DI TE DEPONGO IL SORRISO
È un nonnulla l’attimo
in cui mi abiti il pensiero.
Di te depongo il sorriso
ai polsi, a schiudere
le vene allo stupore.
Ti (per)corro gli occhi
con le dita, e i denti, le labbra
sino a romperti la scorza
di melograno.
Scompare tristezza quando sto
nel tepore dei tuoi gesti
e delle parole tue.
Se solo il mio silenzio
potesse parlarti, sarebbero
alfabeti di lettere infinite
e infinite storie dentro
templi di pace.
È un nonnulla l’attimo
in cui mi sei un vestito
troppo elegante
da poterti indossare.






