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di Jacopo Deltedesco
REDAZIONE RADIOPIU Nell’Agordino ormai tutti conoscono qualcuno che ha investito — o rischiato di investire — un cervo nella zona di Candaten in Comune di Sedico. Ma ciò che non può diventare abitudine è vedere la fauna selvatica morire in un parco nazionale e le auto distrutte in incidenti sempre più frequenti. La sicurezza lungo la regionale del Parco delle Dolomiti Bellunesi non può più essere considerata una questione di routine. Serve una mobilitazione vera, un comitato che rappresenti i cittadini e chieda interventi concreti alla Regione e alle istituzioni competenti. La tragedia di Alessandro Tabaku (foto), il giovane morto il 17 ottobre 2022, a pochi giorni dalla festa di laurea, mentre si recava al lavoro, doveva essere un segnale d’allarme definitivo. Invece, dopo pochi giorni di attenzione e due tabelloni luminosi installati — e poi rapidamente rimossi — tutto è tornato come prima. Ma non è l’unico caso: già nel 2020 perse la vita il motociclista Alessandro Bighignoli, schiantatosi contro un cervo e morto sul colpo. Oggi, oltre al pericolo della fauna, la strada è minacciata anche da cadute di sassi in diversi tratti. Gli agordini e i bellunesi chiedono solo una cosa: una strada sicura, per chi lavora e per chi visita le Dolomiti. È un diritto, non una concessione.