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BELLUNO Il tempo dell’attesa ha lasciato spazio alla concretezza. A cinquanta giorni esatti dall’apertura dei Giochi Olimpici e Paralimpici Invernali di Milano Cortina 2026, Belluno entra ufficialmente nella fase più intensa di un percorso che da progetto si sta trasformando in realtà quotidiana.
Un passaggio simbolico ma anche operativo, scandito ieri dall’incontro “Road to Milano Cortina 2026. Il territorio bellunese al centro dei Giochi”, ospitato nella sala San Giovanni XXIII. Un appuntamento che ha riunito istituzioni, Fondazione Milano Cortina 2026, tecnici e protagonisti del mondo sportivo per fare il punto sul ruolo strategico del bellunese nel sistema olimpico. Un segnale chiaro: il conto alla rovescia è iniziato da tempo e ora corre veloce. Ad aprire l’incontro, moderato da Nicolò Dalla Gasperina, sono stati i saluti istituzionali dell’assessore allo Sport del Comune di Belluno, Monica Mazzoccoli, e del presidente della Provincia di Belluno, Roberto Padrin. “Le Olimpiadi non sono solo un evento sportivo, ma una sfida collettiva che coinvolge amministrazioni, cittadini e territori”, ha sottolineato Mazzoccoli, richiamando il valore educativo e sociale dei giochi. Padrin, presente anche nelle scorse ore alla cerimonia di accensione del bracere a Roma al fianco del Presidente Mattarella, ha ribadito come “il Bellunese sia chiamato a dimostrare capacità organizzativa e spirito di accoglienza, elementi che da sempre lo contraddistinguono” ma anche di come l’evento è di tutti e rimarrà a tutti in opere, costruzioni e non solo memorie. L’introduzione è stata affidata ai vertici della Fondazione Milano Cortina 2026. Il presidente Giovanni Malagò, collegato online, ha voluto essere presente nonostante un’agenda fitta di impegni, affiancato da Diana Bianchedi, Chief Strategy Planning & Legacy Officer, e da Andrea Monti, Chief Communications Officer, presente invece in sala. Malagò ha ricordato il senso profondo della nascita della Fondazione. “La Fondazione è indispensabile per fare i Giochi, ma soprattutto per gestire il passaggio con ciò che resterà dopo”, ha spiegato. “I villaggi olimpici e le infrastrutture non sono strutture effimere, ma risorse che rimarranno al territorio”. Rivolgendosi al pubblico, ha poi aggiunto: “Alle 20 del 6 febbraio 2026 avremo milioni di persone collegate, gli occhi del mondo puntati su queste montagne. È un’opportunità enorme per un territorio importante. Senza le Olimpiadi molti investimenti non sarebbero mai arrivati”. Diana Bianchedi ha posto l’accento sul tema dell’eredità dei Giochi. “Le Olimpiadi portano entusiasmo e sensazioni meravigliose”, ha detto. “Sono momenti in cui si cambia la vita delle persone e dei territori”.Ha quindi annunciato le prossime simulazioni operative: “Da domani (18 dicembre, ndr) faremo due giorni di simulazione dei Giochi con lo staff Milano-Cortina. Sarà un vero tour de force per arrivare preparati a pochi mesi giorni dal via”. Andrea Monti ha invece affrontato il tema della comunicazione e del coinvolgimento dei territori. “Le Olimpiadi, in realtà, sono già iniziate”, ha affermato. “Manca poco al via ufficiale, ma il lavoro sul territorio è quotidiano. Belluno ne sarà il cuore”. Monti ha poi ricordato la dimensione umana dell’evento: “Il divertimento spesso è inferiore alla fatica, ma dentro le Olimpiadi c’è una cosa bellissima, il senso di squadra. Abbiamo selezionato 18mila volontari su 130mila candidature. La vera bellezza è questa squadra entusiasta e convinta”. Il cuore dell’incontro è stato dedicato alla sessione “Vivere il territorio bellunese durante i Giochi”. Michele Di Gallo, Cluster Manager Cortina, Chiara De Laurentiis, Games Services Manager, Marco Bergamini, Host City Mobility Manager, e Benedetto Gaffarin, Cortina Cluster Transport Manager, hanno illustrato accoglienza, servizi, mobilità e organizzazione. I numeri raccontano la portata dell’evento: oltre mille atleti saranno presenti solo a Cortina, rappresentando decine di nazioni. Sono poi migliaia di addetti ai lavori, circa 5000 i volontari e operatori. Michele Di Gallo ha spiegato cosa si intende per venue olimpica. “Non è solo l’impianto, ma tutto ciò che lo circonda”, ha chiarito. “È forse la prima volta che uno stadio già utilizzato in una precedente edizione torna protagonista a settant’anni di distanza nello stesso luogo”. Parlando dello Stadio del Ghiaccio, ha aggiunto: “Ospiterà le gare e la cerimonia di chiusura del 15 marzo. Sarà un simbolo di continuità e di futuro”. Sul villaggio olimpico di Fiammes ha concluso: “Sarà bellissimo. Regaleremo un sogno e sarà una grande soddisfazione per tutti. Anche la pista da bob sappiamo con certezza che verrà utilizzata per ulteriori gare nel triennio 2027-2030”. Marco Bergamini ha invece affrontato il nodo della mobilità, definendolo “uno degli elementi più sfidanti dell’intero sistema”. “La nostra responsabilità”, ha spiegato, “è trasportare in sicurezza tutti gli stakeholder dai luoghi di alloggio a quelli di lavoro. Parliamo di una flotta di 140 mezzi e di una complessità organizzativa enorme. Oltre a questo, pensare alle situazioni extraordinarie, come per esempio la visita di un capo di stato, m anche al pubblico e agli operatori e media dell’evento. Ognuno ha un suo schema, un progetto e noi lo abbiamo efficentato”. Benedetto Gaffarin ha illustrato le misure di regolazione del traffico. “Gli studi dimostrano che i flussi straordinari non sono compatibili con la capacità stradale attuale”, ha detto. “Per questo saranno necessarie zone a traffico limitato”. Ha però rassicurato cittadini e visitatori: “La limitazione riguarda il mezzo privato, ma con il trasporto pubblico: Cortina resterà accessibile, viva e fruibile per tutti”. A chiudere l’evento, il tema delle cerimonie e le testimonianze dal mondo dello sport, con gli interventi dell’olimpionico Pietro Piller Cottrer e dell’atleta paralimpico Nicolò Toscano, voci che hanno riportato al centro il valore umano dei Giochi.
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