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VENEZIA Carrello della spesa sempre più caro. Bollette di luce e gas imprevedibili, soggette alle bizze di dinamiche internazionali imponderabili. Poi ci sono i trasporti, i costi per la salute, i servizi ricettivi, le assicurazioni, l’abbigliamento, le comunicazioni (ricariche telefoniche, internet ecc.). Insomma, anche per gli anziani veneti la quotidianità richiede un sacrificio economico molto pesante, come dimostrano i dati Istat rielaborati dallo Spi Cgil regionale, che testimoniano come i soldi della pensione non riescano in generale a coprire gli esborsi soggetti a rincari e continui pagamenti, pure escludendo i possibili imprevisti che richiedono spesso la necessità di indebitarsi con banche o finanziarie. Secondo i dati dell’Istituto di statistica, ricalibrati a livello regionale e provinciale dal sindacato dei pensionati, nel 2024 l’ultra65enne che vive da solo ha dovuto sborsare in media 1.545 euro al mese ovvero 52 euro al giorno. Nel 2025, stimando un’inflazione dell’1,8 per cento, a parità di acquisti l’anziano pagherà circa 25 euro in più al mese anche se, con ogni probabilità, in molti ridurranno le spese, proprio per contenere l’impatto dei rincari sulle entrate. Se invece parliamo di una coppia di ultra65enni la spesa supera i 2 mila e 400 euro, circa 81 euro giornalieri. Tutti importi che, in linea di massima, superano l’assegno previdenziale medio del Veneto, il che significa che più di qualche pensionato è costretto o a indebitarsi oppure a rinunciare o a ridurre alcune spese tipo quelle (purtroppo) sanitarie. A incidere più di tutto sui bilanci degli anziani veneti è la voce “abitazione, acqua, elettricità e altri combustibili” che racchiude, in particolare, bollette, affitti, eventuali rate del mutuo. Per l’anziano solo questa categoria incide per quasi metà della spesa totale (48,2%), circa 756 euro mensili, mentre per la coppia over 65 il peso si riduce al 40,5% (circa 1.008 euro mensili). La seconda voce che impatta nel bilancio dei pagamenti mensili sono i prodotti alimentari che, come detto, stanno diventando il vero cruccio per le tasche delle famiglie. L’Istat indica aumenti superiori al 3% ma, se guardiamo ai principali beni, ovvero a quelli di maggior consumo, l’inflazione appare ben superiore. Per il cibo l’anziano solo spenderà nel 2025 (a parità di acquisti rispetto all’anno precedente) più di 300 euro al mese con un impatto di circa il 20% sul totale delle uscite, la coppia pagherà circa 500 euro (20,2%). Insomma, dai dati Istat rielaborati per il Veneto emerge chiaramente quanto difficile sia per gli anziani affrontare la quotidianità contando sugli importi delle pensioni che, seppur rivalutate, non sono sufficienti per arrivare a fine mese. A livello provinciale, sempre ricalibrando i dati Istat rispetto al livello di assegni previdenziali, quello veneziano risulta il territorio con la spesa quotidiana più elevata: 1.630 euro mensili per l’ultra65enne single (ovvero 54 euro al giorno) e poco meno di 2.585 euro per la coppia (86 euro giornalieri). A Rovigo, dove gli assegni previdenziali sono in genere più bassi della media veneta, l’esborso scende a 1.495 euro per l’over 65enne (poco meno di 50 euro giornalieri) mentre la coppia ne paga circa 2.370 (78,90 euro al giorno). «Come ogni anno i dati Istat ci rappresentano un livello di spesa che la dice lunga sulle difficoltà di arrivare a fine mese anche per i nostri anziani – commenta Nicoletta Biancardi, segretaria generale dello Spi Cgil del Veneto -. Teniamo conto, fra l’altro, che stiamo parlando di spese mediane, ovvero quelle che riguardano più del 50% delle famiglie e degli anziani. Se prendessimo in considerazione l’esborso medio, il dato si alzerebbe notevolmente perché si terrebbe conto anche di chi ha capacità economiche molto elevate. Naturalmente, come detto, nelle spese non si considerano gli imprevisti e tantomeno i costi della non autosufficienza, che ha un’incidenza a volte insostenibile per molte famiglie. In ogni caso, lo Spi Cgil del Veneto chiede da tempo misure immediate, come l’aumento e l’estensione della quattordicesima e la rivalutazione coerente con l’effettivo aumento del costo della vita».
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