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Ho letto con attenzione il recente articolo riguardante la riorganizzazione della nostra diocesi di Belluno-Feltre. Personalmente, non ne sono rimasto sorpreso: da oltre vent’anni, infatti, le parrocchie di Colle e Selva sono affidate a un unico parroco. Da molti anni, inoltre, i nostri bambini frequentano la scuola materna e primaria nel vicino comune di Selva. Dal punto di vista storico e politico, è vero che le due comunità hanno origini diverse: Selva è sempre stata legata al Cadore italiano e ad Aquileia, mentre Colle ha avuto per secoli rapporti con il Tirolo e con la diocesi di Bressanone. Le appartenenze politiche non si cancellano, ma i contatti ci sono sempre stati, e non possiamo continuare a vivere nel ricordo nostalgico dell’Impero Asburgico, dopo più di cent’anni. Per questo motivo, non condivido la diffidenza – talvolta presente anche tra alcuni amministratori comunali e parrocchiali – nei confronti della collaborazione con Selva. Mio nonno diceva spesso un proverbio che trovo ancora oggi attuale: se pol far senza pare e mare, ma no senza el vijin (“Si può fare a meno del padre e della madre, ma non del vicino”). Tra l’altro, con rammarico, noto anche una certa chiusura verso la promozione turistica, dovuta alla scarsa collaborazione tra le nostre realtà. Auspico, e invito chi ha responsabilità di governo, a costruire ponti anziché muri, come ci ricordava spesso il compianto Papa Francesco. Sarebbe un segno concreto di apertura e un modo autentico di vivere gli insegnamenti del Vangelo, soprattutto considerando che si tratta del governo locale della Chiesa.
Davide Colcuc – Colle Santa Lucia
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