni di questi giorni non ho sentito nessuna proposta, ma solo il desiderio di eliminare la collega. Nei miei due anni al Follador ho provato direttamente la fatica di dover resistere a proposte non conformi alle normative, spesso con la giustificazione “si e’ sempre fatto cosi'”, e nel frattempo le complicazioni burocratiche sono aumentate, non diminuite! Chiedo ai politici intervenuti di occuparsi con maggior impegno dei problemi della scuola di montagna, in vista di semplificazioni burocratiche, e non solo di cercare visibilita’ viste le prossime elezioni regionali. L’unico tema concreto emerso nel volantino e nei comunicati e’ relativo al cambiamento di orario e, a mio parere, il problema nasce, in gran parte (perche’ infatti c’e’ l’ulteriore complicazione di dover svolgere 32 ore settimanali in alcuni percorsi), dalla volonta’ di non avere lezione al sabato, ma senza voler recuperare tali ore o recuperandole solo in versione ristretta! Chi ha manifestato e’ davvero convinto che il “diritto allo studio” passi attraverso una diminuzione delle ore di lezione? L’organizzazione con un rientro di tre ore, due settimane su tre, attentamente studiata per tutta l’estate, visti gli orari delle corriere, consente agli alunni, sia della val Cordevole, sia della valle del Biois, di rientrare a casa 20 minuti prima (rispetto allo scorso anno) in tutte le giornate senza rientro e di avere subito la corriera anche nelle giornate di rientro: l’attenzione alla zona montana e’ stata al centro della progettazione di un orario regolare e uniforme… Se qualcuno ha poi reali difficolta’ a tornare a casa, puo’ chiedere un permesso permanente (o pensare all’opportunita’ offerta dal convitto), non occorre imporre anche a tutti gli altri la stessa riduzione di orario. Analogo discorso per gli alunni-atleti: sono anni che si progettano soluzioni, nella consapevolezza che l’orario delle lezioni adatto a loro non necessariamente e’ l’ideale per tutti, ma ci sono ben altre soluzioni per arrivare a raggiungere le competenze previste… Chiedo quindi agli studenti di frequentare le lezioni con impegno, rispettando l’orario stabilito, con il “rischio di accorgersi” di quanto possa essere funzionale e utile!
__