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C’era una volta, in una tranquilla cittadina, nascosta tra strade silenziose e case apparentemente normali
E’ la storia inquietante di una donna nota a tutti. La sua età avanzata non ha mai mitigato il suo carattere difficile; anzi, ha contribuito a creare un alone di mistero e timore attorno alla sua figura, alimentando leggende che si tramandano di bocca in bocca. Chi ha avuto la sfortuna di entrare nel suo appartamento ha subito capito che gentilezza e cortesia erano parole sconosciute in quel luogo. Gli ex inquilini, fuggiti quasi terrorizzati, raccontano di urla notturne, atteggiamenti aggressivi e un’atmosfera pesante che avvolgeva i corridoi come una nebbia opprimente. Quel posto è diventato presto il fulcro delle storie di paura della comunità, un luogo da evitare, dove la presenza dell’anziana era sinonimo di disagio e inquietudine. Le autorità, pur sollecitate più volte dai residenti, sembrano non aver mai preso con la dovuta serietà le numerose segnalazioni di molestie e intimidazioni. Denunce spesso archiviate senza approfondimenti, lasciando chi subiva questa situazione in balia di un incubo che sembrava non avere fine. Ma non si tratta solo di paura: si parla anche di falsità, come testimonianze mendaci che complicano ulteriormente la possibilità di intervenire con decisione. La comunità si chiede come sia possibile che una persona con una simile reputazione sia rimasta impunita per così tanto tempo. La vicenda ci ricorda quanto sia importante ascoltare e proteggere le vittime di abusi, senza distinzioni di età o status. È giunto il momento di rompere il silenzio, di fare luce su una storia che ha vissuto troppo a lungo nell’ombra e di dare voce a chi ha sofferto. Questa è la storia di oggi che inizia con il c’era una volta ma non finisce con il “tutti vissero felici e contenti”, tutt’altro, la situazione è solo peggiorata.
R.S.
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