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DI TIZIANO DE COL
Restauri e rinvenimenti avvenuti dopo la pubblicazione dell’ Atlante dei Capitelli Votivi e Pitture Figurative, edito nel 1995 dall’ Amministrazione Comunale di La Valle Agordina a cura di Lidia Rui, che abbiamo interamente pubblicato in tre parti:
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al quale faremo riferimento per riportare i restauri intervenuti dal 1995 ad oggi.
Sicuramente l’opera restaurata di maggior interesse è la statua lignea della “Madonna Nèigra” riportata nell’ Atlante citato a pag. 34-35 al quale rimandiamo per la descrizione. La statua è stata restaurata da Stefania De Zorzi su incarico dell’ Amministrazione Comunale di La Valle Agordina (Sindaco Tiziano De Col) nell’ambito della ricostruzione storica della Comunità Lavallese all’interno della realizzazione del Museo sull’ Economia Storica del paese di La Valle Agordina, sito all’ ultimo piano del Municipio di La Valle. Nell’ Atlante è riportata la foto della statua prima del restauro che ha comportato la rimozione dei diversi strati di pittura e decorazioni sovrapposte nei secoli, lasciando quindi le sole tracce delle decorazioni originali. La statua è ora posta all’interno del citato Museo. Il Capitello di Fades, che per decenni aveva ospitato la statua, non è rimasto vuoto. Sempre nell’ambito della realizzazione del Museo, nel Capitello ha trovato posto una riproduzione lignea della “Madonna Nèigra” realizzata dallo scultore Lavallese Albino Mezzacasa, anche lui di Fades, su commissione sempre dell’ Amministrazione Comunale. Preme sempre ringraziare il compianto De Col Elvio e la famiglia che hanno custodito per decenni la statua, realizzando sulla propria abitazione il Capitello, evitandone la dispersione e poi hanno concesso il restauro ed il trasferimento dell’opera nel Museo. Le immagini della statua restaurata da Stefania De Zorzi e dell’ opera realizzata da Albino Mezzacasa sono nelle foto a corredo di quest’articolo. Sempre riguardo alla “Madonna Nèigra”, un’altra opera è stata oggetto di restauro. Trattasi di un affresco, riportato nell’ Atlante citato a pag. 60-61 al quale rimandiamo per la descrizione. L’affresco è stato restaurato da Stefania De Zorzi nel 2011 su commissione dell’ Impresario Stefano Conedera che aveva al tempo acquistato e poi ristrutturato l’antico fabbricato. Le immagini pre e post restauro sono nelle foto a corredo dell’ articolo. Un altro fabbricato, (l’edificio è chiamato la “Casa dei Sènti” ), che merita sicuramente di essere ulteriormente indagato dal punto di vista storico-artistico è quello riportato nell’ Atlante citato a pag. 66 – 67 al quale rimandiamo per la descrizione , con un affresco in parte coperto da successiva malta di calce. Ora l’ affresco è completamente visibile, vuoi perché la malta di calce si è completamente staccata o vuoi perché qualcuno ha provveduto a staccarla. L’affresco è difficilmente leggibile e databile, così come si può vedere nelle foto a corredo dell’articolo e meriterebbe sicuramente un intervento. La realizzazione del fabbricato di fattezze al tempo signorili e dell’affresco, sono sicuramente anteriori al 1715 , data che compare, insieme al monogramma di Cristo, sotto lo sporto del tetto, realizzata sull’ intonaco di malta di calce che ha ricoperto l’affresco prima descritto. Qundi, data la presenza dell’affresco sotto la malta di calce realizzata nel 1715 e visto l’utilisso come “canonica” dopo la Boa del 1701, l’edificio è databile quanto meno al secolo XVII° (1600) o antecedente. Vista la posizione dell’affresco a destra rispetto al portale d’ingresso si può presupporre la presenza di un altro affresco ancora ricoperto da malta di calce, simmetrico al primo, a sinistra del portale d’ingresso. Anche la particolare finestratura doppia (recente) in asse verticale soprastante il portale può far pensare ad una bifora antecedente alle finestre