L’INTERVENTO
DI RODOLFO PELLEGRINON, FALCADE
Mi riferisco alla riunione del giorno 31 gennaio 2019 presso la sala degli emigranti di Canale d’Agordo convocata dal Sindaco Flavio Colcergnan nella quale ha illustrato ai cittadini la seria e difficile situazione delle casse comunali. Mi permetto di esporre alcune considerazioni non entrando nel merito delle cause che hanno portato il comune al “ dissesto finanziario”. Certo le decisioni che dovrà prendere il sindaco e la sua giunta andranno sicuramente a colpire inevitabilmente tutti i cittadini. Personalmente sono convinto che questa situazione poteva, senza ombra di dubbio, essere evitata aderendo all’unione dei comuni che, in particolare i cittadini di Canale, con il referendum, hanno respinto. Con l’unione, il comune avrebbe beneficiato di una infinità di risorse, maggiorate per i comuni fino a 3.000 abitanti. Il primo incentivo da prendere in considerazione è rappresentato dai contributi statali straordinari erogati per 10 anni successivi alla costituzione del comune nato dalla fusione. La legge di stabilità per il 2017 ha previsto che tali contributi ammontano al 40% ( dal 2018 sono stati portati al 60%) dei tr asferimenti erariali attribuiti per l’anno 2010, nel limite degli stanziamenti finanziari previsti e comunque in misura non superiore a 2 milioni di euro. Si tratta di un vantaggio considerevole, se si considera che la normativa in questione ha sostituito integralmente l’art. 1 – comma 380 ter della legge 24 dicembre 2012 n. 228 che inizialmente prevedeva una percentuale dimezzata ( 20% dei trasferimenti erariali attribuiti per l’anno 2010) ed un tetto massimo di 1,5 milioni di euro anziché 2.
Inoltre, rientrano tra le disposizioni favorevoli per i “comuni fusi” quelle contenute all’interno delle leggi 183/2014 – 56/2014 e 190/2014. Qui si prevede, tra le altre cose: l’ aumento del patto di stabilità interno dal quinto anno successivo a quello della loro istituzione, assumendo quale base di calcolo le risultanze dell’ultimo triennio disponibile; l’applicazione, al comune istituito a seguito di fusione tra comuni aventi meno di 5.000 abitanti ( e questo è il caso dei comuni di Falcade e Canale) delle norme di maggior favore, incentivazione e semplificazione previste; la possibilità di utilizzare i margini di indebitamento consentiti ecc. ecc. Se tutto questo non dovesse bastare ci sono i contributi regionali che non figurano più come “ eventuali” ma diventano “obbligatori”. Insomma, i vantaggi risultano evidenti e concreti e avrebbero garanti anche a Canale d’Agordo ( come a molti altri comuni italiani) un miglioramento netto. In provincia di Belluno si sono uniti di recente i comuni di della Val di Zoldo ( con percentuali di adesione altissime – Forno di Zoldo 90,49% – Zoldo Alto 71,95% ) . Mi risulta che sia gli amministratori che i cittadini del nuovo comune Val di Zoldo sono soddisfatti della scelta fatta. Questa è la strada, basti pensare che in Germania dove le fusioni dei comuni più piccoli è iniziata nel 1980, attualmente i comuni sono passati da 24.000 a 8.000. Allora, lasciamo perdere inutili campanilismi che, dati di fatto, fanno perdere ingenti risorse ai comuni. Risorse che alla fine ne potrebbero beneficiare tutti i cittadini. Su tutto questo sarebbe interessante un chiarimento della minoranza ( ai tempi del referendum) e le motivazioni con le quali si invitavano i cittadini a votare “NO”.
Al sindaco Flavio Colcergnan, che stimo per la sua serietà, capacità e competenza, un invito a non rassegnare le dimissioni ( come ventilato). Sono sicuro che saprà affrontare questa situazione difficile e anche altre.