^^^
Chiunque deturpa o imbratta cose mobili altrui è punito, a querela della persona offesa, con la multa. Se il fatto è commesso su beni immobili o su mezzi di trasporto pubblici o privati si applica la pena della reclusione da uno a sei mesi o della multa da 300 a 1.000 euro. Chiunque deturpa o imbratta cose mobili o immobili altrui in occasione di manifestazioni che si svolgono in luogo pubblico o aperto al pubblico è punito con le pene raddoppiate provvedendo d’ufficio. Con la sentenza di condanna, si può disporre l’obbligo di ripristino e di ripulitura dei luoghi ovvero, qualora ciò non sia possibile, l’obbligo di sostenerne le spese o di rimborsare quelle a tal fine sostenute, ovvero, se il condannato non si oppone, la prestazione di attività non retribuita a favore della collettività per un tempo determinato

Alberto Peruffo, ambientalista e attivista contro i PFAS, è stato condannato a pagare 400 euro per le scritte su un pilone della cabinovia Freccia del Cielo a Cortina. La scritta contestata, “non torneranno i larici” (secondo il coordinamento associazioni ambientaliste Alto Bellunese, era realizzata in colore lavabile) durante una manifestazione contro la costruzione della pista da bob olimpica. L’evento, tenutosi il 19 febbraio 2024, aveva visto la partecipazione di ambientalisti. Pur rispettando la legge sull’imbrattamento (art. 639 del codice penale), per il coordinamento la condanna appare sproporzionata “Ma efficiente – concludono gli ambientalisti – e ci auguriamo che la stessa attenzione venga riservata alle segnalazioni ambientali fatte dalle associazioni”.