moderne. L’antico fabbricato è anche conosciuto come “Canonica Vècia”, ossia l’abitazione che fu data in via provvisoria al Parroco dopo l’avvenuta distruzione della Chiesa, della Cappella di Loreto, delle due Canoniche a causa della Bòa del 1701. Le immagini dei particolari citati sono nelle foto a corredo dell’ articolo. Anche un Capitello Votivo è stato oggetto di un particolare restauro. Trattasi del capitello “delle Vizze”, riportato nell’ Atlante citato a pag. 46 – 47 al quale rimandiamo per la descrizione. Il restauro è stato realizzato dagli attuali proprietari del terreno su cui sorge, Domenico e Fulvio Crose e realizzato nel 2011 rispettando la tipologia costruttiva con copertura in laste di pietra. Il dipinto e la dedica interni sono stati realizzati da Valeria Prest. Le immagini dei particolari citati sono nelle foto a corredo dell’ articolo. Un altro Capitello Votivo è stato oggetto di restauro, chiamato Capitel de Piaiaz ma ora più comunemente conosciuto Capitel de Fres riportato nell’ Atlante citato a pag. 50 – 51 al quale rimandiamo per la descrizione. Il Capitel de Piaiaz è stato edificato nel 1931quando fu costruito un nuovo tratto di strada forestale che porta in località Fres e poi in località Pra de Val . Il vecchio Capitel era di qualche metro sottostante alla strada attuale e compariva già citato nelle mappe del 1720 col nome di “Altariolo” che discendeva dal nome locale “Autriol de Piaiaz”. La struttura muraria è ancora quella presente nell’ atlante ma, la pittura all’interno, su lamiera, era scomparsa da qualche anno (sicuramente dalla primavera del 2022) lasciando una scritta “in restauro” incisa “a chiodo” sulla malta retrostante la lamiera asportata e questo faceva presagire, col passare dei mesi, ad un triste epilogo, ma questa primavera il dipinto su lamiera è ricomparso, restaurato, a cura di mano a noi ignota e che tale vuole probabilmente restare. Le immagini dei particolari citati sono nelle foto a corredo dell’ articolo. Un caso triste e singolare è quello riguardante un Capitello ligneo di S.Antonio, presente sul Colle di S.Antonio, sulla ex mulattiera militare che dalla Muda sale verso la Val Clusa e Forcella Folega. Lì c’era, da immemore e fino all’ incendio del 2011 che ha devastato le pendici del Monte Celo sopra la frazione della Muda. Nel 1998 avevo avuto l’occasione di fotografare sia il capitello ligneo che la statuetta di S.Antonio, in legno, con fattezze artigianali, li riposta, parzialmente nascosta dai molti fiori (alcuni in plastica) che qualche devoto escursionista o paesano aveva cura di sostituire. Tutto andato a fuoco. Le immagini sono nelle foto a corredo dell’ articolo. Ancora diversi sono i piccoli capitelli in legno che un tempo erano posti fuori dal paese lungo i sentieri che portavano sui prati alti o sui pascoli o anche sulle antiche baite da fieno (scofe). Alcuni sono scomparsi, deteriorati dal tempo, altri contengono immagini cartacee sbiadite, altri sono stati rifatti con la sostituzione delle immagini interne. Una devozione riservata, quasi nascosta, di molte persone, Lavallesi e non, che amano frequentare strade forestali e sentieri un tempo percorse dalla popolazione locale che si trasferiva anche per settimane nelle baite sui prati alti per recuperare quel po’ di foraggio necessario per la sopravvivenza.
Immagini della “Madonna Nèigra” restaurata da Stefania De Zorzi e della copia realizzata da Albino Mezzacasa
Immagini dell’ Affresco della “Madonna Neigra ” a Conaggia (prima e dopo il restauro) restaurato da Stefania De Zorzi su commissione di Stefano Conedera
Immagini della “Casa dei Sènti”. Affresco, data e monogramma di Cristo, particolari decorativi e costruttivi
Immagini del Capitello delle Vizze
Immagini del Capitello di Piaiaz o Capitello di Fres
Capitetello ligneo di S.Antonio sull’omonimo colle alla Muda. Distrutto dall’incendio del 2011
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