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Una poesia intensa di John Francis Della Pietra che ci riporta a quella notte del 2018, quando la tempesta Vaia travolse le Dolomiti. In versi semplici ma profondi, l’autore rievoca paura, distruzione e solidarietà: il vento che abbatte gli alberi, il silenzio dopo la furia, e la forza di una comunità che si rialza. Un racconto poetico che diventa memoria collettiva e ringraziamento a chi ha saputo aiutare e ricordare.
i scrollo dal torpore dei pensieri
Son già passati sette anni sembra ieri
Una tempesta annunciata
Per fortuna in quel frangente l han ascoltata
Ricordo quel momento vivamente
Fu comandato di star a casa a tutti fra l incredulità della gente
Un ora dopo l altra scorreva
Ed abbondantemente pioveva
Ma non parve nulla d eccezionale
Poi nel pomeriggio incomincio a caricarsi il fortunale
Lassù sugl altipiani delle pale
S intravide nell ansia fra le minacciose nubi una strana giallognola luce
Un evento che subitaneo paura condusse
Poi pian piano iniziò molto presto a calar l oscurità
Mentre sembrò decuplicarsi l intensità
Ovunque in questo erto e ripido territorio montano
Cominciarono a scendere acque come il flagello d una divina arrabbiata mano
Divenne subito estrema emergenza
Che l umana memoria non ne aveva quasi conoscenza
Fu una corsa all arginare
Ma fu immediatamente chiaro che sol poco si poteva salvare
Strade paesi villaggi furono alla mercè dell alluvione
La natura ebbe la meglio in questa apocalittica tenzone
Furono attivate tutte le risorse a disposizione
Uomini mezzi persone
Poi mancarono le comunicazioni
Ma non s erano ancor definite le tempestose azioni
Un sordo suono si sentì arrivare da lontano
Venne d un orizzonte insolito e strano
Il fortissimo vento iniziò a sibilare
E dopo un secondo nella buia notte il crac crac di milioni d alberi che s andavano a schiantare
Indi un muto silenzio a risuonare
Solo il sommesso di preci recitare
Al signore che tutto facesse quietare
Poi mentre ancora non era giorno
Chi poteva e doveva si guardo d intorno
Sali un attimo di vero sgomento
Non era il momento
Tutti coloro che potevano si misero a distinzione per aiutare
Ed i danni del disastro si partì a contare
Giorni settimane mesi
In un ciclopico intervento furono spesi
Vennero pur di molto lontano
A porgere il professionale e volenteroso ausilio la loro solida mano
Molto vi sarebbe da raccontare
Ma come succede si fa presto a dimenticare
Fatti immagini persone che fecero un tratto nella nostra terra di storia
Dispersa nell etereo l umana memoria
Ma noi siamo qui grazie a dio a rimembrare
A ricordare
E tutti proprio tutti a ringraziare
Si anche tu
Fosti riparo ad arginare storica radiopiù…
Nell intenso rimembrare
Mentre mi concentravo mi sono scese due tiepide dole.






