Quest’anno a Venezia crescita record. A livello nazionale fa meglio solo Firenze
Rispetto all’anno pre-Covid (2019), il Veneto ha aumentato il proprio Pil del 5,1 per cento. Tra i vari lockdown che si sono susseguiti nel 2020/2021, i contraccolpi negativi provocati dalla pandemia, l’impennata dell’inflazione, lo scoppio della guerra tra Russia e Ucraina e il caro energia, sono stati sei anni difficilissimi che, però, il Veneto e in generale il nostro Paese hanno superato meglio di quasi tutti i nostri principali competitor commerciali. Se tra il 2019 e il 2025 il Pil reale italiano è aumentato del 6,4 per cento, in Francia è salito del 5 e in Germania dello 0,2. Solo la Spagna può contare su una variazione positiva superiore alla nostra che ha raggiunto il 10 per cento. La media dei paesi dell’Area dell’Euro si è attestata al +6,2 per cento (vedi Graf. 1). A segnalarlo è l’Ufficio studi della CGIA.
Tornando ai dati di casa nostra, la Sicilia ha visto aumentare nel periodo 2019-2025 il proprio Pil reale del 10,9 per cento; nessun’altra regione italiana ha fatto meglio. Sebbene nell’ultimo biennio sia in corso un rallentamento di una buona parte degli indicatori economici siciliani,
l’ottimo risultato comunque ottenuto in questo sessennio è ascrivibile, in particolare, all’andamento delle costruzioni, del turismo e dell’industria. Tutto il Paese e in particolare il Veneto hanno potuto beneficiare dagli effetti “innescati” dal Superbonus e dal PNRR. Un ruolo importante è stato giocato anche dai consumi delle famiglie che hanno potuto contare su 300 miliardi di aiuti che i governi Conte II, Draghi e Meloni hanno erogato a livello nazionale a famiglie e imprese tra il 2020 e il 2023. Risorse che hanno anestetizzato i danni provocati dall’emergenza pandemica. Subito dopo la Sicilia, scorgiamo la Lombardia con il +9 per cento, la Puglia con il +8,9, l’Abruzzo con il +8,1 e la Campania con il +7,7. Il Veneto, come dicevamo più sopra, si colloca al nono posto a livello nazionale con una variazione di crescita del +5,1 per cento. Tra le quattro ripartizioni geografiche presenti in Italia, il Mezzogiorno indossa la “maglia rosa”, grazie a una crescita dell’8,1 per cento. Seguono il Nordovest con il +7,2, il Nordest con il +5 e, infine, il Centro con il +3,8 (vedi Tab. 1).
Ancorchè siano dati previsionali (Prometeia) e le distanze tra le singole aree geografiche siano risicatissime, quest’anno il Veneto dovrebbe guidare la crescita della ricchezza prodotta a livello nazionale. Rispetto al 2024, il nostro Pil regionale dovrebbe aumentare dello 0,7 per cento. Assieme al Trentino Alto Adige e alla Valle d’Aosta siamo destinati a tornare a essere la locomotiva del Paese (vedi Tab. 1).
Se spostiamo l’analisi a livello provinciale veneto, nel periodo 2019/2025 è Vicenza ad aver registrato la ripresa economica più sostenuta (+6,6 per cento). Seguono Verona (+6,3) e Padova (+6). Assieme ad altre sette province italiane, Belluno (-0,9 per cento) non ha ancora recuperato il terreno perso rispetto al periodo pre-pandemico (vedi Tab. 2).
Dall’andamento del Pil reale 2025 su 2024, la Città Metropolitana di Venezia dovrebbe registrare un incremento del +0,9 per cento. A livello nazionale solo Firenze (+1 per cento) dovrebbe far meglio.
Se, in linea di massima, dall’analisi del trend di crescita 2019-2025 e 2024-2025 le aree del Mezzogiorno hanno registrato le crescite più importanti, per quanto concerne la ricchezza pro capite relativa al 2025 le distanze rimangono ancora molto significative. Se a Nordovest il Pil per abitante è pari a 46.817 euro e nel Nordest a 44.211 euro, nel Mezzogiorno si attesta a 25.637 (vedi Tab. 3). La provincia veneta più ricca è Vicenza che conta un Pil per abitante pari a 44.102 euro. Seguono Padova (43.472 euro) e Verona (43.390 euro). La più “povera” è Rovigo (32.855 euro). La media della nostra regione è di 42.264 euro, mentre quella nazionale di 38.304 euro (vedi Tab. 4).







