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In un’epoca in cui l’apparenza prevale sul significato, l’intitolazione di via Valcozzena a Leonardo Del Vecchio dovrebbe essere letta come gesto autentico, legato al luogo dove tutto è iniziato. Non conta il “prestigio” della strada, ma il valore simbolico: lì sorge la fabbrica, lì batteva il cuore del Cavaliere. La piazza è visibile, ma la via racconta. È memoria viva, non solo scenografia.
Nell’era delle polemiche mi pare che ci stia sfuggendo un po’ troppo il senso delle cose a favore dell’aspetto delle cose stesse. Intitolare una via a un personaggio importante che è legato a quel luogo, ha ben poco a che fare con la magnificenza della via o del viale o del vicolo ma ha a che fare con la sua ubicazione. Le vie non sono solo omaggi a chi le ha abitate o ci ha fondato una attività, comprendono anche una testimonianza storica fondamentale. In Italia abbiamo un esempio (ma non solo questo) piuttosto importante, il primo stabilimento industriale di Barilla era in via Veneto che poi è diventato viale Barilla. Parliamo di Parma. Non una piazza. Quella strada. Quel viale. Bello? Brutto?. Quello.
https://www.archiviostoricobarilla.com/esplora/focus/evoluzione-del-sito-produttivo-di-parma/
La cosa che personalmente trovo un po’ spiacevole è svuotare il gesto dell’intitolazione del suo significato e porre l’attenzione sulla questione del “pregio”.
Immagino il Cav, Del vecchio passare per la piazza di Agordo e magari buttare un occhio al Broi o alla Chiesa ma son certa che fosse proprio all’imbocco di via Valcozzena che il suo cuore battesse più forte. Quella via non sarebbe così se non ci fosse stato lui. Lui ha trasformato quella zona, l’ha plasmata.
Non mi pare che la piazza di Agordo abbia avuto la stessa trasformazione negli anni. Ricordo molto bene le parole di uno dei figli al funerale del Cav. Del Vecchio (mi prendo la confidenza di dire del papà visto che le grandi aziende italiane nel mondo sono familiari e ci sarà un perchè) ricordava che il padre chiamava lo stabilimento “la fabbrica”.
Questa parola chiude in se tutta una forma mentale preziosa che sembra abbiamo perduto, l’amore per il fare e non per l’apparire, l’importanza del senso prima che dell’aspetto, e della qualità prima del successo. Fabbricare è fare, dare vita, creare. E non si fabbrica senza un luogo.
Forse io ho ancora una visione romantica di questi grandi uomini, per altro non ho avuto l’onore di conoscere il Cavaliere e non ho mai lavorato in Luxottica per cui il mio ragionamento può essere puramente fantasioso oppure viziato dall’immaginario, ma sono intimamente convinta che lui sia più felice dell’intitolazione della Sua via in cui sorge il Suo inizio che una piazza che per quanto bella o famosa ha poco a che fare con la sua storia e la sua vita. Quanto tempo della Sua vita ha passato in quella via?
Leonardo Del Vecchio è comunque famoso, sarà comunque ricordato dalla gente di Agordo per generazioni a venire per cui l’intitolazione è un omaggio a lui come uomo, non alla sua fama, non basterebbe intitolargli San Pietro per omaggiarlo in modo consono credo. Se poi il discorso si sposta sul prestigio della famiglia il discorso cambia e davvero non saprei e non voglio adentrarmi in quest’ambito, ignoro la scala di valore di vie piazze o monumenti che possano ritenersi consone, la cosa è fuori dalla mia portata.
Mi viene solo un’ultima considerazione, forse sciocca o forse no, quando in un paese si cerca una via, questa deve avere un nome per forza e tutti sanno dove è. La piazza è solo “la piazza” in pochi si ricordano l’intitolazione. In un paese come Agordo in cui i santi patroni vengono ricordati come un unico soggetto anche se sono due, intitolare una via come testimonianza storica ha forse più senso che intitolare “la piazza”.