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FONZASO Arten di Fonzaso si veste a festa per uno degli appuntamenti più sentiti e identitari del territorio: il Decennale della Madonna del Voto, che quest’anno compie 170 anni. Le celebrazioni, in programma dal 14 al 24 agosto 2025, affondano le radici in una devozione popolare che ha attraversato le generazioni, mantenendosi viva nel cuore della comunità. I preparativi sono iniziati già a maggio, con decine di volontari impegnati giorno dopo giorno a decorare vie, contrade e piazze, trasformando il paese in un grande santuario a cielo aperto. Ovunque si respira un’atmosfera di attesa, lavoro condiviso e fede profonda nei toni dell’azzurro e bianco mariani.
UNA PROMESSA NATA NEL 1855
L’origine di questa tradizione risale al 1855, quando una grave epidemia di colera colpì la zona, disseminando perdite a vista d’occhio nella popolazione, prevalentemente contadina, già malnutrita e debole. In quel momento drammatico, la popolazione di Arten si rivolse alla Madonna, facendo voto di onorarla ogni dieci anni con solenni festeggiamenti. Un impegno che, da allora, non è mai venuto meno, neppure nei periodi più difficili come le guerre. Una promessa fedele, quella di festeggiare, in piccolo o in grande che vede coinvolte squadra intere di volontari che non mancano mai di innovare e portare sè stessi in questi giorni di festa.
IL PAESE DIVENTA l’ALTARE DELL’AVE
In Piazza San Gottardo, Angelina Bordin, storica residente, racconta: “Le donne del paese continuano a stendere lenzuola bianche e azzurre ai balconi, colori simbolo della Madonna. Una mia vicina, che è pittrice, sta preparando l’immagine della Madonnina che verrà esposta sul palco principale”. Assieme a Francesca De Riz, molte volontarie stanno creando a mano fiori decorativi che accompagneranno la processione. “Ognuno dà il proprio contributo per il bene di Arten”, sottolineano. Tra le opere in corso, spicca la realizzazione del grande palco monumentale, progettato da Angelo Cappellin. L’imponente struttura in legno, alta sei metri e dominata dalla scritta “Ave M”, è simbolo della devozione collettiva. “Vogliamo che il palco, dove si concentreranno le autorità civili e religiose, insieme alla Madonnina, sia impeccabile” dice lavorando con seghe cicolari, martelli e pezzi di legno. A lavorarci, in una squadra composta da circa 10 volontari, anche Nino Corso, 85 anni, il più anziano dei volontari, che con un sorriso afferma: “Questa sarà l’ultima volta che partecipo”. Al suo fianco, il nipote Enrico, tra i più giovani del gruppo: una vera e propria staffetta tra generazioni.
Il ponte dei coscritti: un rito che continua
Accanto agli adulti, sono protagonisti anche i giovani. Come da tradizione, i coscritti – quest’anno i nati nel 2005 con qualche aiuto anche dalle classi di età vicine – si stanno occupando della costruzione del ponte votivo sul torrente. Un’opera simbolica che nasce nel 1945, quando i ragazzi del paese decisero di offrire il proprio contributo concreto ai festeggiamenti. Oggi, il ponte è ancora espressione di appartenenza, impegno e voglia di tramandare la tradizione.
Un evento che unisce sacro e comunità
Il Decennale della Madonna del Voto è molto più di una semplice ricorrenza religiosa. È un patto collettivo che si rinnova di decennio in decennio, un’occasione di condivisione che coinvolge l’intera comunità, credenti e non, giovani e anziani. Un patrimonio immateriale fatto di memoria, partecipazione e identità. Oltre al cuore spirituale della festa, c’è un’anima popolare e conviviale curata dall’Associazione Levica, che affianca le celebrazioni religiose con iniziative culturali, ricreative e momenti di incontro. L’intero paese si sta organizzando per accogliere fedeli, visitatori e curiosi: archi decorati, infiorate, installazioni artistiche animano ogni angolo. Il momento culminante di questo evento sarà il 24 agosto, con la grande processione lungo le vie imbandierate e sovrastate da archi del paese. Sarà allora che ogni cittadino, in silenzio o con emozione, potrà dire di aver fatto la sua parte. “Speriamo che sempre più giovani si lascino coinvolgere”, auspica una volontaria. Perché il Decennale continui a vivere anche nei secoli a venire.
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