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DI MIRKO MEZZACASA
BELLUNO
Sei supermercati in poco più di un chilometro. Otto, considerando anche il tratto che dalla rotatoria del Millennium porta verso l’aeroporto. A Belluno il cuore della grande distribuzione batte lungo via Vittorio Veneto e via Tiziano Vecellio, oggi le strade più ambite dai colossi del commercio. L’ultima operazione riguarda il complesso ex Faena Marmi, dove potrebbe trasferirsi Eurospin, attualmente in posizione più defilata tra largo Ugo Neri e via Del Vesco. Una mossa che segue quella di Lidl, che nel 2021 ha lasciato la vecchia sede per spostarsi proprio su via Vittorio Veneto.
Il dibattito sull’espansione: quando “città dei supermercati” suscita critiche
Negli ultimi anni, la logica dell’espansione commerciale ha portato progetti urbanistici come quelli nell’“area ex Agip”, dove è stata proposta la costruzione di un nuovo supermercato.
Tuttavia, questa ipotesi ha scatenato forti opposizioni: circa 1.400 cittadini hanno firmato contro il progetto, segnalando criticità — non solo sull’impatto ambientale e urbanistico, ma anche sulla saturazione degli spazi e la perdita del senso di comunità del centro. Questo episodio evidenzia un paradosso urbano: da un lato, la comodità di avere supermercati a portata di mano; dall’altro, il rischio che l’identità storica e sociale della città venga “consumata” dallo shopping moderno.
Belluno, la “città dei supermercati” tra comodità, lavoro e identità urbana
A prima vista Belluno appare come una tranquilla città alpina, distesa tra le Dolomiti e il fiume Piave. Un capoluogo a misura d’uomo, con il suo centro storico, le piazze raccolte e il ritmo lento della montagna. Ma sotto questa immagine tradizionale si è sviluppata negli ultimi decenni una trasformazione profonda: Belluno è diventata, per molti, la “città dei supermercati”.
Un appellativo nato spontaneamente tra i cittadini, che fotografa una realtà sotto gli occhi di tutti: l’alta concentrazione di punti vendita della grande
distribuzione in rapporto alle dimensioni del territorio. Supermercati di quartiere, grandi strutture, discount, negozi “ibridi” tra centro e periferia. La spesa, a Belluno, non è mai lontana.
Una crescita costante
Negli anni Novanta e Duemila la mappa commerciale della città ha cominciato a cambiare rapidamente. Accanto ai piccoli negozi storici sono sorte strutture sempre più grandi, spesso lungo le direttrici di ingresso al capoluogo. Catene nazionali come Conad, Lidl, Eurospin e Despar hanno affiancato la distribuzione locale, portando nuovi modelli di consumo e una concorrenza sempre più serrata.
Una città in equilibrio fragile
La “città dei supermercati” è dunque una fotografia complessa. Da un lato, Belluno è più comoda, moderna, funzionale. Dall’altro, è una città che rischia di perdere alcuni tratti della propria identità storica: la relazione diretta tra commerciante e cliente, la lentezza dei rapporti di vicinato, la rete sociale dei piccoli esercizi.
Il vero nodo oggi è l’equilibrio urbanistico. Quanto spazio può ancora essere destinato alla grande distribuzione senza compromettere la qualità della vita? Come tutelare il piccolo commercio senza ostacolare l’innovazione? E soprattutto: quale modello di città vuole essere Belluno nei prossimi vent’anni?






