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AGORDO Ieri pomeriggio è stato ufficialmente depositato il ricorso al Tar da parte di 185 famiglie di alunne e alunni frequentanti l’Istituto Follador-De Rossi contro il Ministero dell’istruzione e del merito, l’Ufficio scolastico regionale, il Follador-De Rossi e la dirigente scolastica del Follador-De Rossi, Antonella Pacieri. Dopo averlo annunciato nelle settimane scorse e aver invano sperato che la dirigente della gloriosa scuola agordina tornasse sui suoi passi, i genitori sono passati all’azione. Seguiti dagli avvocati Andrea Rui e Livio Viel hanno infatti presentato ieri il ricorso al Tar Veneto per chiedere l’annullamento della determinazione della dirigente scolastica del 2 settembre scorso con la quale la stessa disponeva la modifica unilaterale dell’orario scolastico portando tutte le classi di tutti gli indirizzi alle “classiche” ore da sessanta minuti (al posto delle ore da 50 in uso fino allo scorso anno in alcuni casi in alcuni indirizzi) nonché l’introduzione della “settimana lunga” (a scuola anche il sabato per tutti gli indirizzi) e ulteriori rientri pomeridiani. Decisione, quella di Pacieri, confermata dalla stessa con altri due provvedimenti successivi dei quali, ora, i genitori chiedono l’annullamento. “Il presente ricorso – scrivono infatti gli avvocati Rui e Viel – ha ad oggetto tre provvedimenti della dirigente scolastica dell’Istituto d’Istruzione Superiore “Follador – De Rossi” con i quali la stessa dirigente, a poche ore dall’inizio di quest’anno scolastico 2025/2026 e poi nelle settimane successive ha modificato a propria unilaterale discrezione l’orario scolastico, praticamente da sempre in vigore, determinando grande disagio didattico nonché disservizio anche educativo e altresì veri problemi logistici e pure d’ordine patrimoniale, costi e spese, alle famiglie degli studenti e agli studenti stessi”. “Il folto numero dei genitori di allievi iscritti e frequentanti l’Istituto “Follador – De Rossi” di Agordo che hanno inteso, col presente ricorso, impugnare i provvedimenti – continuano i legali – vale da sé a dimostrare il disagio e i problemi che gli stessi gravati atti hanno determinato presso le famiglie e gli studenti del plesso scolastico in oggetto, che costituisce da decenni un polo didattico e culturale di riferimento per l’intera area montana delle Dolomiti bellunesi, un modello d’integrazione tra istituzione scolastica e territorio, che ha raggiunto in questi anni livelli d’eccellenza riconosciuti da più parti per la qualità didattica, formativa e anche innovativa dei suoi vari indirizzi. L’istituto comprende diversi indirizzi formativi: scientifici, tecnici e professionali e raccoglie un bacino di utenza di oltre cinquecento studenti provenienti da tutti i centri montani delle vallate della provincia di Belluno e segnatamente dell’agordino (Val Biois, Val Fiorentina, Val Cordevole, Val Pettorina, Val Tegnas) oltre che dalla Valbelluna, nonché pure da altre province del Veneto e di altre Regioni”. Rui e Viel parlano del Follador come di un vero e proprio “presidio educativo di montagna” con un ruolo fondamentale in un territorio morfologicamente complesso, con situazione climatiche spesso critiche che impongono tempi di percorrenza lungo le tortuose strade valligiane decisamente superiori alla media. “Anche in ragione di questa situazione logistica, oltre che della particolare e articolata composizione degli indirizzi scolastici – proseguono gli avvocati – gli orari e le scansioni settimanali delle lezioni sono state oggetto già nel passato di una attenta modulazione – frutto dell’esperienza e dei confronti tra tutte le componenti dell’autonomia scolastica – che ha condotto all’adozione di una organizzazione oraria giornaliera e settimanale delle lezioni risultata ottimale sotto tutti i punti di vista (prima di tutto quello didattico) e così consolidata e immodificata da cinque anni sempre nella medesima strutturazione”. Un’organizzazione oraria che, a nome delle 185 famiglie ricorrenti, gli avvocati ritengono sia stata messa prima in discussione e poi, con il provvedimento del 2 settembre, modificata dalla dirigente Pacieri, nonostante a sceglierla fossero stati negli anni precedenti il collegio dei docenti e soprattutto il consiglio d’istituto. Decisioni, quelle di Pacieri, definite più volte dagli avvocati come “unilaterali” e che, “oltre ad aver determinato uno scompiglio nell’organizzazione delle famiglie e degli studenti, nel servizio del trasporto locale e anche nella serenità e regolarità didattica, comportano soprattutto conseguenze assai negative per gli studenti che sono costretti in orari così ristretti da non poter più organizzare le frequenze e le trasferte alla scuola e dalla scuola, in maniera agevole e utile per la stessa didattica nelle ore di frequenza e per lo studio presso le abitazioni o i convitti”.
Considerando illegittimi tutti i provvedimenti presi dalla dirigente Pacieri, Viel e Rui chiedono al Tar di sospendere immediatamente l’efficacia di tali determine e poi di annullare i provvedimenti stessi.
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