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FELTRE Nel pomeriggio di ieri si è tenuto a Mestre, presso la sede di Veneto Lavoro, con la mediazione dei funzionari dell’Unità di crisi, l’atteso incontro fra le parti per discutere del futuro dello stabilimento Hydro di Feltre e dei 150 lavoratori e lavoratrici coinvolti. Durante le 4 ore di incontro, il segretario generale della Fiom bellunese Stefano Bona ha portato all’attenzione della Regione e dei rappresentanti dell’azienda i risultati dell’analisi dei bilanci e degli utili della multinazionale norvegese preparati dal Centro studi della Fiom nazionale (presentati alla stampa nelle scorse settimane) che testimoniano, senza possibilità di smentita, l’assoluta tenuta della Norsk Hydro e, anzi, la crescente ricchezza spartita fra gli azionisti negli ultimi anni. La Fiom ha ribadito l’assoluta contrarietà alla chiusura del sito e la propria posizione di condanna nei confronti della dirigenza della multinazionale che conferma la gestione predatoria e poco lungimirante della Hydro Italy, finalizzata soltanto a sostenere i profitti della multinazionale. Nonostante gli incontrovertibili dati presentati, l’azienda non ha sentito ragioni e, fra le rimostranze di RSU e sindacati, ha confermato la propria intenzione di chiudere lo stabilimento di Feltre insieme agli altri 4 stabilimenti europei. L’unico risultato ottenuto è stato quello di rinviare a febbraio l’apertura della procedura di chiusura e di licenziamento collettivo, unito all’impegno, preso al tavolo, di chiedere ai vertici della multinazionale l’eventuale disponibilità alla cessione del sito ad altra proprietà. L’azienda ha garantito che in questi mesi lavoratori e lavoratrici lavoreranno a pieno regime fino alla data dell’incontro che sarà fissata all’inizio del prossimo anno. “Davanti all’ottusa visione dell’azienda che ha confermato la decisione di chiudere dimostrando l’assoluta mancanza di rispetto della proprietà per i 150 lavoratori e lavoratrici che sta mettendo in mezzo ad una strada senza alcuna motivazione valida non possiamo che esprimere tutta la nostra indignazione per quello che sta succedendo e per una società in cui, si pensa con miopia che il libero mercato possa giustificare ogni cosa. Noi, invece, sosteniamo fermamente che il mercato non può regolare tutto, soprattutto la vita e la dignità delle persone che per vivere e sopravvivere devono lavorare ogni giorno e nonostante tutto. A seguito dell’incontro in Regione e alle posizioni espresse dall’azienda, crediamo che sia assolutamente necessaria l’apertura di un tavolo al Mimit per cominciare a discutere anche lì del futuro della Hydro e dei possibili soggetti a cui proporre lo stabilimento, con tutta la forza lavoro presente in questo momento, nell’attesa che dalla Norvegia arrivi la disponibilità alla cessione dello stabilimento feltrino in modo che possa continuare ad esistere nel tessuto produttivo feltrino e veneto.” ha dichiarato Stefano Bona alla fine dell’incontro.
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