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di Mirko Mezzacasa
È successo di nuovo. Non c’è pace — e soprattutto non c’è più rispetto — per la Madonna del Menadar, la statua che dall’alto di La Valle Agordina veglia sulla comunità e sulla vallata. Una presenza benedetta, simbolo di fede, unione e tradizione popolare, diventata ormai bersaglio di gesti inqualificabili. Dopo il furto dell’agosto 2024, quando la Madonnina era stata sottratta con la scusa che fosse “non consona all’ambiente”, e poi fortunatamente ritrovata intatta dai Carabinieri di Feltre, il gruppo di volontari che l’aveva collocata l’aveva rimessa al suo posto. Questa volta ben fissata alla roccia, per proteggerla da mani indegne. Eppure, l’inciviltà ha colpito di nuovo: la statua è stata decapitata. Un atto vile, codardo e profondamente offensivo non solo per i credenti, ma per l’intera comunità agordina.
«Un atto vergognoso» commenta Jessica sui social, e Anna si chiede: «Perché? Che gioia si prova a fare una cosa del genere?».
Tanti i commenti, tutti indignati, molti rabbiosi — perché il limite della pazienza è stato superato da tempo. C’è chi, con amarezza, ricorda che sarebbe dovuta salire anche una delegazione con il parroco, per una cerimonia di ringraziamento: «Siamo stati preceduti da non sappiamo chi… ma faranno i conti con il Karma», commenta Claudio uno dei volontari salito più volte fin lassù. Ma quel che resta, oltre alla rabbia, è la delusione di un’intera comunità stanca di dover difendere la propria fede e i propri simboli da chi non conosce il significato della parola rispetto. Perché distruggere una statua non è un gesto di ribellione: è solo un segno di povertà d’animo.
AGOSTO 2024
SINTESI DEGLI ARTICOLI D’ARCHIVIO – “IL CASO DELLA MADONNA DEL MENADAR”
Agosto 2024
Durante i preparativi per la festa “Madona de la Neif” a La Valle Agordina, un gruppo di volontari colloca una statua in ottone della Madonna sul Col Menadar, visibile da gran parte della Conca Agordina. Poco dopo l’installazione, ignoti distruggono il faretto d’illuminazione, poi sradicano la statua e la fanno sparire. Sui social appare un messaggio da un profilo anonimo (“Giovanni Manardi”) che rivendica l’azione, dichiarando di aver “preso in custodia” la Madonnina per collocarla “in un luogo più consono”. Il gesto scatena indignazione e sdegno, con centinaia di commenti e prese di posizione.
Reazione istituzionale
Il Presidente del Veneto, Luca Zaia, condanna con fermezza il gesto: “Non è la presenza di una Madonnina a deturpare la bellezza delle nostre vette, ma gli atti irrispettosi e provocatori. Giù le mani dai simboli sacri.” Zaia parla di “atto offensivo verso la spiritualità e la storia delle comunità montane” e chiede un’indagine per individuare i responsabili.
Indagini e ritrovamento
Le indagini affidate ai Carabinieri portano, pochi giorni dopo, al ritrovamento della statua a Nemeggio di Feltre, grazie alla segnalazione di un cittadino. La Madonna è intatta e non danneggiata.
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