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DI ALESSIA DALL’O’
BELLUNO Belluno c’era. C’era davvero, quando ieri, 26 novembre, nel cuore pulsante della Grecia antica, tra marmi maestosi centrali di una scenografia unica e la pioggia sottile che scendeva dal cielo, è stata accesa la storica torcia dei Giochi Olimpici 2026. Un momento solenne, carico di significati, che ha visto anche la presenza di alcuni bellunesi nel pubblico, tra cui Rodolfo Laforgia, fiduciario provinciale del CONI Belluno e, da agosto, membro della squadra guidata da Simone Soccal, capo della delegazione provinciale del Comitato Olimpico Nazionale Italiano. La cerimonia si è svolta nel museo archeologico di Olimpia, di fronte alla maestosa statua in marmo della Nike di Peonio, scelta come scenografia del rito a causa delle condizioni meteo: le ultime giornate di pioggia non hanno infatti consentito l’accensione tramite lo specchio parabolico, come vorrebbe la tradizione del cerimoniale ufficiale, ma l’emozione non è comunque mancata. A interpretare la “grande sacerdotessa” è stata l’attrice Mary Mina, che ha simbolicamente acceso la fiamma prima di affidarla al primo tedoforo, il canottiere Petros Gkaidatzis, bronzo olimpico ai Giochi di Parigi 2024. A lui è stata consegnato anche un ramo d’ulivo, emblema universale di pace e fraternità, da sempre parte di questa cerimonia, ma simbolo ancor più potente, nel momento storico che stiamo attraversando. La torcia destinata a raggiungere il territorio italiano e, nel suo viaggio, anche Feltre, Belluno e Cortina, è stata definita “essenziale” per il suo design pulito e contemporaneo. Realizzata con una lega di alluminio e ottone riciclati, pesa 1.060 grammi e intende esaltare la purezza della fiamma e il suo forte valore simbolico. Profonda l’emozione di Laforgia, che ha vissuto il momento da testimone diretto: “Io c’ero e potrò raccontarlo ai miei nipoti. Nonostante il maltempo abbia spostato la cerimonia all’interno, è stata un’emozione unica. Eravamo all’esterno e abbiamo visto passare il primo tedoforo; eravamo prossimi anche al sesto e settimo. Vedere tutto così da vicino mi ha fatto sentire parte della storia. Da bellunese non ho potuto che emozionarmi ancor di più”. L’attesa ora si sposta sulle date che coinvolgeranno direttamente il territorio bellunese:
25 gennaio, quando la fiaccola giungerà a Belluno, e 26 gennaio, quando raggiungerà Cortina. La fiaccola proseguirà fino a Milano, quando alla 60° tappa, giungerà il 5 febbraio per dare avvio alla grandiosa edizione. Laforgia aggiunge: “Speriamo che sia di buon auspicio per i nostri atleti, e che possano conquistare ancora più medaglie del solito. La fiaccola partita ieri da Olimpia non è solo un simbolo sportivo: è un ponte tra epoche, tra culture, tra comunità. E Belluno, ieri, era lì. Presente. Testimone. Parte della storia che continua.”
RODOLFO LAFORGIA, FIDUCIARIO CONI BELLUNO
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