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Una lettera accusa l’SLP CISL di allinearsi all’azienda, dimenticando i lavoratori: “Altro che modello vincente, siamo al collasso organizzativo”
d Adriano Musolino (foto), funzionario regionale SLC CGIL Belluno/Treviso riceviamo e pubblichiamo
In una lettera indirizzata a Radio Più, la critica alle recenti dichiarazioni dell’SLP CISL, mentre la realtà vissuta dai lavoratori postali nella provincia di Belluno sarebbe – si legge nella missiva – tutt’altra: tagli, disservizi, carenze igieniche, ritardi nei pagamenti e gravi mancanze organizzative. Al centro della polemica – scrive Musolino – ci sono le 27 nuove linee corriere, frutto di un accordo firmato solo dalla CISL e dagli autonomi, che – secondo la lettera – è partito senza valutare l’impatto sui lavoratori. A Verona, il primo banco di prova, sarebbe già “grande caos”: mancano mezzi, sicurezza e chiarezza nelle mansioni. Preoccupano anche i tagli annunciati in provincia di Belluno: 11 aree di recapito e 5 linee business saranno accorpate, ma – si denuncia – nessuno chiarisce le ricadute reali per i lavoratori delle zone “perdenti”. E mentre si parla di calo della posta, nell’Agordino e nel Feltrino si registrano disservizi e giacenze. La lettera sottolinea anche le scarse segnalazioni sulla sicurezza da parte dei rappresentanti CISL, a fronte di un’attività molto più incisiva da parte di altri RLS, come Luca Bof, che ha inviato numerose segnalazioni anche allo Spisal, per condizioni di lavoro definite “al limite della decenza” – in particolare per uffici senza pulizie da giugno, a causa di un cambio appalto al ribasso. Il sospetto di Musolino, infine, è che l’attuale “ritrovata attività sindacale” sia legata alle prossime elezioni RSU e RLS, “con un sindacato più preoccupato a preservare la propria rappresentanza che a occuparsi concretamente dei problemi quotidiani dei dipendenti, tra cui la mancanza di personale, la riduzione di oltre 50 sportellisti già comunicata dall’azienda, e i ritardi nei rimborsi spese. La verità è quella che lamentano i lavoratori – conclude la lettera – e non quella raccontata da chi si incensa da solo. Ai posteri l’ardua sentenza.”
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