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Otto ore di sciopero e presidio davanti alla fabbrica di Trichiana per i lavoratori di Ceramica Dolomite, dopo la presentazione del nuovo piano industriale. I sindacati denunciano un progetto che prevede 80 esuberi, pensionamenti anticipati, ricorso alla cassa integrazione, lo spegnimento di alcuni forni e la riorganizzazione dei cicli produttivi per contenere le perdite economiche degli ultimi tre anni.
Le organizzazioni sindacali contestano duramente quello che definiscono un risanamento costruito su tagli al personale e sacrifici dei lavoratori, già protagonisti in passato di rinunce salariali per sostenere l’azienda. «Non devono essere i dipendenti a pagare gli errori gestionali», ribadiscono Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil, chiedendo una vera discontinuità rispetto al passato.
Forte lo scoraggiamento tra gli operai, che temono soprattutto la perdita di competenze e professionalità storiche, fondamentali per il futuro produttivo della fabbrica. Il piano sarà discusso al tavolo di crisi regionale nei prossimi giorni. L’azienda, al momento, non commenta.
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