Ciao Mirko, e grazie mille per l’attenzione che hai dedicato questa settimana alla questione Circo Patuf.
Siccome il tutto è nato da un mio post sulla pagina fb Sei di Agordo se… mi permetto di precisare alcune cose, alla luce dei tuoi servizi e delle tue interviste.
Non era assolutamente mia intenzione puntare il dito su qualcuno, e questo credo fosse evidente dal tono del mio post che era dettato dall’enorme delusione per questo appuntamento mancato.
Avevo parlato un paio di settimane fa con un componente del direttivo Pro Loco il quale mi aveva confermato che per quanto di sua conoscenza il circo sarebbe stato ad Agordo dal 16 al 23 giugno. Questo ci tengo a precisarlo in quanto nell’intervista di ieri si lamentava il fatto che le persone parlassero senza avere prima preso le informazioni necessarie. Lo dico serenamente e senza alcun desiderio di polemica. Il mio post ha avuto moltissime reazioni e commenti, non ne ho visto alcuno di offensivo e in ogni caso, la pagina ha un amministratore che evidentemente la pensa come me in quanto, mi pare, nessun post sia stato cancellato. Anche questo, lo dico serenamente senza alcuna polemica.
Detto questo, vorrei un attimo soffermarmi sulle motivazioni che hanno portato all’annullamento di un evento che a questo punto, mi pare evidente, fosse atteso da molti agordini: cioè il fatto che gli artisti avrebbero ”campeggiato” per tutto il periodo sul Broi.
Artisti, sottolineo, artisti, persone che si sono formate in lunghi anni di studio nelle loro competenze e che continuamente si allenano e affinano la loro arte. Artisti che non a caso ogni anno vengono invitati per un mese a spese dal governo cinese al festival di Shanghai al quale partecipano i più importanti artisti di strada del mondo. Artisti che utilizzano le loro conoscenze e capacità per far arrivare un messaggio comprensibile e adeguato sia per i bambini, che si divertono un mondo, sia per gli adulti che trovano spunti di riflessione. Infatti, lo spettacolo dello scorso anno parlava dell’emigrazione dei loro nonni dall’Europa e dall’Italia via mare verso il sud america e l’argentina in particolare. Parlava delle speranze di chi partiva e degli enormi rischi ai quali andavano incontro nel loro viaggio per mare e terminava con un messaggio di grande umanità e fratellanza che invitava a riflettere sulla sofferenza delle persone strappate alle loro radici a causa della povertà o della guerra.
Quest’anno non sapremo mai di cosa avrebbe parlato il loro nuovo spettacolo… perché alcune persone: due, 10, alcune, molte? Anche questo non lo sappiamo, si sono sentite offese da 6 persone che per 10 giorni hanno vissuto sul Broi.
Quello che sappiamo però è che questa scelta ci ha tolto, come ha commentato con educazione e garbo una ragazza su fb:
“l’occasione per avere nel nostro bel centro di Agordo la possibilità di avere per alcune serate estive uno spettacolo divertente, intelligente, portatore di buoni sentimenti e di semplice gioia. Una volta ancora non abbiamo saputo riconoscere la bellezza e il valore che questi ragazzi potevano portare a noi adulti e soprattutto alle nuove generazioni che ne avrebbero tanto tanto bisogno.”
Tra l’altro, questo sarebbe stato l’unico appuntamento in provincia del Circo Patuf e sono sicura avrebbe portato molte persone dal Cadore e dalla Valbelluna che l’anno scorso li avevano ospitati a salire ad Agordo per rivederli.
Per finire… credo forse si sarebbe potuto fare diversamente e capire che qualcosa di particolare era successo lo scorso anno allo spettacolo del Circo Patuf che peraltro molti di noi avevano visto più di una volta. Ma a questo punto, sono sicura che chi doveva capire, se non lo ha fatto prima lo ha fatto ora… e forse non è ancora troppo tardi per trovare una soluzione.