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Da quasi un mese, il ponte che conduce alla località California, nel cuore del Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi, è chiuso al traffico veicolare a causa di gravi criticità strutturali. Un provvedimento necessario per la sicurezza, certo, ma che ha lasciato i sette residenti – tra cui due bambini e due persone con problemi di salute – e alcuni titolari di seconde case completamente isolati, costretti a muoversi a piedi per lavorare, fare la spesa e accedere ai servizi essenziali. Nonostante i sopralluoghi tecnici, nessuna comunicazione ufficiale è stata fornita sul da farsi. Nessun piano, nessuna tempistica, nessuna soluzione provvisoria. E a pochi mesi dall’arrivo dell’inverno, sorgono interrogativi: come verrà garantito il rifornimento di gasolio per il riscaldamento delle abitazioni? Come si pensa di tutelare la salute e la dignità di chi vive in questa zona? Colpisce il contrasto stridente tra l’attenzione mediatica e politica dedicata alla realizzazione della contestata centralina idroelettrica sul torrente Mis— un progetto che, secondo i promotori, avrebbe dovuto portare alla cura del territorio e persino al rifacimento del ponte a proprie spese. Eppure, oggi, chi abita qui si ritrova dimenticato, abbandonato. Si parla tanto di spopolamento della montagna, ma quando qualcuno sceglie di restare, lo si lascia solo. La montagna non chiede privilegi, chiede rispetto. Chiede presenza, ascolto, azioni concrete. Avremo piacere almeno di avere: Un aggiornamento sullo stato del ponte e sui tempi di intervento; L’attivazione urgente di soluzioni provvisorie per garantire la mobilità dei residenti; Un impegno chiaro e trasparente da parte delle istituzioni per non lasciare indietro chi vive in questi luoghi. La montagna non è solo paesaggio e pagamento delle Tasse: è casa, è comunità, è memoria. E chi la abita merita di essere ascoltato.
Con rispetto, I “Disagiati” del ponte Chiuso in località Titele
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