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Io sono nato a Padova, ma forse amo di più Agordo. Giunsi qui perché affascinato da una ragazza agordina. Fu solo in seguito che compresi da dove germogliava il suo fascino! Amo talmente tante cose di Agordo (l’elenco sarebbe troppo lungo) che faccio prima a indicare ciò che non sopporto. Solo tre cose. Innanzi tutto, trovo desolante – soprattutto perché vicino al suo “cuore” – la presenza di due lugubri immobili. A destra, quel gioiello storico e architettonico rappresentato dal vecchio albergo abbandonato… difficile da credere, ma da quando Agordo mi accolse decenni fa, è ancora lì, triste e abbandonato, come allora. Ma il peggio è a sinistra: un rudere, una vera sconcezza. Naturalmente, tutto ciò è inconcepibile e insopportabile, pensando alla meraviglia che si apre a poche decine di metri! Capisco leggi, regolamenti, conflitti, procedure… ma non si può tollerare! È un insulto alla bellezza. Sia fatto di notte, mandate un team – il Suem, i Vigili del Fuoco – senza far rumore… ma cancellate quella tristezza dalla pittoresca vallata! La seconda è il martirio – soprattutto per l’udito – imposto dall’aggressività dei carrettini Ape. Scusate, ma servono a compiti materiali seri, o a bravate rombanti e sprezzanti, come dire: “Largo, guardatemi, sono io, il più forte!” È un fatto che li vedo sempre guidati da giovincelli esuberanti, mai da pazienti e posati anziani lavoratori. Le accelerate poi… forse qualcuno ci penserebbe, se sentisse quello che gli tirerei dietro! (Moralmente, s’intende). Anche le moto, con i loro rombi nel centro storico, non scherzano, ma sono un gradino sotto questo flagello. Terza e ultima, c’è il TA-TAC! Mi piacerebbe invitare l’Assessore in casa, non per amicizia, ma per fargli provare la “nevrosi” del TA-TAC! generato dal tombino tra la parrucchiera e l’ex panificio Carlin, messo giù così e dalla sequenza dei passaggi. Certo, in autunno il problema forse si attenua, ma se l’Assessore volesse provare il TA-TAC! ogni 5-10 secondi per un’ora… capirebbe. Ecco, tutto qua. Il resto è solo amore.
Giovanni Salierno
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