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Prosegue senza sosta la mobilitazione dei lavoratori e delle lavoratrici della Hydro Extrusions di Feltre. Dopo le prime due giornate di sciopero del 27 e 28 novembre, con picchetti dall’alba a notte fonda ai cancelli dello stabilimento per bloccare ogni movimento di merci in entrata e in uscita, l’assemblea ha deciso di estendere la protesta con altre cinque giornate continuative di sciopero e presidio.
La lotta andrà avanti fino all’incontro fissato per mercoledì 3 dicembre nella sede di Confindustria a Feltre, dove è previsto il confronto tra azienda e parti sindacali. Sabato e domenica compresi, il presidio resterà attivo per mantenere alta la pressione e presentarsi compatti all’appuntamento decisivo.
A sottolineare la forza della mobilitazione è Stefano Bona, segretario generale della Fiom di Belluno:
«La determinazione di questi lavoratori e lavoratrici è encomiabile. Nonostante il freddo e le notti passate ai cancelli, stanno difendendo con tutte le forze il proprio futuro contro una decisione che consideriamo inaccettabile. È intollerabile sia il modo in cui è stata comunicata la chiusura, sia la logica speculativa che l’ha generata. Qui non c’è rispetto né per le persone né per il territorio».
Secondo il sindacato, il progetto aziendale mostra un totale disinteresse verso una realtà produttiva che da anni rappresenta uno dei pilastri dell’economia feltrina. Non a caso, al fianco degli operai in sciopero si sono schierati anche la sindaca, amministratori locali e numerosi cittadini: una battaglia che, spiegano, non riguarda solo i posti di lavoro, ma l’identità stessa di un territorio.
Mercoledì, oltre al doppio presidio — uno davanti ai cancelli della Hydro e uno sotto Confindustria — è prevista anche la partecipazione di una delegazione di lavoratori provenienti dal sito lombardo di Ornago, pronti a sostenere i colleghi feltrini nella richiesta di mantenere attivo e produttivo lo stabilimento veneto.
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