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La Comunità Energetica Rinnovabile “Monte Pizzocco” interviene con forza sul caos generato dal MASE (Ministero dell’Ambiente e Sicurezza Energetica) dopo la rimodulazione del fondo PNRR destinato alle CER: da 2,2 miliardi a 795,5 milioni. Una decisione comunicata in modo confuso dal GSE, tra stop annunciati, chiusure anticipate e successive retromarce, che ha lasciato nell’incertezza migliaia di cittadini e amministrazioni. La CER — che riunisce San Gregorio nelle Alpi, Sospirolo, Santa Giustina e Borgo Valbelluna — denuncia ritardi, istruzioni poco chiare e un sistema che ha spinto gli enti locali a superare ostacoli burocratici enormi, senza mai avere risposte tempestive. Nel frattempo, soci e cittadini hanno investito energie, tempo e fiducia in un progetto che oggi rischia di bloccarsi, minando la credibilità dell’intera transizione energetica. Secondo il vicesindaco Enrico Lanciano e il presidente Michele Argenta, la scelta del MASE si trasformerà in un boomerang: impianti fermi, imprese locali penalizzate e obiettivi di decarbonizzazione lontani. Il messaggio ai neoeletti veneti è chiaro: ora la politica deve decidere se difendere le comunità locali o lasciare che la transizione resti nelle mani di pochi grandi operatori.
Alla luce delle recenti elezioni politiche regionali e del nuovo assetto politico locale, ci rivolgiamo anche ai rappresentanti del nostro territorio in Regione Veneto: la politica locale deve dimostrare ora se intende tutelare l’iniziativa territoriale o se la transizione energetica è destinata a rimanere un privilegio per pochi grandi operatori.
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