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L’Himalaya torna a essere teatro di tragedie. Almeno nove alpinisti hanno perso la vita in due diverse valanghe provocate dalle forti nevicate degli ultimi giorni. Il primo incidente è avvenuto lunedì mattina nei pressi dello Yalung Ri (6.920 metri), dove sette persone sono state travolte durante la salita. Tra le vittime figurano gli italiani Paolo Cocco, Marco Di Marcello e Markus Kirchler, il tedesco Jakob Schreiber, il francese Christian André Manfredi, e le guide nepalesi Padam Tamang e Mere Karki. Nel secondo episodio, avvenuto nel massiccio del Manaslu, sono stati trovati morti Stefano Farronato e Alessandro Caputo, dispersi dal 28 ottobre. I due alpinisti erano rimasti bloccati dal maltempo e sono stati rinvenuti senza vita all’interno della tenda, al Campo I del Panbari Himal (6.887 metri), a oltre 5.200 metri di quota. I corpi sono stati recuperati martedì da una squadra di soccorso guidata dagli alpinisti Narendra Shahi e Pasang Kaji Sherpa, con il supporto della Sherpa Alpine Trekking Service. Cinque altri alpinisti, tra cui tre nepalesi e due francesi, sono stati tratti in salvo e trasportati in elicottero a Kathmandu per le cure mediche. Le condizioni meteorologiche estreme sono legate al passaggio del ciclone Montha, che ha portato neve e piogge intense su gran parte della catena himalayana, bloccando numerose spedizioni e facendo salire drammaticamente il rischio di valanghe.
foto facebook
Leonardo Nave è stato trovato senza vita. Abbracciato al suo compagno di spedizione. Ciao amico guerriero della Luce, alla prossima vita.
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