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Una foto scattata dopo Vaia: tutt’intorno la desolazione, gli alberi abbattuti, il silenzio irreale di un paesaggio ferito. Eppure, nel cuore di quella ferita, le Pale di San Lucano si specchiano tranquille nel laghetto delle Peschiere. Come se niente fosse. Davanti a quello specchio d’acqua, immobile e limpido, ho pensato che forse era un segno: la natura e la storia andavano avanti, nonostante tutto. E che anche noi dovevamo fare lo stesso, pur con la paura che ritorna ogni volta che piove o che il vento ricomincia a soffiare più forte del solito.
Il pomeriggio e la notte di Vaia ero al lavoro. Ricordo ancora quelle ore spaventose, l’impotenza e l’angoscia di fronte a una forza così devastante. Eppure, tra le macerie e la paura, qualcosa è cambiato. Vaia ha mostrato anche un volto nascosto della montagna, svelando scorci nuovi e sorprendenti, bellezze celate dalla vegetazione fitta, che solo la tempesta ha reso visibili.
In quei giorni difficili, RadioPiù è stata più che mai un punto di riferimento: una voce amica, una presenza costante che ci ha accompagnato e rassicurato quando tutto sembrava perduto, un pensiero rivolto a chi, come allora, continua a credere nella forza della comunità. Perché anche nelle difficoltà, a volte basta uno sguardo – come quello delle Pale riflesse nel lago – per ricordarci che la vita, nonostante tutto, va avanti.
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