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Riceviamo e pubblichiamo
Negli ultimi anni il mondo del web sta cambiando silenziosamente: sempre meno visitatori “umani” e sempre più agenti digitali automatizzati, i cosiddetti bot. Secondo i più recenti rapporti internazionali, nel 2024 il traffico generato da sistemi automatici ha superato quello umano, raggiungendo circa il 51% del totale mondiale. Nel 2019 i bot rappresentavano solo il 37%: in pochi anni la crescita è stata vertiginosa. Dietro questi numeri non ci sono solo bot malevoli, come quelli che tentano attacchi o rubano dati, ma anche agenti intelligenti, programmi basati su intelligenza artificiale che “leggono” i siti per informare altri sistemi, rispondere a domande, creare contenuti o addestrare modelli linguistici. Questo nuovo scenario impone una riflessione: i siti web dovranno evolversi. Non basta più pensare ai lettori in carne e ossa, oggi il pubblico include anche i “lettori digitali”. Chi si chiude dietro barriere anti-scraping o sistemi di blocco rischia di sparire dagli occhi (e dagli algoritmi) delle nuove intelligenze che scandagliano la rete. Il web che conoscevamo sta cambiando, ma non è una minaccia: è semplicemente una nuova lingua da imparare ed un opportunità per chi saprà coglierla.
Walter Giolai
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